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Il pensionato con debiti deve sapere che la pensione fa parte di quei beni che possono essere aggrediti da un creditore, come previsto dall’articolo 543 del Codice di procedura civile. Nel dettaglio, il pignoramento della pensione rientra nella fattispecie del pignoramento presso terzi, con il quale viene riconosciuto il diritto del creditore a soddisfare le proprie pretese anche aggredendo i beni non ancora nella disponibilità del debitore ma di un terzo soggetto (il cosiddetto terzo pignorato).

Il pignoramento deve avvenire però entro un certo limite: non c’è il rischio infatti di restare senza pensione per colpa dei debiti poiché viene comunque garantito il cosiddetto minimo vitale, il cui importo varia ogni anno in quanto soggetto a rivalutazione.

Ogni anno quindi cambia il limite oltre cui i creditori possono attingere dalla pensione del debitore: in particolare nel 2023 la soglia del minimo vitale esente da pignoramento si è innalzata notevolmente, in quanto paga le conseguenze dell’elevata inflazione.

Alla luce delle ultime novità per il pignoramento della pensione, ecco tutte le istruzioni utili tanto per il creditore quanto per il pensionato debitore.

Quali pensioni possono essere pignorabili

Come prima cosa è bene sottolineare che non tutte le pensioni possono essere oggetto di pignoramento. La regola vuole che tale strumento può riguardare solamente i trattamenti previdenziali, e non quelli assistenziali: per questa ragione, non possono essere soggetto a pignoramento la pensione d’invalidità civile e l’indennità di accompagnamento, come pure l’assegno sociale.

Può essere pignorata, invece, la pensione di reversibilità.

Limite pignorabile pensione 2023

Come anticipato, sia per il pignoramento dello stipendio che per quello della pensione c’è un “minimo vitale” da rispettare. C’è una parte di pensione, infatti, che non può essere pignorata in alcun caso.

Il calcolo del limite pignorabile della pensione può sembrare complesso ma non è così. Basta procedere per step per capire come funziona.

Come prima cosa è bene specificare che dalla pensione non può essere toccata la parte d’importo pari a 2 volte l’assegno sociale. Questo limite fino a qualche anno fa era pari a 1,5 volte l’assegno sociale, fino a quando il decreto Aiuti bis – decreto legge 9 agosto 2022 n. 115 – ha modificato il tutto stabilendo che:

Le somme da chiunque dovute a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione o di altri assegni di quiescenza non possono essere pignorate per un ammontare corrispondente al doppio della misura massima mensile dell’assegno sociale, con un minimo di 1.000 euro. La parte eccedente tale ammontare è pignorabile nei limiti previsti dal terzo, dal quarto e dal quinto comma nonché dalle speciali disposizioni di legge.

Quindi, per calcolare la soglia che è al riparo da qualsiasi aggressione da parte dei creditori bisogna prendere l’importo dell’assegno sociale aggiornato al 2023 e raddoppiarlo. Ne risulta che quest’anno, considerando che l’importo dell’assegno sociale è pari a 503,27 euro, la soglia di pensione non pignorabile è pari a 1.006,54 euro;

Della restante pensione può essere invece pignorato 1/5. Per calcolare l’importo effettivo del pignoramento, dunque, bisogna sottrarre dalla propria pensione i suddetti 1.006,54 euro per poi prendere il 20% del risultato.

Pensiamo ad esempio a una pensione di 1.500,00 euro. La parte che può essere aggredita dal creditore è pari a 493,46 euro, di cui 1/5 equivale a 98,69 euro.

Cosa succede in presenza di più creditori?

Qualora ci siano più creditori che ricorrono al pignoramento, allora il limite si alza. Nel dettaglio, della parte che supera l’assegno sociale di 1,5 volte ne potrà essere pignorata – in presenza di due o più creditori – il 40% (quindi i 2/5).

L’importante è che le categorie di crediti siano differenti tra di loro.

Pignoramento della pensione su conto corrente

Tuttavia, qualora il pignoramento riguardi dei ratei di pensione accreditati sul conto corrente del debitore prima dell’attivazione dell’esecuzione forzata, il limite pignorabile si calcola in maniera differente. Nel dettaglio, si può pignorare 1/5 della parte eccedente a tre volte l’assegno sociale, ossia 1.509,81 euro (importo aggiornato al 2023).

Mettiamo il caso che l’interessato abbia sul conto corrente 2.000 euro. Il primo pignoramento riguarderà 1/5 dell’importo di 490,19 euro, ossia 98,03 euro. I successivi pignoramenti saranno invece effettuati direttamente sulla pensione, secondo le regole indicate nel paragrafo precedente, fino a quanto il debito non verrà estinto.

Pignoramento della pensione da parte dell’Agenzia delle Entrate

Anche l’Agenzia delle Entrate può disporre il pignoramento presso terzi per soddisfare alcuni crediti esattoriali. In questo caso, però, il limite pignorabile varia a seconda dell’importo della pensione, ovvero:

  • 1/10 per importi fino a 2.500 euro;
  • 1/7 per importi compresi tra 2.500 e 5.000 euro;
  • 1/5 per importi superiori ai 5.000 euro.

Come viene pignorata la pensione

L’esecuzione forzata del debito tramite il pignoramento presso terzi può essere richiesta da qualsiasi creditore (privati, banche e Agenzia delle Entrate Riscossione) ma deve essere disposta da un giudice.

In tal caso il pignoramento della pensione può avvenire in diverse modalità:

  • aggredendo la pensione del debitore direttamente presso l’ente erogatore (come ad esempio l’Inps) prima che l’importo venga pagato;
  • aggredendo la pensione del debitore dopo che questa viene accreditata sul conto corrente, quindi rivolgendosi alla Banca o alla Posta.

Come abbiamo visto in precedenza ci sono dei diversi limiti da rispettare a seconda che si tratti di trattamenti previdenziali accreditati prima o dopo la notifica del pignoramento. Per quelli successivi infatti si considera sempre il limite di 1/5 sulla parte eccedente il minimo vitale; nel secondo caso – quindi se vengono pignorate le pensioni accreditate prima della notifica – il limite è pari ad 1/5 della parte eccedente a tre volte l’assegno sociale.

Come difendersi dal pignoramento della pensione

C’è chi consiglia procedure di dubbia trasparenza per mettere al riparo la pensione dal pignoramento. Ma state attenti: rischiate di trovarvi in guai persino più grandi qualora doveste decidere di seguire dei cattivi consigli.

Fatevi sempre consigliare da un esperto, il quale di certo saprà dirvi cosa fare.

A tal proposito, quello che possiamo dirvi in questa sede è che l’unica strada per evitare il pignoramento della pensione è quella di presentare un’opposizione all’esecuzione, sempre supportati da un legale, e sperare che il giudice riconosca le vostre ragioni.

 

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