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Rischiava di subire il pignoramento dello stipendio, ma il tribunale di Teramo l’ha pensata diversamente, sancendo che i debiti vanno sì pagati, ma senza che questi siano di nocumento alle necessità primarie.

Viene così fatto ulteriormente ricorso alla legge n. 3/2012, meglio conosciuta come legge “salva suicidi”, un provvedimento che ha permesso a molti debitori di potersi vedere rateizzati nel tempo i debiti accumulati nei confronti di banche, finanziarie, Agenzia delle Entrate e non solo.

Grazie al ricorso alla legge 3/2012 un debitore ha avuto accesso alla rateizzazione dei debiti – abruzzo.cityrumors.it – Fonte Pixabay

A beneficiarne è stato anche un piccolo commerciante teramano che, dopo la chiusura della sua attività operante nel settore dell’abbigliamento, oggi lavora come dipendente ed è ancora costretto a fare i conti con una sfavorevole congiuntura economica che nel giro di qualche anno lo ha portato ad accumulare quasi 300.000 euro di debiti, prevalentemente nei confronti del Fisco.

Accolta la richiesta di rateizzazione

Il tribunale teramano ha così accolto la richiesta di rateizzazione del debitore, presentata facendo riferimento proprio alla legge del 2012. Non solo: in virtù del ricorso a tale provvedimento, il tribunale ha sospeso il pignoramento del quinto dello stipendio dell’uomo, che nel frattempo era diventato dipendente e si era visto sottoporre tale provvedimento da parte di due enti creditori: l’uomo attualmente percepisce uno stipendio mensile di 1.400 euro, necessario per il mantenimento della sua famiglia.

avvocato
Il provvedimento permetterà al debitore di pagare i debiti in linea con le proprie possibilità, salvaguardando anche il proprio stipendio dal pignoramento, poiché indispensabile per provvedere al mantenimento delle esigenze della famiglia – abruzzo.cityrumors.it – Fonte Pixabay

La procedura di liquidazione controllata approvata dal tribunale (collegio presieduto dal giudice Carlo Calvaresi, a latere Flavio Conciatori e Ninetta D’Ignazio in questo caso nominata giudice delegata) ha previsto il pagamento di 36 rate mensili di 280 euro che potranno essere tratte dallo stipendio del debitore. Avanzano così nelle tasche del debitore 1.120 euro netti mensili che provengono dalla retribuzione del ricorrente e che devono essere esclusi dalla liquidazione, poiché – si legge – indispensabili per “far fronte alle esigenze di vita quotidiana dello stesso e del suo nucleo familiare”.

Il piano approvato, che ha una durata di tre anni, permetterà pertanto all’uomo di rimborsare i debiti in linea con le proprie possibilità. Il debitore è stato assistito dall’avvocato Berardo Di Ferdinando, che ha redatto il ricorso quale legale e delegato Adusbef (l’associazione a difesa dei consumatori e degli utenti) per la provincia di Teramo.

 

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