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Operazioni sospette, milioni versati come anticipo di contratti mai conclusi (e poi non restituiti), false comunicazioni sociali. C’è questo nell’indagine per bancarotta fraudolenta che ha portato nel mirino della Procura di Bari le società della famiglia Mazzitelli, storici costruttori ed editori della città operanti sul territorio sin dalla fine degli anni Quaranta. L’ipotesi della Procura, che ieri ha perquisito quattro rappresentanti legali di cinque società, è che diversi milioni di euro siano passati da una società a un’altra del gruppo, in maniera fraudolenta, in modo che venissero «svuotate» le casse della prima, sottoposta nel 2022 alla procedura di concordato preventivo.

La società in concordato ha versato 20 milioni di euro

In sostanza, in almeno tre occasioni, la società tuttora sottoposta a concordato preventivo avrebbe stipulato tre contratti preliminari di acquisto di quote sociali di un’altra, sempre riconducibile alla famiglia Mazzitelli, versando anticipi per 20 milioni. Tutto regolare, se non fosse che in un caso il contratto definitivo non è mai stato stipulato, in un altro è stato stipulato ma solo a 12 anni dalla firma del preliminare – quando ormai le quote da acquistare non avevano più alcun valore – e, nel terzo caso, l’accordo fu poi risolto consensualmente tra le parti, a molti anni di distanza dalla firma del preliminare. I fatti contestati risalgono al periodo 2010-2011.
Oltre a questa grande distanza temporale tra il pagamento dell’anticipo e la risoluzione – in un modo o nell’altro – del contratto, a insospettire gli inquirenti è stata anche la circostanza che i rappresentanti legali dell’azienda, indagati, non avrebbero fatto nulla per chiedere la restituzione delle somme versate. Condotte che, per la Procura, «avrebbero, nel tempo, determinato la crisi di liquidità e il depauperamento del patrimonio sociale dell’impresa», nel frattempo sottoposta a concordato.

Le perquisizioni

E dunque, nelle perquisizioni eseguite, i finanzieri hanno acquisito tutta la documentazione utile a confermare le tesi della Procura. Le indagini sono coordinate dalla pm Luisiana Di Vittorio e condotte dal nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Bari, guidata dal colonnello Arcangelo Trivisani. Nello specifico, gli inquirenti procedono per bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione e impropria, da atti dolosi e da false comunicazioni sociali.

Il business della famiglia Mazzitelli

La famiglia Mazzitelli, la cui azienda principale (nata nel 1946) porta il nome del fondatore Orfeo, ha legato il suo nome ad alcune delle principali innovazioni avvenute nell’ultimo mezzo secolo nella città di Bari. Fu proprio Orfeo Mazzitelli a fondare, nel 1973, la rete Telebari, che l’anno scorso ha tagliato – prima tra le tv private italiane – il traguardo dei 50 anni di età. La via che porta il nome dell’ingegnere – ex aviere e reduce della seconda guerra mondiale – è la principale arteria della nuova zona di Poggiofranco, quella dei palazzi chic (e costosi) e di locali, ristoranti e pizzerie che animano da qualche anno quella parte della città. Fu il sindaco Antonio Decaro, nel 2017, a intitolare quella via (che porta a un’altra strada intitolata a un costruttore, Salvatore Matarrese) a Orfeo Mazzitelli, «un imprenditore – disse il primo cittadino – che ha fatto la storia della nostra città con lungimiranza e tenacia».

 

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