diEmanuele Buzzi
La presidente Todde: no al partito padronale
Alessandra Todde, Grillo dice che avete bloccato le rinnovabili e rinviato la chiusura delle centrali a carbone. Chi ha ragione, lei o Grillo?
«Non abbiamo rinviato o bloccato nulla. Abbiamo fermato la speculazione. La Sardegna chiuderà le centrali a carbone e farà la transizione ecologica. L’ambiente e il paesaggio sono beni primari e identitari. E sono valori fondanti anche per la comunità Cinque Stelle. Siamo orgogliosi di aver presentato un modello virtuoso basato sulla tutela dell’ambiente senza ulteriore consumo di suolo evitando di trasformare la Sardegna in un paesaggio industriale senza regole».
Grillo però vi ha preso in giro denunciando l’incoerenza con quanto sempre proclamato dal M5S.
«Grillo ha fatto ciò che gli viene meglio: il comico. Ed è chiaro che non conosce la situazione della Sardegna. Noi abbiamo impostato la nostra transizione su un piano energetico regionale con regole chiare su aree idonee e sulla società energetica regionale che approveremo entro 120 giorni».
Parlate delle comunità energetiche. Ma che piano energetico avete per le imprese?
«Vogliamo che famiglie e imprese sarde si possano produrre la propria energia. Investiamo quasi 1 miliardo fino al 2030 per le comunità energetiche, l’autoconsumo, impianti fotovoltaici con incentivi destinati a cittadini, Comuni, imprese e privati».
Lei in passato da viceministra si è detta contraria al metanodotto per la Sardegna.
«Resto contraria. Sono favorevole a fare le infrastrutture necessarie per le zone industriali e alimentare i bacini esistenti. Il gas svolge un ruolo di passaggio nella decarbonizzazione, ma è un combustibile di transizione che importiamo a caro prezzo. Serve, ma vincolato agli obiettivi europei».
A che punto è il reddito di cittadinanza sardo?
«Per il 2024 abbiamo stanziato 40 milioni sul Reis, il nostro reddito di cittadinanza regionale. E in soli sei mesi abbiamo investito oltre 150 milioni su formazione e occupazione».
Grillo l’aveva voluta nel governo Draghi. Ora il Movimento è molto critico con quella esperienza e lei lo è con Grillo.
«Grillo non mi ha voluta da nessuna parte. La mia non è una critica a lui ma al modello a cui vorrebbe riportarci. Dobbiamo guardare avanti per costruire un nuovo M5S in cui i cittadini sono al centro del progetto. Lasciamo ad altri il ricordo del partito padronale».
Conte sta mettendo dei paletti ai renziani e al campo largo. La mossa è dettata anche dalle frizioni interne e dall’esigenza di rispondere indirettamente a Grillo in vista della Costituente?
«Conte pone un tema di credibilità. E lo fa da alleato a pari livello e non da fratello minore. Renzi non è credibile per la base del M5S, di Avs e buona parte del Pd. Perché indebolire un progetto credibile per i nostri elettori?».
Lei andrà a fare campagna in Liguria: una eventuale sconfitta di Orlando dopo il veto su Iv quanto danneggerebbe l’asse con i dem e la linea di Conte?
«Noi vogliamo costruire un’alternativa coerente, proprio come in Sardegna. Il confronto con il Pd andrà avanti al di là dei risultati elettorali. In gioco c’è la costruzione dell’alternativa, non l’orgoglio o l’arroganza».
Chi vede come candidato a Palazzo Chigi per il centrosinistra?
«Mi rivolgo intanto a chi c’è oggi. La Meloni sta per affrontare una legge di Bilancio che per gli italiani sarà lacrime e sangue. Non risparmieranno neanche le case degli italiani. Tasse su tasse in nome dell’austerità».
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