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La notizia è di pochi giorni fa: in Finlandia è entrata in vigore una legge che garantisce a entrambi i genitori (anche adottivi) 160 giorni di congedo parentale. La norma non fa alcuna distinzione tra madri e padri: parla esclusivamente di «genitori». Lo spirito è chiaro: migliorare la qualità della vita delle famiglie, assicurando a tutti e tutte più tempo da passare con i figli. Garantendo la stessa quantità di giorni a entrambi i genitori, la Finlandia cerca di evitare che il lavoro di cura dei bambini nei loro primi mesi di vita ricada esclusivamente sulle donne.

In Italia, la situazione è diversa. Alle mamme spettano cinque mesi di maternità, ai papà (se lavoratori dipendenti) dieci giorni di congedo obbligatorio. E poi c’è il congedo parentale facoltativo (recentemente rafforzato con il decreto legislativo 105 del 30 giugno): ogni genitore ha diritto, se dipendente, a tre mesi non trasferibili, ai quali possono esserne aggiunti altri tre a esclusivo beneficio di uno dei due (i genitori autonomi, invece, hanno diritto a tre mesi di congedo parentale per ciascuno). Lo squilibrio, insomma, è evidente, soprattutto per quanto riguarda i primi mesi di vita di bambini e bambine.

Guardando ai temi che hanno a che fare con la genitorialità, però, ci sono diversi dati, sulla situazione italiana, che suonano come un campanello d’allarme. Iniziamo da 399.431 e 1,25; ovvero i bambini nati in Italia nel 2021 (mai così pochi nella storia italiana) e il numero medio di figli per donna stimato dall’Istat per lo stesso anno (che è tra i più bassi d’Europa). Continuiamo guardando ad altri numeri, questa volta relativi al mondo del lavoro. Il tasso di occupazione femminile, nel nostro Paese, si ferma al 49,4%, dunque sotto la media europea, che si attesta al 63,4% (dati Eurostat 2021). Le statistiche sull’occupazione segmentate per fasce d’età e numero di figli chiariscono ancora meglio il punto: nel 2021, risultava occupato il 73,9% delle donne tra i 25 e i 49 anni senza figli, ma solo il 53,9% di quelle con almeno un figlio di età inferiore ai 6 anni. Al Sud, in particolare, solo il 35,3% delle donne tra i 25 e i 49 anni con figli piccoli risultava occupato. Insomma, in Italia diventare madri significa mettere a rischio la propria carriera e di conseguenza la propria indipendenza economica.

Nel nostro Paese, più figli si fanno, meno si lavora. Ma non deve essere così. Anzi. Di recente, l’Economist ha pubblicato un articolo dal titolo eloquente: «In rich countries, working women and more babies go hand in hand» («nei Paesi ricchi, donne che lavorano e aumento della natalità vanno di pari passo»). L’articolo si basa su una ricerca dello statunitense National Bureau of Economic Research secondo cui si assiste – da almeno vent’anni – a una «sorprendente inversione di tendenza». Se fino agli Anni 80 i Paesi con alti tassi di occupazione femminile avevano tassi di fertilità medi più bassi, dal 2000 il trend si è rovesciato. I demografi, riporta l’Economist, attribuiscono questo cambiamento a una combinazione di fattori culturali e interventi legislativi. In Paesi come la Norvegia, spiega il settimanale, «è diventato economicamente e socialmente più facile essere madre e continuare ad avere un lavoro». «Ma», prosegue l’Economist, «in luoghi dove le due cose sono ancora in conflitto l’una con l’altra, come in Italia e in Spagna, le donne continuano a lavorare meno e ad avere meno bambini».

I ricercatori del National Bureau of Economic Research hanno identificato i quattro fattori che sembrano contribuire di più all’aumento del tasso di natalità: un mercato del lavoro flessibile, la presenza di padri «co-operativi», norme sociali favorevoli e buone policy di welfare familiare. La conclusione del settimanale britannico è chiara: «Rendere più semplice, per le madri, continuare a lavorare, è un buon modo per far alzare i tassi di natalità».

