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Giornata decisiva, quella di oggi, giovedì 14 marzo, per l’operazione di salvataggio del Gruppo Egea, dal giugno scorso al centro di una procedura per la composizione negoziata della crisi che, solo se tutti i tasselli del complesso salvataggio andranno al loro posto, vedrà l’azienda ripartire sotto il controllo del Gruppo Iren, al timone con un 50% della futura new-co a fronte di un impegno finanziario di 85 milioni di euro, mentre la parte restante del capitale sarebbe inizialmente detenuto dalla vasta platea di banche che vantano 364 dei circa 800 milioni di debiti che oggi gravano sui conti della multiservizi, a fronte di un valore dell’azienda riconosciuto in circa 500 milioni

Proprio un sostanziale taglio di quel pesante fardello di passività è la condizione dirimente dell’operazione di salvataggio utile innanzitutto a preservare il posto di lavoro dei circa 1.300 collaboratori del gruppo, nonché l’obiettivo cui da mesi stanno lavorando i nuovi vertici aziendali e i professionisti impegnati nel salvataggio. 

Da qui le proposte di saldo e stralcio che hanno già visto il fronte degli oltre duemila fornitori di Egea Spa, Egea Commerciale Srl ed Egea Pt Srl accettare il pagamento di un 25% dei loro crediti maturati sino al 1° giugno 2023 (per partite successive il saldo sarà invece integrale, così come per i crediti di artigiani, società di artigiani fino a 15 dipendenti e professionisti iscritti ad albi, i cui crediti sono tutelati per legge), mentre agli stessi soggetti sarà consentito di recuperare l’Iva pagata sull’intero credito e recuperare fiscalmente quando perduto (la percentuale del ‘recovery’ per loro ammonterebbe quindi al 53% circa). 

I fornitori hanno già accettato quel piano per il 60% dei crediti da loro vantati, la misura minima richiesto dalla normativa, e analogo accordo è ormai prossimo alla definizione per quanto riguarda l’erario, che vanta crediti per 200 milioni di crediti (ne verranno pagati 60 milioni in dieci anni), e con gli istituti di credito, con riguardo ai quali sono in corso di discussione gli ultimi dettagli. 

Uno scoglio per nulla scontato, ma che rischia di mettere a rischio l’intera operazione, condannando il gruppo al fallimento, è invece quello previsto per le ore 17.30 di oggi, quando presso il quartiere generale del gruppo in corso Coppino ad Alba è convocata l’assemblea con la quale saranno gli obbligazionisti a doversi esprimere su un’analoga proposta di saldo e stralcio. 

La proposta messa a punto dai liquidatori è, come per i prestiti non garantiti delle banche, di una restituzione di un minimo del 30% del credito, con prospettive migliori a seconda dei risultati futuri della nuova società. Parliamo di un monte di complessivi 30 milioni di euro, 10 dei quali sono però garantiti da Sace. Un quarto dei 20 restanti – qui la difficoltà – è però in mano a un unico imprenditore, che avrebbe espresso concrete riserve sulla possibilità di aderire alla proposta, anche a costo di perdere l’intera cifra investita. 

Ipotesi più che concreta considerato che, se non si trova l’accordo di tutte le categorie, la prospettiva è quella indicata nella recente audizione della terza commissione consiliare del Comune di Alba dal commercialista Massimo Feira: “Se una qualunque delle diverse categorie dice ‘no’ Egea fallisce, va in concordato semplificato. Ugualmente, se l’esperto nominato dal Tribunale avvertisse che è venuta meno la possibilità di successo della procedura, immediatamente la dovrebbe sospendere”. In quel caso, a prendere il poco che rimarrebbe sarebbe l’erario, come prevede la normativa in materia. 

A poche ore dalla scadenza, e mentre tutti i margini di trattativa sembrano ormai ampiamente esauriti, sino ad arrivare all’equiparazione degli obbligazionisti alle banche, fondamentale sarà quindi il comportamento e il senso di responsabilità che verrà dimostrato da quella che sembra essere una non indifferente quota di indecisi. Soggetti che anni addietro avevano sostenuto le iniziative di sviluppo della multiservizi nata nella capitale delle Langhe e dalle quali oggi dipendono le sorti di una partita che rischia di avere forti ricadute su tutto un territorio. 

 

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