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CARRARA. Avevano fatto contrarre un prestito da 13mila euro a un ragazzo ritardato. E uno di 10mila euro a un ammalato di Alzheimer. Due «mediatori» marito e moglie dell’agenzia d’affari in pieno centro a Marina, furono arrestati nel 2009. Ora per loro, e altre due persone coinvolte nella vicenda, si è aperto il processo. Il processo. Il processo si è aperto ieri davanti al giudice Cosimo Maria Ferri e al pm Federico Manotti.  Sul banco degli imputati (assistiti dall’avvocato Alessandro Maneschi): Massimo Seghieri, 53 anni, nato a Sarzana ma residente a Marina, la moglie Brunella Fialdini di 44 anni, suo fratello Fabio Fialdini 41enne residente a Massa, e Tina Venturini di 82 anni, madre del Seghieri.  I quattro imputati sono accusati a titolo diverso: i reati contestati vanno dalla circonvenzione di incapace (contestata alla coppia Fialdini e Seghieri) al falso, fino alla truffa. Nel dicembre del 2009 la polizia aveva arrestato Massimo Seghieri e Brunella Fialdini per circonvenzione di incapace ed esercizio abusivo (senza essere iscritti all’albo) della professione di promotore finanziario.  Fabio Fialdini è accusato di falso. A Tina Venturini sarebbe addebitato un caso di circonvenzione d’incapace (quello dell’anziano ammalato di Alzheimer). I coniugi vennero scarcerati dal tribunale del riesame, ma Seghieri si trova tuttora in carcere per reati precedenti. L’agenzia sequestrata. Gli affari finiti sotto accusa si svolgevano in pieno centro a Marina, in via Maggiani, nell’agenzia l’agenzia «F & F, Finanza e Futuro», di cui era titolare Fabio Fialdini (regolarmente iscritto all’albo) e nel luglio dle 2009 divennte”F.B.”, intestata a Brunella Fialdini.  L’agenzia venne sequestrata e i locali foi via Maggiani riconsegnati ai proprietari (la famiglia Buffon).  Le indagini. Ieri sono stati sentiti i primi testi del processo che rigaurda l’agenzia d’affari di Marina finita nel mirino della giustizia.  Prima è stato sentito un medico di famiglia, il dottor Giuseppe Scattina, che ha parlato delle condizioni del ragazzo a cui la Fialdini e Seghieri, fecero contrarre il prestito da 13mila euro (il fratello si è costituito parte civiel ed è assistito dall’avvoctao Claudia Volpi). Il medico ha aprlato di «Deficit intelletuale a seguito di una lesione cerebrale subita durante il parto. Non era capace di intendere e di volere e aveva un carattere particolarmente labile».  A questo giovane, che lavorava a Gaia, inserito nelle categorie protette, venne fatto contrarre un finanziamento di 13mila euro con Eurofin Italia, attraverso la mediazione dei coniugi Fialdini-Seghieri. La Fialdini – ha ricordato nella sua deposizione fiume il sovrintendente di polizia Marco Bergamaschi – lo aveva avvicinanto in uno studio odontotecnico. A quel prestito venne applicato un tasso di interesse del 13%: avrebbe dovuto restituire un montante lordo di 22mila 800 euro, attraverso la trattenuta di un quinto dello stipendio (1000 euro) per dieci anni. Di quella somma, poi – sempre secondo quanto ricordato dal Bergamaschi – gliene fu data la metà (poi restituita dal fratello), il resto veniva trattenuto dall’agenzia, insieme alla provvigione. Il fratello, una volta scoperta la situazione, si rivolse alla polizia: e il suo divenne un ruolo chiave. Lo munirono infatti di una microcamere, e riprese tutto il colloquio con il Seghieri: da qui scaturirono elementi importantissimi per l’indagine, e soprattutto, che il ritardo del giovane era noto anche allo stesso Seghieri al momento della concessione del finanziamento.   Prestito da 10mila euro a un malato di Alzheimer. Un altro caso di circonvenzione di incapace posto all’attenzione del giudice. Questa volta la parte civle è la figlia di un anziano ammalato di Alzaheimer (deceduto pochi mesi fa). «La figlia – ha ricordato il sovrintendente di polzia – ci racocntò che il padre era stato avvicinato dalla signora Tina, madre del Seghieri. Da allor i fiamiliari notarono frequenti prelievi in contanti da parte dell’uomo, che veniva accompagnato in banca anche dalla signora Tina e dal figlio».  Anche in questo caso venne fatto contrarre all’uomo un finanziamento di 10.418 euro con la società di Milano Compass Futura (l’agenzia mediatrice, nel frattempo non era più la F&F ma la F&B di Brunella Fialdini). Avrebbe dovuto restituirne 28mila 920, quasi il triplo, con 120 rate sulla pensione di poco più di mille euro.  Nella documentazione sequestrata all’agenzia venne ritrovato anche un rapporto medico assicurativo che attestava le buone condizioni dell’anziano: documento che si rivelò un falso e per cui partì la denuncia da parte del medico di cui sarebbe stata contraffatta firma e timbro.

 

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