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Da tempo il sistema immobiliare italiano preoccupa gli esperti del settore, che temono che la crisi che si rileva ormai da anni diventi strutturale. Se da un lato, infatti, cresce il numero di immobili considerati “difformi” e, dunque, insanabili ed impossibili da vendere, mentre dall’altro aumentano anche i pignoramenti da parte delle banche e degli istituti di credito, certificato da quel 12% in più di aste immobiliari registrate nel solo primo trimestre del 2024. Una crisi alimentata da anni di scelte politiche sbagliate sul patrimonio immobiliare italiano e che, grazie al condono che vorrebbe Matteo Salvini (inserito nell’ormai rinominato ‘Piano Casa’), potrebbe invertirne leggermente la rotta.


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Il meccanismo che attualmente alimenta la crisi, infatti, è legato soprattutto al fatto che, allo stato attuale, solamente gli istituti di credito e le banche possono sanare quelle difformità e rimettere sul mercato immobiliare anche quegli edifici che per le famiglie e i piccoli contribuenti (che, magari, se li trovano intestati per ragioni ereditarie) sono di fatto insanabili e invendibili. Ne consegue che, mentre banche e istituti guadagnano dagli immobili difformi, le famiglie si trovano sempre più in difficoltà con costi di gestione eccessivamente alti e, soprattutto, inevitabili trattandosi di beni che non possono essere ceduti.


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Lo specchio di quei costi eccessivamente alti, come si anticipava, è legato soprattutto al fatto che nel 2024 stanno aumentando i pignoramenti da parte delle banche, con stime che parlano di circa 160/180mila unità che finiranno nelle aste immobiliari entro la fine dell’anno: circa il 12% in più rispetto al 2023. Presto, inoltre, dovrebbe aumentare anche il cosiddetto Euribar a 3 mesi, che comporterà un deterioramento dei crediti, già abbondantemente deteriorati dalle numerose strette sui tassi di interesse volute dalla Banca centrale europea, e un conseguente aumento delle insolvenze che avrà effetti devastanti sulla crisi del settore immobiliare.


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Facendo un passo indietro (o avanti), secondo il Consiglio nazionale degli ingegneri è quasi l’80% del patrimonio immobiliare a presentare difformità più o meno grandi, che in larghissima parte si potrebbero risolvere con il pagamento (ancora da definire) di una sanatoria. Questo, a grandissime linee, il piano proposto dal ministro Matteo Salvini, che permetterebbe di reimmettere sul mercato immobiliare migliaia di edifici che presentano difformità lievi, permettendo alle oltre 2 milioni di famiglie che attualmente rischiano il default e, dunque, il pignoramento, di guadagnare qualcosa da strutture che ora rappresentano solo dei salassi economici.

 

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