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La manovra di bilancio punta a rendere più precisa e soprattutto veloce una procedura già esistente nel sistema fiscale italiano: il pignoramento dei conti correnti. Come? Dando la possibilità all’Agenzia delle entrate-Riscossione di verificare direttamente le disponibilità dei depositi in banca. L’obiettivo è accelerare il raggiungimento degli obiettivi di lotta all’evasione fiscale.

Il pignoramento possibile oggi

Ad oggi, il pignoramento arriva dopo una serie di passaggi in cui l’agente della riscossione, verificato il mancato pagamento di una tassa, chiede al contribuente di sanare la propria posizione. Nella pratica, prima invia la cartella e poi successivi solleciti, se il cittadino non risponde con il pagamento a nessuna delle richieste.

A distanza di un anno dalla cartella, il pignoramento è preceduto dall’avviso di intimazione. Da quel momento il contribuente, che ha il debito con il fisco, ha cinque giorni di tempo per effettuare il versamento, con la possibilità di chiedere la rateizzazione delle somme dovute.

Se il pagamento non viene effettuato entro il termine indicato, l’agente della riscossione può verificare se e dove il cittadino ha dei conti correnti, senza però poter avere accesso alle informazioni sull’ammontare di liquidità presente, quindi viene avviata la procedura di pignoramento su tutti i conti e il debitore non potrà più operare per la somma dovuta al fisco, ma sulle eventuali altre somme disponibili. Ad esempio, con un debito di 3mila e una disponibilità sul conto di 5mila euro, il debitore potrà prelevare e fare addebiti su quel conto solo per 2mila euro, i restanti 3 sono congelati in attesa che la banca li versi al fisco.

I cambiamenti introdotti dalla manovra

Con quanto previsto nella bozza della manovra, invece, diventerà possibile per l’agente di riscossione vedere quanto è depositato nei conti correnti, verificando quindi se esistono le somme per mettersi in regola con il fisco. Così dal primo gennaio 2024, l’agente, avvisando la banca ed entro 30 giorni anche il debitore, potrà andare a colpo sicuro e «senza indugio», come recita la norma, a prelevare l’intera somma dovuta là dove ce ne è disponibilità. Pignorando in questo modo solo il conto sul quale la cifra da versare al fisco è disponibile, mentre sugli altri conti il debitore potrà continuare ad operare.

Nella più aggiornata bozza della legge di bilancio, datata 25 ottobre, si precisa che le nuove disposizioni non si applicano «se l’importo complessivo del credito per cui si procede è inferiore complessivamente a mille euro». Il tutto «per esigenze di massima tutela del debitore».

Serve un decreto attuativo

Ad ogni modo, le soluzioni tecniche di cooperazione applicativa per l’accesso ai conti saranno definite con un decreto del ministero dell’Economia sentite l’Abi, Poste Italiane e l’Associazione dei Prestatori di servizi di pagamento, nonché il Garante per la protezione dei dati personali, anche ai fini dell’adozione da parte dell’Agenzia Riscossione di misure di sicurezza e garanzia a tutela dei diritti degli interessati. (riproduzione riservata)




Orario di pubblicazione: 26/10/2023 17:20
Ultimo aggiornamento: 26/10/2023 18:25

 

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