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Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, ha annunciato – durante un’intervista al gruppo editoriale spagnolo Vocento – la forte probabilità di un nuovo aumento dei tassi di 50 punti alla prossima riunione del 16 marzo. Se la decisione venisse confermata, si tratterebbe del sesto aumento consecutivo, l’ultimo in ordine di tempo è stato il 2 febbraio, sempre di 0,5 punti percentuali. La politica monetaria restrittiva della Bce è iniziata a luglio scorso e l’effetto sui mutui è già stato pesante. Cosa potrebbe succedere ora?

Mutui a tasso fisso

Lo scenario per chi ha un contratto di mutuo in essere varia a seconda del tipo di tasso: fisso o variabile dipende, infatti, dalla somma dello spread (una percentuale decisa dalla banca) più un tasso di mercato che generalmente è l’Euribor per i mutui a tasso variabile e l’Irs per i mutui a tasso fisso. Per questi ultimi, la crescita dell’Interest rate swap (Irs) non crea preoccupazioni perché l’aliquota, una volta fissata il giorno della stipula del mutuo, non cambia e resta tale fino all’estinzione. Il problema sussiste per coloro che devono ancora accendere il mutuo a tasso fisso adesso: rispetto a inizio 2022, infatti, il valore dell’Irs è triplicato e trovare offerte interessanti diventa sempre più difficile.

Mutui a tasso variabile

Il rischio più immediato è certamente quello di vedere alzarsi ulteriormente i tassi sui mutui variabili. Secondo un report di Facile.it, la rata di un mutuo medio a tasso variabile sottoscritto, per ipotesi, a inizio 2022 potrebbe salire nei prossimi mesi di quasi 35 euro rispetto ad oggi. In poco più di un anno, il mutuatario si troverebbe a pagare una rata mensile più pesante di 197 euro, vale a dire circa il 43% in più rispetto a quella iniziale. Ma potrebbe non finire qui: secondo gli esperti l’Euribor a 3 mesi potrebbe crescere ancora arrivando a giugno 2023 intorno a 3,4%. Se le previsioni si dovessero rivelare corrette, la rata del mutuatario preso in esame arriverebbe a ben 711 euro, 255 euro in più rispetto a quella sottoscritta a gennaio 2022.

Come contenere i rincari

Alcune soluzioni per evitare ulteriori rincari alla rata del mutuo ci sono. Chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile è ancora in tempo per valutare una surroga e passare così a un tasso fisso, di fatto bloccando il valore della rata nei prossimi mesi. È un’operazione che permette di cambiare tutto del mutuo, fatta eccezione ovviamente per il capitale residuo, trasferendo il debito anche a un’altra banca. Altrimenti, con la medesima banca il cliente può rinegoziare il mutuo, passando da un tasso variabile a un tasso fisso oppure a un tasso misto, rata protetta o con tetto massimo. La banca non è obbligata, ma con l’approvazione della Finanziaria 2023 (in vigore fino al 31 dicembre prossimo), per alcuni clienti la rinegoziazione è possibile senza l’ok della banca ma con il rispetto di determinate condizioni, che sono uguali per tutti. Questa alternativa è detta rinegoziazione di Stato.

 

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