Già, ma come? Con quali policy? In apertura si citava la Finlandia con i suoi congedi all’insegna della parità. C’è chi ha optato per questa strada ormai da tempo e oggi ne raccoglie i frutti, come la Norvegia. Lì ci sono 49 settimane di congedo genitoriale pagato al 100% e distribuito in modo equo, con 15 settimane per ciascun genitore e il resto da spartire secondo le esigenze della famiglia (si può anche optare per un congedo più lungo ma meno retribuito: 59 settimane all’80% dello stipendio, con 19 settimane riservate a ciascun genitore). Risultato: nel 2021 in Finlandia si registravano 1,69 figli per donna, in crescita (dello 0,24%) rispetto al 2020.

Altro Paese, altra ricetta: quella tedesca punta (tra le altre cose) sugli asili nido. Nel 2004 la Germania ha lanciato un piano quinquennale per potenziare i servizi di cura destinati all’infanzia, nel 2013 ha fatto dell’accesso a tali servizi un diritto per tutti i bambini a partire dal primo anno di età, costringendo – di fatto – i Länder a investire fondi ingenti per garantire l’apertura di un numero adeguato di asili. Risultato: più bambini nei nidi (nel 2019 il 31% di quelli sotto i 3 anni ne ha usufruito, in Italia solo il 26%) e più figli nelle culle tedesche (1,58 per donna nel 2021). Il Corriere nel 2020, dal palco della settima edizione del Tempo delle Donne, ha lanciato un appello proprio relativo ai nidi, invitando i legislatori a raddoppiarne il numero in cinque anni e ad abbassarne i costi fino ad allinearli a quelli delle scuole materne. «Un asilo è come un hub da dove decollano opportunità in tante direzioni», avevano spiegato Barbara Stefanelli e Maurizio Ferrera in un editoriale, «più equilibrio nei tempi di vita dentro e fuori casa; sicurezza economica e dunque più consumi da parte delle famiglie; posti di lavoro; cura dei piccoli e stimolo al loro sviluppo cognitivo-emotivo senza diseguaglianze».

Congedi e asili sono solo due esempi: le leve legislative possibili, per sostenere i genitori e dunque la natalità, sono tante. Ma quali sono quelle che i partiti candidati alle elezioni si propongono di azionare, e in quale modo intendono farlo? Per scoprirlo, abbiamo passato in rassegna i loro programmi, estrapolando le voci che toccano più da vicino la genitorialità; dal sostegno alle madri lavoratrici ai congedi di paternità, dagli investimenti in servizi per l’infanzia agli assegni familiari.

Azione e Italia Viva
Nel capitolo «Diritti e pari opportunità» (pp. 30 e seguenti), alla voce «Pari opportunità» e «Famiglie e natalità» si parla – in modo dettagliato, noi riportiamo solo una sintesi – delle misure che Azione e Italia Viva vogliono mettere in campo per sostenere il lavoro femminile, ridurre progressivamente il gender gap e supportare le famiglie italiane.
• Riduzione dei costi per favorire il rientro a lavoro dopo la maternità
• Introduzione di un incentivo economico per le madri lavoratrici che, dopo il congedo, ritornano al lavoro per almeno 30 mesi entro un anno di età del figlio/a
• Sostegno alle imprese per le spese di sostituzione di maternità delle lavoratrici che hanno figli e per le spese dedicate alla riqualificazione professionale delle donne.
• Riforma dei congedi parentali, con aumento del congedo di paternità e promozione del diritto al lavoro da remoto per i neogenitori.
• Attuazione del Family Act, che prevede misure di sostegno su vari fronti e in particolare: potenziamento dell’Assegno Unico e Universale; revisione dell’ISEE (con l’aumento del peso di figli o persone con disabilità a carico); attuazione delle deleghe relative al sostegno all’educazione dei figli; assegno di rimborso delle spese educative; assegno di rimborso per le spese sostenute per i figli con disabilità, con patologie fisiche o psichiche invalidanti, compresi i disturbi del comportamento alimentare, disturbi specifici dell’apprendimento o bisogni educativi speciali; attuazione del piano asili nido, che fa parte del PNRR; potenziamento del Bonus Asilo Nido, con la proposta di nido gratuito con ISEE inferiore a 25.000 euro e un sussidio per quanti hanno ISEE tra 25.000 e 40.000 euro; assegno di rimborso per i costi sostenuti per servizi di cura di figli piccoli (baby-sitter), genitori anziani (badanti) o persone con disabilità (educatori).

