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Dichiarazioni e accuse. Il Calcio Catania 1946 è ormai un lontano ricordo e negli ultimi anni di vita è passato prima dalla gestione Pulvirenti, fase discendente dopo anni di gloria, e Sigi, ultima gestione prima di passare a miglior vita. Arrivano adesso le parole da parte di Pulvirenti prima e dell’avvocato Ferraù dopo, rilasciate al quotidiano La Sicilia in questi giorni e che hanno fatto scendere un sipario amaro sulle ultime vicende che hanno visto protagonista la squadra rossazzurra. Chi dovrà capire cosa successo negli ultimi anni a Catania avrà ancora modo di avere voce in capitolo nelle sedi preposte. Queste invece le ultime uscite dei protagonisti e che lasciano un eco mediatico su una vicenda poco felice per la Catania calcistica e sportiva.

Queste le parole di Pulvirenti e i punti toccati:

“Con Finaria il Catania non sarebbe mai fallito, si era intrapresa la strada del concordato in continuità proprio per scongiurare i rischi legati all’esposizione debitoria, comunque compensata dal patrimonio immobiliare. Lo stretto controllo assicurato da questo percorso avrebbe salvaguardato la società. Così oggi il Catania sarebbe ancora vivo e vegeto, pronto a continuare la sua straordinaria storia, con o senza di me […] Fin dal 23 luglio 2020, purtroppo, ero sicuro che la vicenda si sarebbe risolta così, per me era scontato, considerando un piano industriale estremamente lacunoso e approssimativo. Speravo di sbagliarmi, purtroppo non mi sbagliavo ma i controlli non spettavano a me”

Riguardo a Torre del Grifo: “Sulla fideiussione di Torre del Grifo non sostituita da SIGI dico che si tratta di un inadempimento molto grave e potrebbe portare a scenari e a conseguenze inimmaginabili, gli avvocati sono già al lavoro”

“Lo Monaco lo definirei un gigante per quello che è riuscito a fare a Catania. Lo Monaco è un vero fuoriclasse. Mi sono scusato per i miei errori. Su Cosentino posso dire che è un professionista riconosciuto. Venne scelto per ovviare all’interruzione del rapporto con Jorge Cyterzspiller storicamente legato a Lo Monaco. L’intenzione era quella di mantenere forte il legame con il mercato argentino”

 “Un mio ritorno? Con il cuore dico di sì e saprei cosa fare ma le condizioni attuali non permettono di poter recitare un ruolo di primo piano tale da rilanciare il nuovo Catania. Ci vogliono tre cose: grande disponibilità economica, passione e competenza”

La replica dell’avvocato Giovanni Ferraù non si è fatta attendere, questa la versione dei fatti in risposta:

“Quanto affermato da Pulvirenti è inesatto. La Lega Calcio non consentiva al Catania l’iscrizione al campionato 2020-21 se non avessimo rinunciato al concordato in continuità. Secondo la Lega, non c’era compatibilità tra una procedura di insolvenza e l’iscrizione. La rinuncia al concordato non è stata una scelta ma un obbligo”.

“Il debito trovato, diversamente dall’importo di 50 milioni indicato in data room al momento dell’acquisto, era di circa 58 milioni”; ancora “La circostanza della fideiussione di Torre del Grifo è vera, ma non si tratta di un inadempimento…secondo alcuni professionisti non dovuta, è in corso un giudizio civile”. 

“Il valore commerciale “di realizzo” di Torre del Grifo oggi non supera i 20 milioni; considerando che esiste un mutuo fondiario con 28 mln di debito, non so a quale patrimoniale immobiliare attivo faccia riferimento Pulvirenti. Pur potendo contrattare una chiusura a “saldo e stralcio” con il Credito Sportivo non penso che possa ricavarsi un attivo dall’asset; quasi impossibile trovare un acquirente a questi prezzi”

Riguardo alla mancata ricapitalizzazione di Sigi: “Non c’erano più fondi, gli imprenditori di Sigi – me compreso – non eravamo nelle condizioni di aggiungere altre somme, nessuno di noi avevano capitali illimitati”.

 

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