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Prigionieri di un’impalcatura da più di due anni e mezzo. Vivono così, dal settembre del 2021, i residenti della palazzina di corso Regio Parco 24. Sono imprigionati all’interno di un cantiere bloccato, qualcuno non può aprire le finestre e sono alla costante ricerca di luce. Tutto parte alla fine dell’estate del 2021 quando la New Energy inizia i lavori. Dopo qualche mese, però, gli operai spariscono e tutto si ferma. All’incrocio tra via Pisa e via Messina ci sono i residui del cantiere, qualche calcinaccio e un cartello: «Inizio lavori 1/9/2021. Durata 120 giorni». Nella città dei condomini 2.0 come, in via Ciriè, il primo a energia rinnovabile, evidentemente qualcosa non ha funzionato.

«È una ditta che si è proposta per fare gli interventi relativi al bonus facciate — racconta Massimiliano Oberto, amministratore del condominio fino al 2022 —. Hanno tirato su i ponteggi, iniziato i lavori e poi, da gennaio 2022, sono spariti. Il condominio ha deciso di intentare una causa e io li ho denunciati anche a titolo personale. I lavori erano importanti perché il palazzo aveva infiltrazioni». Il tempo passa, inizia una contesa legale, ma non cambia niente e gli abitanti sono costretti a fare una vita da «reclusi».
Tiziana Calice, abita al terzo piano ed è una delle residenti più sfortunate: entrambi i balconi sono circondati dalle impalcature, mentre in cucina e in camera un’asta di metallo blocca l’apertura delle finestre.

«Qui si vive malissimo — conferma  —. Abbiamo già trascorso due estati così, con la polvere e il caldo che entrano dentro casa. Ora, finalmente, il giudice ha dato l’autorizzazione per la rimozione dell’impalcatura. Chi la toglierà? Chi l’ha messa, spero, oppure noi a nostre spese». Eppure di soldi i condomini ne hanno già spesi parecchi: «Noi avevamo pagato 400 o 500  euro a famiglia per questa ristrutturazione. I lavori sono iniziati ma poi si sono bloccati — continua Tiziana —. E da quel momento è partita una lotta quotidiana per riuscire a fare entrare un po’ di sole in casa. Noi siamo fortunati perché i vicini del piano di sotto hanno un blocco di ferro alle finestre. Io ho chiesto ai muratori di farci aprire almeno le persiane dei balconi, altrimenti, in caso di emergenza, saremmo rimasti in trappola».

I disagi, però, non sono solo per i condomini ma anche per gli esercizi commerciali al piano terra. Un dentista e un un ristorante, ad esempio, sono stati costretti a montare le insegne sui teloni per segnalare la loro presenza.
«Noi abbiamo patito questa situazione — concludono dal ristorante Gandhi —. Qualche mese fa abbiamo rimosso a nostre spese un pezzo dell’impalcatura che era proprio davanti al nostro locale. C’è però una parte di vetrina che è ancora coperta. E per noi è un danno».

La replica della ditta appaltatrice

Arriva intanto, sollecitata dal Corriere Torino, la replica da parte della New Energy, l’azienda che si è occupata dei lavori e della realizzazione del ponteggio. I costruttori respingono al mittente tutte le accuse e puntano il dito sul condominio: mancavano alcuni documenti necessari per dare il via all’intervento di ristrutturazione.

«Prima di iniziare i lavori, – spiegano dalla New Energy – l’ufficio amministrativo aveva richiesto della documentazione obbligatoria e propeudeutica a garantire al condominio, quindi ai condomini, di poter usufruire degli incentivi fiscali in vigore all’epoca». La società, poi, spiega come la documentazione sia stata ricevuta «parzialmente e non regolare (alcuni documenti erano scaduti)». Nonostante questo la procedura è andata avanti.

«I lavori – si precisa ancora – sono iniziati in ritardo rispetto a quanto inizialmente programmato e contrattualizzato, anche per questioni logistiche e di disponibilità di ponteggio (all’epoca, a causa del bum dei bonus edilizi, la reperibilità di ponteggio, come di altri materiali, era molto difficile, infatti l’impresa, per poter rispettare l’impegno assunto, invece che noleggiarlo a prezzo fuori mercato, l’ha acquistato)».

Dopo la posa del ponteggio, però, i lavori si fermano per mancanza di documenti. «Il condominio – si legge ancora – non ha potuto godere degli incentivi fiscali che gli consentivano di ridurre la spesa di ristrutturazione delle facciate. Pertanto la società ha bloccato i lavori per inadempienza da parte del Condominio/amministratore.

Al momento c’è un processo in atto. «Per la società – concludono dalla ditta – i lavori eseguiti rappresentano solo un costo, senza considerare il danno del non poter disporre del ponteggio ancora installato in loco, oltre al disagio che esso causa ai signori condomini. Non è chiaro se l’inadempienza sia stata causata dall’amministratore e il relativo studio, o dagli stessi condomini che non volevano fornire la documentazione. Attendiamo l’evolversi del processo».

15 aprile 2024

 

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