Fratelli d’Italia
Il partito guidato da Giorgia Meloni mette come primo il capitolo dedicato alla genitorialità («Sostegno alla natalità e alla famiglia»). Le proposte, che riportiamo in sintesi, si possono leggere integralmente sul programma.
• Progressiva introduzione del quoziente familiare (ovvero una forma di tassazione che tiene conto del numero dei componenti di ogni nucleo, favorendo le famiglie più numerose).
• Aumento degli importi per l’assegno unico e universale (fino a 300 euro al mese per il primo anno di vita, 260 dal secondo e fino ai 18 anni).
• Riduzione dell’Iva sui prodotti per l’infanzia.
• Sostegno ai Comuni per la realizzazione di asili nido gratuiti, promozione dei nidi aziendali, condominiali e familiari sul modello tedesco Tagesmutter, incremento dei posti a tempo pieno nella scuola primaria.
• Sostegno alle famiglie con disabili a carico, aumento della quota che si può dedurre dalle tasse per le spese sostenute per badanti e deducibilità delle spese per i collaboratori domestici.
• Incentivo alle aziende che assumono neomamme e favoriscono modi per conciliare il lavoro “con la casa”
• Rafforzamento del sistema dei congedi parentali e di maternità per i lavoratori dipendenti e autonomi.
• Campagne di comunicazione per la fertilità, promozione di spazi dedicati ai neonati con attrezzature (es. fasciatoi e zone di allattamento) negli edifici pubblici.
Sostegno ai genitori separati o divorziati in difficoltà economica.
• Più risorse al Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa per le giovani coppie di lavoratori precari, no a nuove tasse sulla prima casa e zero tasse sui primi 100mila euro per l’acquisto della prima casa. Inoltre la dimora della famiglia deve essere un bene non aggredibile: la prima casa non può essere pignorata, salvo i casi di mancato pagamento del mutuo ipotecario, e a patto di essere in regola con gli obblighi condominiali. La proprietà privata deve essere tutelata, con sgombero immediato delle occupazioni senza titolo.
• «Lotta a ogni forma di maternità surrogata, nell’interesse del minore».

Lega
Nel capitolo «Famiglia e Natalità» (pp. 69 e seguenti), la Lega si concentra sulle proposte che vuole attuare in termini di sostegno alla famiglia – che definisce «il luogo dove uomo e donna si incontrano e si alleano» – e alle nuove nascite.
• Lotta alla denatalità e tutela della famiglia: si cita anche l’introduzione di un «kit di benvenuto» per ciascun figlio, un assegno da 3mila euro da spendere in prodotti per l’infanzia e una serie di provvedimenti per il supporto della maternità, così come i bonus per la prima casa e i prestiti a interessi ridotti per le spese familiari. Previste anche misure economiche e fiscali ad hoc per i caregiver e più risorse per le famiglie con persone disabili.
• Un «fisco pro-family»: riforma dell’ISEE con l’introduzione della flat tax familiare (il già citato quoziente familiare) per una tassazione che tiene conto anche del numero delle persone che compone un nucleo familiare; piena detraibilità delle spese (in particolare educative e scolastiche) per i figli a carico, esenzione a vita dalla tassa sui redditi per le madri di famiglie numerose (da 4 figli in su); azzeramento o riduzione dell’Iva su pannolini e latte in polvere; sconto Irpef per i nonni che si prendono cura attivamente dei nipoti; sostegno alle persone vedove; no alle tasse di successione sulla casa familiare; istituzione della Family Card con incentivi alle aziende italiane che aderiscono; proroga del Bonus 110 per ristrutturare la casa di famiglia.
• Supporto alla maternità: difesa della «cultura della vita»; fondi per le ragazze madri in difficoltà (così che non interrompano la gravidanza per ragioni economiche); prestiti agevolati per l’autonomia delle famiglie sotto la soglia di povertà, dei giovani con figli e delle gestanti in difficoltà; anticipo della pensione per ogni figlio avuto per le donne; contributo statale per la nascita di ciascun figlio (sotto forma di sovvenzione per un mutuo per i primi due figli). Ma anche adeguamento dell’offerta di asili nido alla domanda, incentivi per la sperimentazione di nuove forme di flessibilità nell’organizzazione di lavoro; riconoscimento per le aziende che hanno attenzione per la famiglia. Campagne informative sui rischi della denatalità; incentivi per l’occupazione femminile.
• Per le nuove generazioni: erogazione di buoni per la casa o contributi specifici per le giovani coppie; Iva 0 sull’acquisto della prima casa; prestito a interessi ridotti per le spese legate alla vita familiare fino a un massimale di 30 mila euro per le donne under 38 con un figlio.
• Raccolta firme per rendere la maternità surrogata un «reato internazionale» e «tutelare il minore nato da surrogata»; presentazione di un disegno di legge ad hoc in Parlamento.
• Difesa del principio della «bigenitorialità nei casi di separazione e di divorzio»; istituzione del tavolo nazionale di affido condiviso per le associazioni che si occupano di bigenitorialità; modifica della legge 54 del 2006 «al fine di ridurre gli spazi interpretativi che non rispettano la bigenitorialitá e con l’obiettivo primario di tutelare il superiore interesse del minore nelle separazioni».

