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Quattro anni fa, di questi tempi, gli ospedali e le Asl erano alla disperata ricerca di mascherine, tute, visiere: era la primavera del 2020, quando il Covid aveva chiuso tutti in casa e i dispositivi di protezione erano il bene piĆ¹ prezioso per medici e infermieri. E qualcuno ne ha approfittato, almeno secondo quanto ricostruito dai magistrati: questa mattina il tribunale id Torino ha condannato a 2 anni e 6 mesi di carcere Marida Pistono e Gian Andrea Tavecchia, manager accusati di truffa che dovranno anche restituire gli 833mila euro che si sono intascati. Soldi versati dall’Asl To3 per ricevere mascherine FFP2, che non sono mai state consegnate: negli ospedali di Pinerolo, Rivoli e Susa, infatti, ricevettero soltanto delle mascherine chirurgiche a uso sociale.

Gli imputati, che dovranno pagare anche 900 euro di multa, eranoĀ dirigenti della Unmanned Procurement Ltd, una societĆ  di diritto inglese: il pubblico ministero Giovanni Caspani li accusava di truffa ai danni di un ente pubblico e di frode in pubbliche forniture per aver consegnato allā€™Asl To3 solo una parte delle mascherine ordinate il 28 marzo 2020 (esattamente quattro anni fa). Non solo: erano di tipo diverso, sono rimaste per settimane nei magazzini di Pechino e sono arrivate a Torino solo tre mesi dopo, a giugno 2020. Per questo processo lā€™Asl To3, assistita dallā€™avvocato Andrea Castelnuovo, si ĆØ costituita parte civile.

I giudici hanno dato ragione all’azienda sanitaria, liquidandole una provvisionale esecutiva pari al danno patito. Pistono, 62 anni, e Tavecchia, 56, dovranno risarcire e chissĆ  se hanno la liquiditĆ  necessaria per farlo. PerĆ² sono stati assolti dal reato di frode. E un terzo imputato, amministratore della societĆ  e marito di Pistono, ĆØ stato assolto da tutte le contestazioni.

I processi per frode ai danni dell’Asl To3, perĆ², continuano. L’azienda sanitaria ha subito danni per milioni sugli ordini fatti nel 2020: a Bologna c’ĆØ un altro caso che si trova ancoraĀ in udienza preliminare dopo quattro anni. Tanto che una parte dei reati contestati alla Comitek Hospital Products srl rischia di andare in prescrizione: anche in questo caso si parla di truffa aggravata perchĆ© i prodotti erano accompagnati da certificazione di sicurezza falsificate o rilasciate da enti non abilitati. Oltre ad aziende e ospedali di mezza Italia, ĆØ coinvolta ancora lā€™Asl To3 per 40mila tute protettive. Ma ci sono anche lā€™Asl Valle dā€™Aosta e il Mauriziano, difese da Castelnuovo come la To3. Poi Villa Iris a Pianezza e Villa Adriana ad Arignano, tutte truffate nel bel mezzo della pandemia.

Un’altra inchiesta vede protagonisti l’Asl torinese eĀ Antonio Di Fazio, manager milanese di 53 anni, condannato in primo grado a 15 anni e mezzo di carcere per violenza sessuale: secondo l’accusa,Ā attirava le donne in trappola, promettendo loro uno stage nella sua azienda, la Global Farma. Poi le addormentava con la benzodiazepina e, quando erano narcotizzate, le fotografava e le stuprava.Ā In appello la pena ĆØ stata ridotta a 9 anni ma, in attesa che si esprima anche la Corte di Cassazione,Ā rischia una nuova condanna per bancarotta fraudolenta, omessa dichiarazione dei redditi, truffa aggravata e frode in pubbliche forniture.

Il processo al tribunale di Milano ĆØ alle battute finali e in questi giorni ĆØ in corso il dibattimento: fra le vittime, oltre ad aziende sanitarie di Abruzzo ed Emilia-Romagna, cā€™ĆØ di nuovo lā€™Asl To3.
Di Fazio, in quanto amministratore della Ifai srl, ĆØ accusato di non aver fornito 182mila euro di tute protettive e 325mila euro di mascherine FFP3 provenienti da fornitori cinesi (in concorso con Francesco Sarri ed Enrico Asiaghi): prima aveva promesso di consegnare le mascherine Ā«nel giro di 8 giorni lavorativi con pagamento alla conferma dellā€™ordineĀ», come si legge negli atti.
Era il 2 aprile 2020 ma le scatole di FFP3 non sono mai arrivate. Dopo una lunga serie di solleciti, un mese e mezzo dopo, la Ifai ha chiesto di cambiare lā€™ordine e fornire 34mila tute protettive. Ma 21mila non sono mai arrivate, provocando un danno di 269mila euro allā€™Asl torinese (costituita parte civile e insinuata nel fallimento dellā€™azienda di Di Fazio).



 

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