Il sovraindebitamento è uno dei mali dei nostri giorni che va a braccetto con la crisi economica. Per aiutare gli eporediesi in difficoltà, ma con debiti inferiori ai 200mila euro, il Codacons di Ivrea ha aperto l’Organismo di composizione della crisi.
il presidente
Il nuovo ufficio dà attuazione anche sul territorio locale alla legge 3 del 2012. Si tratta della famosa normativa soprannominata legge anti suicidi che si prefigge di aiutare le persone in difficoltà a causa dei troppi debiti. «Si tratta di un servizio che da tempo diamo ai nostri iscritti della sede di Aosta e ora siamo pronti a portare anche a Ivrea – spiega il presidente della onlus Giampiero Marovino -. La legge prevede che sul territorio vengano aperti gli organismi di composizione della crisi con l’ausilio di un avvocato e di un commercialista. Le soluzioni prospettare dall’ufficio e poi vagliate del giudice competente sono varie. Ogni organismo, infatti, è costantemente in contatto con le istituzioni, in particolar con il tribunale che dovrà stabilire il piano di rientro del debito e con il Comune ente considerato dalla normativa essenziale per il welfare sul territorio».
Destinatari
Un servizio importante e di grande valenza sociale. «Potranno rivolgersi allo sportello sia i privati che le piccole imprese, che non sono state dichiarate fallite, con debiti inferiori ai 200mila euro – prosegue Marovino – Le persone che si rivolgono a noi, dovranno presentare i documenti che attestino il momento di difficoltà, come ad esempio la lettera di licenziamento o certificati che testimonino l’effettivo stato d’indigenza delle persone interessate. Così come per tutte le altre consulenze, anche questo servizio, viene dato a coloro che hanno fatto la tessera del Codacons. L’iscrizione è annuale e ha un costo di 50 euro».
La prassi
La normativa prevede un percorso ben definito. Tutto inizia con il deposito nel tribunale competente, quindi quello di Ivrea, della nomina dell’Organismo di composizione della crisi da parte dell’indebitato. La legge prevede tre differenti modi per eliminare i debiti.
Se il debitore è un privato cittadino il giudice può redigere un piano di rientro. Questa soluzione è percorribile soltanto quando il debitore non è riuscito a pagare per cause che non sono derivate dalla sua volontà. Ad esempio una malattia improvvisa che non gli ha più consentito di lavorare. In secondo luogo la legge prevede anche un accordo di ristrutturazione dei debiti. A questa procedura possono accedere anche le imprese. L’iter è lo stesso del piano di rientro, ma a differenza di questo per poter avere la dilazione del debito bisogna avere il parere favorevole del 60% dei debitori. La terza ipotesi prevista dalla normativa è la procedura di liquidazione dei beni. In questo caso il debitore mette a disposizione tutto il suo patrimonio per fronteggiare i propri debiti. In questo caso il tribunale nominerà un liquidatore per la vendita dei beni del debitore. —
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