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Diecimila domande di condono nella sola città di Pozzuoli a partire dal 1984. È il dato che arriva dall’epicentro del bradisismo dove finora 207 nuclei familiari sono stati costretti a lasciare le proprie case dopo il forte sciame sismico di undici giorni fa. Comprende piccoli e grandi abusi censiti: verande, balconi, tettoie, finestre e ampliamenti di varia natura che continuano a proliferare, mentre sono nettamente calate le costruzioni ex novo di edifici in tutta l’area flegrea.

Fenomeno fermo agli anni Ottanta e Novanta, al netto di poche decine di villette e bilocali senza permesso di costruire realizzati in aree difficilmente raggiungibili e sorvegliabili come la collina di Cigliano e la piana di Licola a Pozzuoli, dove negli ultimi tre anni le colate di cemento selvaggio hanno portato alla nascita di circa quindi unità abitative e capannoni. Volumi sorti negli anni in zone da sempre colpite dall’abusivismo come le campagne al confine con i comuni di Marano e Pianura a Quarto, nelle zone dello Scalandrone e al Fusaro a Bacoli e a Monte di Procida. Ed è proprio nel più piccolo dei comuni flegrei che una coppia stava realizzando il terzo piano di una villetta già sottoposta a sequestro con sigilli apposti ai primi due livelli nel 2023.

Si tratta di un edificio in cemento armato, costruito nonostante i divieti e il rischio idro-geologico causa di numerose frane che mettono in pericolo il comune di poco più di 12mila abitanti che sorge sul punto più alto dei Campi Flegrei. I lavori erano ripartiti mercoledì mattina proprio nelle ore in cui era in corso in Parlamento il Question Time con il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci che puntava il dito proprio contro l’abusivismo edilizio in una zona ad alto pericolo sismico, annunciando lo stop a nuove costruzioni.

L’abuso è stato scoperto e bloccato dai carabinieri della stazione di Monte di Procida che sono giunti in via Cimituozzo, a cui si accede attraverso un’angusta stradina, dove hanno trovato trovando alcuni operai, peraltro tutti irregolari, che stavano gettando il cemento al nuovo solaio. La coppia è stata denunciata per violazione di sigilli, abusivismo edilizio e danneggiamento, mentre gli operai sono stati sanzionati e tutta l’attrezzatura edile è stata sottoposta a sequestro.

Si tratta dell’abuso più grande commesso a Monte di Procida negli ultimi otto anni, secondo un report comunale da cui emergono casi di abusi legati esclusivamente a piccoli ampliamenti come verande, balconi e finestre. Stesse situazioni registrate anche a Quarto e nei comuni di Bacoli e Pozzuoli, zone maggiormente colpite dal fenomeno sismico e che rientrano anche nella cosiddetta “zona rossa del bradisismo” dove resta alta l’attenzione sulle nuove cementificazioni, anche alla luce dei nuovi piani urbanistici comunali.

A Bacoli, due mesi fa, l’amministrazione guidata dal sindaco uscente Josi Della Ragione ha approvato il nuovo Puc che prevede la costruzione di 350 nuovi appartamenti che saranno realizzati su suoli privati dagli stessi proprietari dei terreni: di questi, una metà sarà venduta o data in affitto, mentre l’altra metà sarà destinata ai proprietari delle abitazioni che rientrano nel piano degli abbattimento previsto dal Puc in funzione della delocalizzazione come area di atterraggio per gli interventi di compensazione previsti dal piano. Abbattimenti di edifici e nuove colate di cemento che stanno destando preoccupazione in città.

Anche a Quarto la giunta comunale ha dato il via libera al Piano urbanistico attuativo (PUA) che prevede la costruzione di circa dieci villette in via Marmolito, zona meglio nota come “la macchia”, al confine con i comuni di Marano e Qualiano, in un’area di oltre diecimila metri quadrati. Un progetto che risale a circa quindici anni fa e che per l’amministrazione comunale era necessario portare a termine per scongiurare contenziosi con i privati.

Stop alle costruzioni e particolare attenzione ai nuovi volumi invece a Pozzuoli, il comune più colpito dagli sciami sismici di questa seconda grave crisi sismica dopo quella del 1982-84 che portò alla diaspora dal centro storico e alla nascita del quartiere di Monterusciello, l’ultimo grande insediamento urbano. «Potremmo prevedere solo qualche nuovo volume per le attività produttive», avverte l’assessore Giacomo Bandiera.



 

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