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L’EDIFICIO
La galleria Pennacchi evita il fallimento grazie al concordato preventivo accolto nei giorni scorsi dal tribunale di Roma. Si tratta di una delle prime procedure di concordato preventivo (n. 89/2023 del Tribunale di Roma) omologato in base al nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. La società Pennacchi C. srl, proprietaria della storica galleria commerciale nel pieno centro di Latina, era schiacciata dai debiti per un totale di 15.7 milioni, indicato come passivo concordatario. Questo significa, tra l’altro, che tutte le aste ancora in piedi, alla data di presentazione della domanda di accesso al concordato, sono tutte decadute per effetto della sentenza del tribunale di Roma.
L’accordo è stato raggiunto con il supporto della “Lega & Partners”, studio di consulenza romano specializzato in crisi di impresa e consulenza strategica, in qualità di advisor finanziario che ha assistito la Pennacchi C. Srl nella complessa procedura.
«Il Tribunale di Roma – spiega la società di consulenza – ha ritenuto valido il piano proposto in regime di continuità diretta dalla società, visto il parere favorevole del commissario giudiziale, e ne ha dichiarato l’ammissibilità dando quindi avvio alla fase di voto da parte dei creditori. Successivamente è stato necessario ricorrere al “cross class cram down” (ossia l’omologazione del concordato preventivo in continuità nel dissenso dei creditori) superando la necessità dell’unanimità delle classi nelle quali i creditori erano stati suddivisi». La procedura, in questo caso, si basa sul criterio del voto della maggioranza favorevole delle classi, di cui almeno una composta da creditori privilegiati.
LA STRUTTURA
Mentre alcuni appartamenti del grattacielo sono stati già veduti all’asta, il concordato preventivo permetterà di “salvare”, almeno per il momento, i locali commerciali al piano terra. Negli ultimi anni ha fatto una certa impressione, per chi a Latina ha conosciuto la Galleria Pennacchi negli anni del fervore economico, vedere il lento decadimento dell’intera area, sia quella residenziale, sia quella commerciale. Saracinesche abbassate una dopo l’altra, aree comuni invase da sporcizia e degrado. Tutto che finiva all’asta, come i locali del “Bingo”, una delle ultime attività di successo nella galleria che divide Corso Matteotti e via Don Morosini.
Un edificio che vanta numeri da record: 352 unità immobiliari tra depositi e locali commerciali al piano terra, uffici nei primi due piani e appartamenti in tutto il resto. Oggi è un simbolo, alto 90 metri per 22 piani, che rappresenta la Latina che scompare.
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