Forza Italia
Nel suo programma elettorale il partito di Silvio Berlusconi dedica due capitoli al tema della genitorialità («Forza Italia per le famiglie e i monoreddito» e «Forza Italia per la natalità»), sintetici e suddivisi per punti chiave.
• Revisione del meccanismo di erogazione dell’assegno unico.
• Emanazione tempestiva dei decreti attuativi del Family act.
• Riforma ISEE per garantire un sistema di calcolo più equo, che escluda la prima casa dal patrimonio e preveda maggiori agevolazioni per le famiglie con figli minorenni e disabili.
• Assegno supplementare di 250 euro al mese a figlio, per genitori single e/o adottivi sotto i 30 anni con un’unica entrata inferiore a 30.000 euro annui.
• Deduzione di 2.900 euro dall’IRPEF per i primi tre anni di vita del figlio (o di vita in famiglia in caso di adozione).
• Completamento del piano asili previsto dal PNRR.
• Tempo pieno nelle scuole di ogni ordine e grado, statali o paritarie, in tutta Italia, rimodulazione delle rette per gli asili nido pubblici e privati.
• Sistema degli acconti e tassazione delle partite IVA tarato anche sul numero dei figli.
• Centri estivi e scuole aperti anche d’estate.
• Tutela anche per i monoreddito, ossia per le persone che vivono da sole e hanno un’unica entrata.
• Introduzione dell’istituto del quoziente familiare, individuando il nucleo familiare e non il singolo contribuente quale soggetto passivo dell’Irpef.
• Incremento delle attuali agevolazioni fiscali per le famiglie.
• Implementazione delle misure volte a favorire la partecipazione dei neo genitori al mercato del lavoro (con sgravi fiscali per le aziende che assumono neomamme e donne in età fertile ed esenzione per le assunzioni che fungono da sostituzioni di maternità o paternità).
• Aumento delle risorse per la conciliazione tra vita professionale e privata (es. lavoro agile) e iniziative legislative per favorirle.

