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Colf e badanti, quanto costa un lavoratore domestico nel 2024? L’Istat ha comunicato, nella misura del 5,4%, la variazione percentuale verificatasi nell’indice dei prezzi al consumo, per le famiglie di operai e impiegati, tra il periodo gennaio 2022 – dicembre 2022 e il periodo gennaio 2023 – dicembre 2023. Conseguentemente, sono state determinate le nuove fasce di retribuzione su cui calcolare i contributi dovuti per l’anno 2024 per i lavoratori domestici.

 

 

Gli amenti

Non solo lo stipendio. Nel costo di un lavoratore domestico occorre infatti mettere in conto anche la tredicesima, il Tfr e i contributi Inps obbligatori. Per i rapporti di lavoro a tempo determinato continua ad applicarsi il contributo addizionale a carico del datore di lavoro, previsto dall’articolo 2, comma 28, della legge 28 giugno 2012, n. 92, e successive modificazioni, pari all’1,40% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali (retribuzione convenzionale). Tale contributo non si applica ai lavoratori assunti a termine in sostituzione di lavoratori assenti.

 

Contratti e regole

L’Inps, con la legge 29 dicembre 2022, n. 197, ha previsto per i lavoratori dipendenti che abbiano maturato i requisiti minimi previsti dalle disposizioni per l’accesso al trattamento di pensione anticipata flessibile, la possibilità di rinunciare all’accredito contributivo della quota dei contributi a proprio carico relativi all’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti e alle forme sostitutive ed esclusive della medesima. In conseguenza dell’esercizio della predetta facoltà viene meno ogni obbligo di versamento contributivo da parte del datore di lavoro della quota a carico del lavoratore, a decorrere dalla prima scadenza utile per il pensionamento prevista dalla normativa vigente e successiva alla data dell’esercizio della predetta facoltà. Con la medesima decorrenza, la somma corrispondente alla quota di contribuzione a carico del lavoratore che il datore di lavoro avrebbe dovuto versare all’ente previdenziale, qualora non fosse stata esercitata la predetta facoltà, è corrisposta interamente al lavoratore.

 

La busta paga

– Retribuzione minima contrattuale Art. 35, comprensiva, per i livelli D e D Super, di uno specifico elemento denominato indennità di funzione;
– Eventuali scatti di anzianità di cui Art. 37;
– Eventuale compenso sostitutivo di vitto e alloggio;
– Eventuale superminimo corrisposto.

 

Costi, calcoli e simulazioni

Come riporta il sito Saf Acli, una baby sitter, sino al compimento del sesto anno di età di ciascun bambino assistito dall’assistente familiare, inquadrata nel profilo BS, avrà diritto a percepire oltre al minimo retributivo anche un l’indennità. Tale indennità è assorbibile da eventuali superminimi individuali di miglior favore percepiti dal lavoratore. Per un rapporto di lavoro a 25 ore settimanali, una baby sitter che assiste un bambino con età inferiore ai 6 anni percepirà uno stipendio minimo di circa 815€ mensili. Aggiungendo i contributi, tredicesima, ferie, TFR e nostra assistenza di arriverebbe ad un costo medio mensile di 1115€.

 

Circolare Inps

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