diChiara Dino
Con opere di Duccio, del suo allievo Simone Martini e dei fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti, si apre a New York la mostra “Siena: The Rise of Painting, 1300-1350”
Prima che nel mondo risplendesse la grande arte fiorentina, erano i senesi i veri innovatori. Si deve a loro l’innesto di un nuovo umanesimo sull’iconografia bizantina, di una traccia di gotico venuto dal nord su pale d’altare e tavola dove, su fondi oro, si incastonano forme che anticipano il futuro. È a questa scuola che, prima New York e poi Londra, dedicano una mostra non a caso intitolata Siena: the Rise of Painting: 1300-1350: inaugura al Met il 13 ottobre e qui sarà vistabile sino al 26 maggio per poi arrivare a Londra dall’8 marzo al 22 giugno ospitata alla National Gallery.
Le due città accolgono dunque molti prestiti che arrivano da Siena ma anche da Arezzo: è il caso del Polittico della pieve di Arezzo, un’opera a tempera e oro su tavola di Pietro Lorenzetti con due madonne, quella dell’Annunciazione e quella che tiene in braccio il bambino che sono già donne col tutto il loro portato di turbamento e afflato accudente.
Gli artisti che sono già partiti per la grande mela – e ad accompagnarli ci sono anche la sindaca di Siena, Nicoletta Fabi e di Arezzo, Alessandro Ghinelli – sono Duccio di Buoninsegna, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Simone Martini e altri protagonisti assoluti della cultura pittorica d’Occidente.
I prestiti
Fra i prestiti dell’Arcidiocesi è l’icona bizantina detta Madonna del Carmine. Un altro capolavoro del Museo Diocesano in mostra è la Madonna del Latte di Ambrogio Lorenzetti del 1330 circa, uno dei dipinti più rivoluzionari dell’arte senese del Trecento: con quel bambinello che mentre la mamma lo allatta cingendolo stretto sembra girarsi e guardare giocoso chi lo sta fissando al di fuori della tavola. Dall’Eremo di San Galgano arrivano le due sinopie (disegni preparatori) dell’Annunciazione, sempre di Ambrogio Lorenzetti.
Il vero colpo grosso della mostra, che si fonda su prestiti che arrivano da varie parti del mondo, è però la ricostruzione della predella del tergo della Maestà di Duccio di Buoninsegna: dall’Opera Metropolitana di Siena arrivano la Tentazione di Cristo al Tempio e le Nozze di Cana, dalla Frick Collection di New York la Tentazione di Cristo sul monte, dalla National Gallery of art di Washington la Vocazione di Pietro e Andrea; Cristo e la Samaritana al pozzo sono prestate dal Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza di Madrid, la Guarigione del cieco nato fa parte della collezione della National Gallery di Londra così come la Trasfigurazione, mentre la Resurrezione di Lazzaro appartiene al Kimbell Art Museum di Forth Worth in Texas.
L’orgoglio dei sindaci
Ovvio che una tale celebrazione della nostra arte faccia inorgoglire i primi cittadini delle città protagoniste dei prestiti. Dice Nicoletta Fabio (Siena): «È motivo di soddisfazione esser qui a New York, una città all’avanguardia come Siena lo è stata nel Trecento. Spero che la risonanza di una mostra di questo genere possa incuriosire e invitare a venire a Siena a vedere gli affreschi del Cattivo e Buon Governo di Palazzo Civico, attualmente in fase di pre-restauro a cantiere aperto».
Aggiunge Ghinelli (Arezzo) cui era stato in un primo momento bloccato il trasferimento dell’opera: «Oggi, vedere il polittico al Met, un museo dove passano ogni anno otto milioni di visitatori, è motivo di grande emozione. È un moltiplicatore di consensi e di interesse per la mia città ».
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