Partito Democratico
Il Partito Democratico cita il tema della genitorialità in più capitoli del programma, genericamente rivolti ai diritti e alla parità. Troviamo riferimenti nel capitolo «Siamo Pari» , in «Un Paese per Giovani» e in «Diritti e cittadinanza».
• Il Pd si propone di lavorare per la «creazione di un nuovo equilibrio tra tempi di vita e di lavoro, con regole e servizi che permettano a tutte e tutti di essere e sentirsi genitori, senza essere costretti a sacrifici ingiustificati», perciò propone una legge sulla co-genitorialità, totale parità nei congedi di maternità e paternità e un nuovo congedo parentale «pienamente paritario», da affiancare a part time e lavoro agile.
• Tassazione agevolata per il secondo percettore di reddito in famiglia, con l’obiettivo di aumentare l’offerta di lavoro e far emergere il lavoro nero, ma anche di dare impulso all’occupazione femminile e favorire il ritorno delle donne nel mondo del lavoro, dopo il congedo di maternità obbligatorio
• Attenzione per l’incremento dell’occupazione femminile e impegno nel far applicare la legge sulla parità salariale (Legge Gribaudo 162/2021) che garantisce alle donne il diritto di avere giustizia rispetto alle discriminazioni retributive sui luoghi di lavoro.
• Sostegno al lavoro, alla casa, alla co-genitorialità e alla parità di genere per combattere discriminazioni
• Il Pd intende fare di donne e giovani «i protagonisti del rilancio del Paese»: per questo propone un piano straordinario per l’occupazione femminile, l’estensione a tutti gli appalti pubblici della clausola di premialità per l’occupazione giovanile e femminile, l’azzeramento dei contributi per le assunzioni a tempo indeterminato dei giovani fino a 35 anni
• Tutela della salute a 360 gradi, anche nelle aree oggi trascurate, a partire dal supporto post-partum
• Pieno riconoscimento dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne, garantendo l’applicazione della legge 194/1978 in ogni sua parte sull’intero territorio nazionale e rafforzando la rete di consultori
• Superamento definitivo «della a-scientifica sindrome di alienazione parentale» (PAS).

M5S
Il Movimento Cinque Stelle suddivide il suo programma in alcuni snodi, tra questi c’è anche quello intitolato «Dalla parte delle donne», in cui sono contenute le proposte che riguardano la genitorialità e il sostegno alla natalità.
• Introduzione di misure per una effettiva parità salariale tra uomini e donne.
• Equiparazione dei tempi di congedo di paternità e maternità.
• Proroga di opzione donna per l’uscita anticipata dal lavoro, pensione anticipata per le mamme lavoratrici
• Proroga dello sgravio contributivo al 100% per l’assunzione di donne disoccupate
• Rafforzamento del fondo per l’imprenditoria femminile
• Sgravi per l’assunzione di donne in gravidanza.
• Stabilizzazione degli sgravi per l’acquisto della prima casa da parte degli under 36 e proroga dello sgravio per la loro assunzione.

Impegno Civico
Impegno Civico, il partito fondato da Luigi Di Maio, ha raccolto le sue proposte in materia di natalità e sostegno alla genitorialità nel capitolo «Più sviluppo più famiglie» del programma.
• Partecipazione delle donne al lavoro: nel programma si legge che «la partecipazione al lavoro delle donne, l’aumento dei lavori ad alto valore aggiunto e l’offerta dei servizi, come gli asili nido, che rendono la natalità compatibile con l’impegno lavorativo sono la base su cui iniziare a costruire»
• Ampliamento dell’offerta dei servizi come asili nido, che rendono la natalità compatibile con l’impegno lavorativo
• Impegno nel raggiungimento della parità di genere nelle nomine pubbliche.

Alleanza Verdi Sinistra
Nel programma di Alleanza Verdi Sinistra il tema della genitorialità e del sostegno alle famiglie viene affrontato in più capitoli: «L’Italia che ama» (capitolo 6), «L’Italia è donna» (capitolo 7), «L’Italia in Salute» (capitolo 16).
• Lotta per la parità salariale e per la creazione di condizioni che portino le donne a trovare il giusto riconoscimento in posizioni apicali e «ruoli decisionali» (anche nelle istituzioni)
• Introduzione di una legge sull’uguaglianza e la pari dignità familiare «contro l’ipocrisia di voler mantenere le donne, i figli e le figlie delle famiglie arcobaleno e le persone Lgbt+ un gradino sotto le altre».
• Rivalutazione e valorizzazione della relazione materna, con il riconoscimento dei danni del maltrattamento con misure che non prevedano l’allontanamento del minore ma che lavorino per la ricostruzione ed il riequilibrio del legame affettivo.
• Cancellazione degli ostacoli di reddito e di limiti territoriali nell’accesso agli asili nido.
• Congedo di maternità obbligatorio retribuito al 100% per almeno due mesi prima e per sei mesi dopo la data del parto ed estensione del congedo di paternità
• Riconoscimento del lavoro gratuito di cura nelle case e nelle famiglie, che viene prevalentemente fatto dalle donne secondo quanto evidenziato dai dati
• Nel programma si legge: «Va garantito il tempo per figli e figlie ma anche per essere figli e figlie, amici e amiche, persone solidali nei piccoli/grandi collettivi umani dentro i territori in cui viviamo»
• Attuazione di un piano a partire dalle risorse del PNRR per gli asili pubblici e gratuiti, definiti «un servizio essenziale» che dev’essere reso disponibile sull’intero territorio nazionale.
• Modifica della legge 54 del 2006 affinché la «condivisione dell’affido» venga «modulata contemperando la specificità delle cause della separazione»: «la serenità della figlia/figlio minorenne non può esistere con una bigenitorialità imposta e violenta».

