Introdotti dei correttivi con effetto retroattivo, cosa significa in termini pratici per i cittadini ma anche per le banche e le imprese.
Tra le novità più importanti volute dall’Esecutivo c’è il cosiddetto “spalma crediti” da quattro a dieci anni per le spese legate ai bonus edilizi sostenute dal gennaio 2024 (con effetto, quindi, retroattivo).
C’è poi lo stop da gennaio 2025 alla compensazione per banche e assicurazioni dei crediti da bonus edilizi con i contributi Inps e Inail.
È stata affidata ai Comuni la possibilità di effettuare controlli anti frode nell’applicazione delle agevolazioni fiscali edilizie (trattenendo fino al 50% di quanto recuperato).
La norma è retroattiva per i cittadini
Ovvero si deve applicare già alle spese sostenute dal primo gennaio 2024. Per i cittadini significa che dovranno attendere più tempo di quanto stimato in base alle “vecchie” regole per avere il tutto il rimborso che spetta. Rimane la detrazione in 4 anni per le spese effettuate fino al 31 dicembre 2023.
L’obbligo di ripartizione in dieci anni vale solo per l’utilizzo diretto in dichiarazione dei bonus e non riguarda l’utilizzo dei crediti d’imposta derivanti da cessione o da sconto in fattura.
Le imprese che hanno acquisito i crediti, anche per effetto dello sconto in fattura, continueranno a utilizzarli in base alle regole in vigore oggi: quattro rate se relativi al superbonus e in cinque se legati a sisma bonus e bonus barriere architettoniche (anche se i crediti fanno riferimento a spese sostenute dal 1° gennaio 2024).
Stop alle compensazioni per le banche
Dal 2025 gli istituti non potranno più compensare i crediti del superbonus con debiti previdenziali, assistenziali e i premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, pena il recupero del credito con interessi e una sanzione. Non solo. Banche, assicurazioni e intermediari che hanno acquistato crediti pagandoli meno del 75% del loro valore originario, dovranno ripartire le rate in sei quote annuali, che non potranno essere cedute o ulteriormente ripartite.
Le nuove aliquote
Nel decreto c’è anche un ulteriore taglio dello “sconto” per i lavori di ristrutturazione. L’aliquota della detrazione per interventi di recupero edilizio e di riqualificazione energetica si riduce. Il bonus per il 2024 è al 50%, con un tetto di spesa detraibile di 96mila euro. Dal 2025 scende al 36% con un tetto di 48mila euro. Dal 2028 si riduce ancora al 30%. Sono esclusi solo gli “interventi di sostituzione del gruppo elettrogeno di emergenza esistente con generatori di emergenza a gas di ultima generazione”.
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