Con la pandemia sono stati realizzati tanti dehors che avrebbero dovuto essere temporanei, ma non sono mai stati rimossi. E c’è chi vuole regolarizzarli con il “condono”. Ecco cosa sapere.
Sembra un’epoca lontana nel tempo, ma sono trascorsi “solamente” quattro anni dalla pandemia da Covid-19. Pandemia che ha prodotto notevoli ripercussioni; oltre a quelle sanitarie sono state tante le conseguenze, per esempio, in ambito edilizio e commerciale. Conseguenze che hanno richiesto diversi provvedimenti provvisori per gestire una situazione inedita. Nonostante molti di quei provvedimenti erano provvisori, gli interventi autorizzati all’epoca sono ancora esistenti e il recente decreto Salva-Casa potrebbe definitivamente regolarizzarli. Parliamo della situazione dei dehors dei locali commerciali.
Un (breve) riepilogo della situazione
Era il 2020 quando con il cosiddetto Decreto Ristori l’allora governo Conte introdusse la possibilità di costruire all’esterno dei locali commerciali delle strutture temporanee, i dehors appunto, con le quali permettere di ospitare i clienti e, nel rispetto delle norme di distanziamento, permettere lo svolgimento dell’attività di ristorazione.
La misura prevista dal Decreto Ristori proprio perché temporanea era destinata a concludersi a fine dicembre 2021. Tra le varie ondate di diffusione del virus con le relative misure restrittive e le pressioni dei ristoratori per poter continuare a usufruire di quelle strutture di fatto quei dehors non sono mai stati rimossi. E sono stati approvati diversi provvedimenti (Legge di Bilancio 2022, Milleproroghe 2022, Decreto Concorrenza, eccetera) che hanno consentito la permanenza di quelle strutture prevedendo oltretutto anche l’esenzione dal pagamento delle tasse sul canone di concessione e sull’occupazione del suolo pubblico.
Le conseguenze
Al di là di come la si voglia pensare c’è di certo che tali proroghe hanno condizionato il mercato, sia quello della ristorazione che quello delle locazioni. Da una parte, infatti, c’è chi lamenta come la violazione delle regole della concorrenza in favore dei commercianti che hanno la possibilità di usufruire di uno spazio antistante il proprio locale rispetto a coloro che non ce l’hanno. Parallelamente ne ha risentito anche il mercato delle locazioni con i locali che dispongono di un marciapiede ampio hanno un valore (e un affitto) maggiore rispetto agli altri, nonostante tecnicamente abbiano la medesima rendita catastale e paghino la stessa IMU.
Decreto Salva-Casa e dehors: cosa c’è da sapere
Con l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del cosiddetto Decreto Salva Casa c’è la possibilità di sanare lievi difformità edilizie. Ci si è iniziati quindi a interrogare sulla possibilità di far rientrare in questo “condono” anche i dehors dei locali commerciali.
L’articolo 2 del decreto permette il mantenimento di queste strutture a condizione che siano in regola con i regolamenti urbanistici ed edilizi comunali e le relative norme paesaggistiche e che dimostrino le obiettive esigenze di “perdurante necessità”. Per accedere a questa sanatoria è necessario presentare una CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata) indicando il periodo di realizzazione e le comprovate e obiettive esigenze. Per questo ultimo punto ci sono aspetti critici per il mantenimento dei dehors.
Il decreto, infatti, parla chiaramente di “struttura amovibili realizzate per finalità sanitarie, assistenziali, educative” che sono state utilizzate durante il periodo di emergenza nazionale. Di conseguenze le necessità perduranti sono quelle che riguardano solamente questi ambiti di applicazione. Di fatto, quindi, i dehors sono esclusi dal Decreto Salva-Casa, ma non sono da escludere ricorsi e creative interpretazioni della norma che possano modificare quanto attualmente previsto.
Decreto Salva-Casa per i dehors: foto e immagini
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