Più Europa
Nel suo programma PiùEuropa cita in diverse sezioni le proposte a sostegno delle famiglie e della genitorialità: nel capitolo 3 («Parità di genere»), nel capitolo 8 («Fiscalità generale e partite Iva») e nel capitolo 17 («Scienza e salute»).
• Impegno nel promuovere la parità di genere a più livelli: ad esempio, per gli organi istituzionali si propone una ricognizione delle istituzioni e degli enti governati da organismi collegiali ad opera del Ministero della Famiglia e delle Pari Opportunità, per mappare e monitorare le presenze femminili; per le aziende, invece, si propone di inserire all’interno del Bilancio sostenibile un capitolo ad hoc sull’analisi dell’impatto di genere, onde raggiungere l’obbligo di trasparenza su stipendi, promozioni e organici.
• Congedo parentale obbligatorio iniziale per entrambi i genitori, con una retribuzione al 100%. Si propone anche l’introduzione di un congedo parentale facoltativo e complementare fruibile fino ai 12 anni di vita del figlio, retribuito al 60% per entrambi i genitori
• Rimodulazione del Bonus Asilo Nido, azzerando o riducendo i costi in base all’ISEE.
• Eliminazione dell’anticipazione della retta per le famiglie.
• Deduzioni dei costi sostenuti dalle famiglie per le rette degli asili privati e parificati.
• Superamento delle discriminazioni fiscali di genere o dei «percettori del secondo reddito» (che sono generalmente donne), e riduzione del gender gap lavorativo, così da incentivare l’occupazione lavorativa femminile.
• Riforma della legge 40 del 2004 sulla pma, anche con l’obiettivo di legalizzare la ricerca scientifica su zigoti ed embrioni; introduzione delle tecniche di analisi genetica preimpianto allo scopo di prevenire malattie ereditarie in figli e nipoti e per terapie ematopoietiche da cordone ombelicale o da placenta; promuovere l’accesso alla pma alle donne single e alle coppie di donne, anche non sposate.

Italexit
Il partito fondato da Paragone non ha un capitolo dedicato alla genitorialità e al supporto delle famiglie, ma ci sono alcuni punti di altri capitoli in cui si toccano temi contigui (es. «Welfare» e «Scuola, cultura, giovani e bambini»).
• «Se vogliamo curare la società, dobbiamo curare le famiglie e i bambini», si legge nel programma di Italexit, che propone l’introduzione di un «deterrente penale che scoraggi sia l’estromissione di uno dei genitori nella vita del figlio che la strumentalizzazione del rapporto affettivo con i figli in detrimento di uno dei genitori».
• Incentivi per le aziende che realizzano asili nido
• Aiuto per le famiglie con ragazzi o adulti down, autistici o con sindromi particolarmente gravi, con un intervento primario dell’ente pubblico organizzando servizi di prossimità, erogati da persone professionalmente preparate e disponibili durante tutto l’arco della giornata (anche di notte, laddove necessario) e per 12 mesi all’anno.

Per completezza, includiamo anche i punti che raccolgono le proposte sul tema condivise dalla coalizione di centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati).
• Riduzione IVA su prodotti natalità e infanzia
• Introduzione del quoziente familiare
• Allineamento alla media Ue della spesa pubblica per infanzia e famiglie
• Piano di sostegno alla natalità (asili nidi gratuiti, aziendali, ludoteche)
• Aumento dell’assegno unico e universale
• Sostegno delle famiglie con disabili
• Sostegno ai genitori separati o divorziati in difficoltà economica
• Agevolazioni mutuo prima casa per giovani
• Tutela lavoro giovani madri
• Politiche di conciliazioni lavoro-famiglia.

 

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