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Entro aprile, al massimo metà maggio, potrebbe essere emanato un decreto denominato “Salva Casa”, noto anche come “Pace Edilizia”. Questa è stata la sorpresa annunciata dal vicepremier Matteo Salvini, in vista delle elezioni europee di giugno.

L’obiettivo è sanare le “lievi difformità” o le “irregolarità strutturali” che coinvolgono circa l’80% del patrimonio immobiliare italiano, secondo quanto comunicato a Salvini dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, e che stanno ostacolando le transazioni immobiliari, come tramezzi spostati, finestre non dichiarate nei permessi di costruzione, parti di immobili non segnalate come nicchie nei registri comunali.

Obiettivo del condono

Le linee guida sono state presentate durante la riunione sul “Piano Casa”, che si è tenuta presso il Ministero stesso, alla presenza del vicepremier e Ministro Matteo Salvini, insieme al Dipartimento per la Programmazione e il Coordinamento della Politica Economica (DIPE), e con la partecipazione di circa 50 rappresentanti tra istituzioni, enti, associazioni, ordini professionali e fondazioni del settore.

La ratio è quella di tutelare i piccoli proprietari immobiliari che, in molti casi, hanno atteso per decenni la regolarizzazione delle loro situazioni e che spesso si trovano nell’impossibilità di ristrutturare o vendere la propria casa. Il ministro Salvini lo aveva affermato nei giorni scorsi che stava lavorando ad un pacchetto per sanare irregolarità edilizie.

I documenti da presentare per sanare gli immobili irregolari

Il provvedimento, che ricordiamo non è ufficiale ma ancora in fase di valutazione presso il ministero delle Infrastrutture, mira principalmente a correggere specifiche situazioni e riguarderà principalmente difformità interne agli edifici.

Con questo concetto, si intendono lievi modifiche che hanno apportato i proprietari in una singola unità immobiliare. Tali variazioni possono comprendere lo spostamento di una finestra o di un muro, ma anche interventi più significativi, come la costruzione di un piano aggiuntivo rispetto a quello previsto nel titolo edilizio dell’epoca. Difformità che, in caso di compravendita dell’immobile, possono portare a problemi.

Ma il Piano Casa di Salvini risolverà anche i casi di difformità formali, che possono capitare per immobili realizzati senza permesso o sprovviste di documentazioni, come possono essere gli immobili più datati. In questo caso, le nuove normative in fase di studio dovrebbero semplificare il processo di accertamento dello stato legittimo dell’immobile anche nel caso in cui manchino altri elementi, fornendo tre opzioni:

  • La presentazione di una Segnalazione certificata di inizio lavori (Scia) in sanatoria;
  • Il pagamento di una sanzione per gli interventi eseguiti in parziale difformità rispetto alle normative;
  • Il rispetto dei limiti previsti dalle tolleranze costruttive che non compromettono lo stato legittimo dell’immobile.

Tuttavia, questo processo non sarà gratuito per coloro che desiderano regolarizzare le loro proprietà. L’idea, ancora in fase di sviluppo, è di far pagare una tariffa proporzionale alle discrepanze rispetto alle normative edilizie in vigore, in modo che le irregolarità maggiori siano soggette a tariffe più elevate. Ad oggi però, non si sanno ancora a quanto potrebbero ammontare queste multe.

Cos’è la conformità doppia e il tema delle tolleranze costruttive

Altro tema su cui il decreto “Salva Casa” dovrà intervenire riguarderà l’eliminazione della necessità di conformità doppia. Si tratta di quei casi di difformità che erano sanabili all’epoca di realizzazione dell’intervento edilizio, ma che oggi non lo sono più. Per esempio, una casa costruita con una metratura più ampia rispetto al titolo edilizio: quando venne fatto era possibile, ma oggi non è più consentito. Il piano di Salvini mira quindi a superare tale principio, consentendo di sanare gli immobili conformi all’epoca ma non più oggi.

Altra questione da considerare riguarda le tolleranze costruttive. Attualmente, la legge stabilisce che le variazioni entro il 2% rispetto ai permessi edilizi siano pienamente legittime. Tuttavia, i tecnici ritengono che questa percentuale abbia senso per le costruzioni recenti, ma possa risultare inadeguata per gli immobili più datati, che spesso presentano standard costruttivi e progettuali molto più approssimativi rispetto a quelli attuali. La proposta sul tavolo è quella di aumentare questa soglia (almeno fino al 5%) per gli immobili più vecchi, ad esempio quelli costruiti prima del 1985.

Ma Giorgia Meloni frena: “Non ho letto nulla, non commento”

Ma la premier Giorgia Meloni gela subito Salvini: “Non ho letto la norma. E non posso commentare ciò che non ho letto”. Un modo per frenare gli entusiasmi dell’alleato: “Salvini mi accennò qualcosa diverso tempo fa, ma non sono in grado di esprimere un giudizio”, dice Meloni a Porta a Porta. Ammettendo così di non essere stata informata dello stato di avanzamento dei lavori.

Anche se è favorevole ad un condono per piccole variazioni interne: “Ho letto il comunicato del ministero dei Trasporti che parla di sanare piccole difformità interne, cioè se hai alzato un tramezzo per fare due stanze dove ce n’era una. Se è questo parliamone, è ragionevole”.

Insorgono le opposizioni. Ma le associazioni applaudono

La proposta di Salvini è subito stata bollata dalle opposizioni come un condono edilizio che premia chi viola le regole.

“Che altro ci si poteva aspettare da Salvini se non l’ennesimo annuncio di condono edilizio? Lo chiama ‘pace edilizia’ ma in realtà è la promessa elettorale per sanare abusi e ristrutturazioni illecite”, dice Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati. Per Francesco Boccia, presidente del gruppo Pd al Senato, è “il vecchio vizio della destra, un classico: un condono non si nega a nessuno, specie in campagna elettorale”. Angelo Bonelli, deputato di Avs e portavoce di ‘Europa Verde – Verdi’, parla di norma “salva-Lega”, ribadendo che si tratta di un condono.

Ma le associazioni di categoria difendono invece le misure, respingendo le critiche. Come Confedilizia, con il presidente Giorgio Spaziani Testa che ha dichiarato: “Condividiamo l’impostazione, finalizzata a garantire più certezze ai proprietari e facilitare la commercializzazione degli immobili.” Il vicepresidente dell’Ance, Stefano Betti, ha chiarito che si tratta di un’iniziativa non condonatoria, ma volta a risolvere piccole discrepanze di natura formale all’interno delle abitazioni, limitate a difformità precedenti al 1977 e di natura assolutamente marginale all’interno degli alloggi. Betti ha inoltre sottolineato che sebbene il provvedimento sia interessante nel breve termine, rappresenta solo una soluzione parziale rispetto alle sfide che devono essere affrontate nel medio e lungo termine.

 

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