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Il piano Salva casa dovrebbe essere una sanatoria edilizia – o un condono, secondo le accuse delle opposizioni – che il ministro Salvini ha annunciato da settimane e dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri a maggio. Ecco cosa permetterebbe di mettere in regola, per quanto ne sappiamo finora.

È ormai da diverse settimane che Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, ha annunciato una nuova norma per regolarizzare alcuni abusi edilizi. È una proposta che Salvini aveva già lanciato in passato, ma che a inizio aprile era sembrata concretizzarsi con la prospettiva di un decreto ad hoc. Da allora il leader leghista ha indicato scadenze diverse – al momento la prospettiva è che il testo venga presentato a maggio e ma sembra che i dettagli siano ancora da definire. Le opposizioni hanno attaccato parlando di un ennesimo condono, ma senza un testo ufficiale è difficile capire quali saranno i limiti del nuovo intervento. Alcune informazioni però sono già state confermate più volte: ecco cosa si sa.

Cosa c’è nella sanatoria edilizia proposta da Salvini

Al momento, le uniche informazioni sul contento di questa sanatoria sono quelle fornite dal ministero di Salvini. Si dovrebbe trattare di interventi su tre diversi livelli di irregolarità. In particolare le difformità di natura formale, le difformità interne e le difformità che potevano essere risolte al tempo dei lavori, ma non oggi. In ogni caso, Salvini ha escluso che si tratti di un condono perché “si tratta di interventi solo all’interno delle case, non pensiamo di sanare le ville abusive. Regolarizzare una cameretta fatta anni prima per il secondo figlio, un bagno, un soppalco o una veranda non consuma suolo”, e potrebbe “liberare i Comuni da milioni di pratiche e aiutare migliaia di famiglie a poter comprare, vendere o affittare casa”.

Per quanto riguarda le difformità di natura formale, queste riguardano le situazioni in cui ci sono piccole differenze tra il progetto di un intervento e il risultato effettivo, che comunque non viola le norme esistenti. Quando si parla di difformità interne, invece, si fa riferimento a infissi, tramezzi, soppalchi, finestre, porte, anche muri, insomma vari interventi interni che non aumentano la superficie dell’immobile e non sono a norma. Anche queste potrebbero essere messa in regola, senza cambiarle, pagando una certa somma.

Infine c’è la questione di quelle difformità che potevano essere sanate quando i lavori sono stati effettuati, mentre oggi non possono. Il principio che si segue, infatti, è quello della doppia conformità: per essere regolarizzato, un intervento deve essere a norma sia per gli standard di quando è stato costruito, sia per quelli attuali. Questo principio salterebbe in alcuni casi, dietro pagamento, permettendo comunque di mettersi in regola.

Quando arriva il piano Salva casa

Nelle ultime settimane, il ministro Salvini ha indicato scadenze diverse per la presentazione del piano Salva casa, che dovrebbe avere la forma di un decreto legge (dunque sarebbe varato dal governo, entrerebbe subito in vigore, e poi passerebbe al Parlamento che avrebbe due mesi per fare eventuali modifiche e trasformarlo in una legge). Inizialmente, dopo aver presentato i punti principali della proposta a diverse associazioni di categoria, il segretario leghista aveva detto che il testo sarebbe stato definito e portato in Consiglio dei ministri ad aprile. Poche settimane dopo, ha parlato di “approvazione entro fine maggio“. I dettagli non sono ancora definiti, evidentemente, ma la proposta potrebbe arrivare nel corso del mese prossimo. È probabile che lo stesso Salvini ci tenga a far varare la sanatoria prima delle elezioni europee, per ottenere un risultato utile anche dal punto di vista del consenso.



 

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