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Un nuovo capitolo si apre nell’ambito delle indagini sul caso del caseificio di Carinaro, dove un crac finanziario ha scosso le fondamenta del settore lattiero-caseario. In un blitz condotto dalla Guardia di Finanza, quattro imprenditori sono stati indagati e oltre 300mila euro sono stati sottoposti a sequestro preventivo. Ma le accuse non si fermano qui: un quinto individuo è stato raggiunto da un avviso di garanzia per presunto riciclaggio.

 

L’operazione, condotta questa mattina (16 maggio), è il culmine di un’attività investigativa complessa e articolata coordinata dalla Procura di Napoli Nord. Grazie al lavoro congiunto della Sezione di Polizia Giudiziaria Aliquota Guardia di Finanza ed alla Compagnia Pronto Impiego Gdf Aversa, è stato possibile mettere sotto chiave un ingente quantitativo di risorse finanziarie, stimato complessivamente in 308.207,80 euro.

 

Le accuse che pendono sui quattro imprenditori sono gravi e variegate. Si parla di bancarotta fraudolenta, documentale e distrattiva, per un ammontare che supera i 172mila euro. Inoltre, si contesta loro il sistematico e reiterato inadempimento delle obbligazioni fiscali, che ha generato un debito fiscale di oltre 132mila euro, portando la società al collasso finanziario.

 

Ma le responsabilità non si esauriscono qui: si ipotizza anche il reato di autoriciclaggio, con gli imprenditori accusati di aver trasferito il patrimonio aziendale della società in crisi ad un’altra società, risultata essere una sorta di “clone” della prima. Questa nuova entità, a sua volta, è coinvolta in una serie di contestazioni riguardanti la responsabilità amministrativa da reato prevista dal D.Lgs. 08/06/2001 n. 231, per il delitto di autoriciclaggio commesso dalle figure apicali aziendali.

 

Il passivo accumulato dalla società fallita nei confronti dei creditori è di circa 496mila euro, senza contare l’ammontare dovuto all’erario. Nel frattempo, non è stato identificato alcun attivo che potesse contribuire ad attenuare la situazione debitoria.

 

Parallelamente agli indagati per bancarotta e autoriciclaggio, un’altra persona è stata raggiunta da un avviso di garanzia per riciclaggio. Inoltre, un altro decreto di sequestro preventivo è stato eseguito nei confronti di uno degli indagati, per un importo di 51.391 euro, riferito all’indebito percepire del Reddito di cittadinanza e l’Assegno per i figli a carico.

 

Questa indagine si inserisce in un ampio contesto investigativo avviato dalla Procura di Napoli Nord, in collaborazione con la Guardia di Finanza. L’obiettivo è chiaro: contrastare le economie illegali che minano il tessuto economico del territorio e tutelare le pubbliche finanze da fenomeni di frode e evasione.

 

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