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Il Superbonus e la psicosi del caro energia scatenatasi lo scorso anno sono stati un cocktail vincente per l’avanzata del fotovoltaico in provincia di Brescia. Un aumento senza precedenti di impianti quello registrato nel 2022 dal Gse: quasi 9 mila quelli installati nell’arco dei 12 mesi, ovvero una media di 24 impianti al giorno. Una crescita più che tripla rispetto all’anno precedente, con un aumento del 18% della potenza installata. E il trend per il 2023 sembra essere confermato: stando ai dati del gestore dei servizi energetici nel primo bimestre (gennaio-febbraio) in Italia sono stati installati 65mila nuovi impianti (+244% rispetto allo stesso periodo del 2022) di cui oltre 2 mila nella nostra provincia: il trend va esaurendosi con la stretta sul Superbonus imposta dal governo Meloni ma anche nel 2023 si dovrebbero bissare i numeri record dell’anno precedente.
 
Sia chiaro, la provincia di Brescia è la più energivora d’Italia, con 13 miliardi di kilowattora (ovvero 13 mila GWh) consumati all’anno (due terzi dall’industria, un terzo solo dalle acciaierie) ed i pannelli fotovoltaici non soddisfano che il 4,75% dell’energia richiesta (617 GWh nel 2022) ma abbinati all’idroelettrico (mediamente si producono 2500 GWh l’anno) e alle energie a biomasse (altri 900 GWh annui) oltre un terzo dell’energia elettrica prodotta è totalmente green (la quota scende sotto il 20% se per energia intendiamo anche quella necessaria al riscaldamento e ai trasporti). Brescia, dove vive il 2% della popolazione nazionale, vanta il 3,5% di tutti i pannelli solari d’Italia. Fa meglio solamente la provincia di Roma (3,9%). Altra cosa è la quantità di energia prodotta: trovandosi al nord dello Stivale la quantità d’irraggiamento è minore rispetto al sud e così Lecce, con molti meno pannelli, produce il 3% dell’energia fotovoltaica italiana mentre Brescia è seconda con il 2,6%, alla pari con Foggia e Cuneo. Un aspetto per nulla secondario riguarda i sistemi d’accumulo, sempre più diffusi e in grado di trattenere l’energia prodotta in eccesso durante il giorno per renderla disponibile nelle ore notturne: un quinto di tutti questi sistemi si trova proprio in Lombardia (47.651) e Brescia anche qui fa la parte del leone, avendone il maggior numero, dopo la provincia di Milano. 

Superati i ritmi del primo conto energia di 15 anni fa

Per quanto riguarda i numeri di impianti installati in un anno si sono addirittura superati i ritmi dei primi 5 conti energia, che dal 2005 al 2013 riconoscevano ghiotti incentivi (sfioravano il mezzo euro a Kwh immesso in rete), con il clou di nuove installazioni nel 2010. Il dato rilevante è che dei 200mila pannelli presenti in Lombardia più di un quinto (oltre 42mila) sono solo nella nostra provincia. Se verrà confermato il trend dei primi mesi dell’anno, nel 2024 si supereranno i 50mila impianti.
Dal prossimo anno vengono meno i generosi incentivi del Superbonus 110, che permettevano di realizzare un impianto a costo zero, pagato dallo Stato (oltre 2mila abitazioni solo nel 2022 hanno beneficiato di questa misura). Le detrazioni scendono al 70% e al 65% nel 2025. 

Il futuro: l’avanzata delle comunità energetiche

Ciò che dovrebbe contribuire ad aumentare la potenza installata è la formula delle Comunità energetiche, ovvero un patto tra privati cittadini, aziende e istituzioni pubbliche, sulla possibilità di fruire dell’energia «condivisa» da un impianto. Energia che dovrebbe essere pagata di più di quello che il Gse riconosce oggi a chi immette in rete i Kwh non consumati (nel 2023 la media si aggira intorno ai 0,16 euro a Kwh). La multiutility Garda Uno si è candidata a fare la parte del leone, stilando un progetto da 17,1 Megawatt di potenza complessiva suddivisa in 258 nuovi impianti a beneficio di 43 comuni dove vivono quasi 300 mila persone. Importante anche l’agenda della Comunità montana della Valtrompia, che punta a installare 6,2 Mw di fotovoltaico in 12 comuni. In città quest’anno nascerà sulle ceneri dell’Ideal Standard un parco fotovoltaico da 5 Mw e tante altre dovrebbero nascere nel resto della provincia: si punta ad avere una Cer per comune. Piccolo problema: non sono ancora arrivati i decreti attuativi, attesi da 15 mesi.

 

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