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Besseghini lancia l’allarme sicurezza e chiede investimenti sul gas, vicina l’intesa Governo Regioni su aree idonee per rinnovabili. crolla il Superbonus. La rassegna stampa

Il presidente di Arera, Stefano Besseghini, lancia l’allarme: ci sono ancora rischi per la sicurezza energetica dell’Europa e chiede di investire nel gas. L’intesa tra Governo e Regioni sulle aree idonee per l’installazione di impianti rinnovabili sembra a un passo. Intanto crolla il Superbonus, i lavori a maggio scendono vertiginosamente.

BESSEGHINI (ARERA): “RISCHIO CHE EUROPA INVESTA ANCORA SUL GAS”

“«Non tutto il Mediterraneo è Europa, ma l’Europa non può assolutamente fare a meno del Mediterraneo. Ne abbiamo bisogno per la nostra indipendenza energetica. Ma grazie alla posizione dell’Italia siamo al centro dello sviluppo di reti che saranno protagoniste della transizione. Anticipando un dialogo politico tra Paesi che fanno fatica a parlarsi». In quanto presidente di Arera, l’Autorità che regola l’energia, Stefano Besseghini è il padrone di casa dell’assemblea annuale di MedReg, l’associazione dei “regolatori” dei Paesi che si affacciano sulle sponde del Mediterraneo, che si tiene il 12 e 13 giugno a Selinunte. Si tratta delle authority da cui dipende il nuovo sistema di interconnessioni che permetterà il passaggio di tutta l’area da un sistema basato sui fossili a uno in cui saranno protagoniste le rinnovabili. Nei tubi sul fondo del mare ora passa il gas, un domani ci sarà l’idrogeno “verde” in arrivo dall’Africa. Accanto correranno le reti elettriche dove l’Europa può importare la produzione solare o eolica; non solo dai paesi arabi, ma anche dai Balcani. In pratica, accanto ai templi di Selinunte, si gioca una parte del prossimo futuro”, si legge sull’edizione odierna de Il Sole 24 Ore.

“(…) Il dialogo tra i “regolatori” potrebbe dare un prezioso contributo per sbloccare la situazione di stallo nei rapporti tra Algeria e Marocco che ha congelato il passaggio del gas verso la Spagna. E sappiamo quanto ne avremmo bisogno in Europa anche di quel gas. Inoltre, il dialogo tra tecnici diventa anche un modo per scrivere leggi e regolamenti che diventano un patrimonio comune che alla fine facilita il dialogo politico”, si legge sul giornale.

VICINO ACCORDO CON REGIONI PER AREE IDONEE

“Si va verso l’accordo tra governo e Regioni sul decreto aree idonee per accogliere gli impianti rinnovabili dopo che la governatrice sarda Alessandra Todde (M5S) aveva inaspettatamente attaccato l’ultima bozza di Dl trasmessa dal ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. L’intesa dovrebbe essere suggellata già oggi nella Conferenza unificata convocata in seduta straordinaria dopo l’ultimo confronto, ieri sera, dei governatori sullo schema del provvedimento che recepisce buona parte delle ultime richieste avanzate nei giorni scorsi dalle Regioni”, si legge sull’edizione odierna de Il Sole 24 Ore.

“(…) Modifica innanzittuto il conteggio dell’impatto da attribuire agli impianti eolici offshore sul burden sharing, vale a dire la ripartizione territorio per territorio dei target green da centrare a livello nazionale: non più il 40% della potenza nominale, ma il 100% come sollecitava Todde. E, ai fini dei target di potenza da installare, si dà maggiore rilevanza agli impianti idroelettrici e geotermoelettrici in considerazione della loro maggiore producibilità. Le altre novità riguardano il coinvolgimento degli enti locali da parte delle Regioni nella pianificazione di questo percorso, come sollecitato dall’Anci, e i criteri da seguire nel definire le aree. (…) Cambia poi il passaggio sulle aree ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela che «potranno essere considerate non idonee» (nella precedente versione la non idoneità non era soggetta a valutazione) come da richiesta fatta dalle Regioni e recepita nel testo”, continua il giornale.

“c’è stato un confronto con il ministero della Cultura che ha fatto prevalere il ritorno alla vecchia dicitura per cui la non idoneità sarà sancita dallo stesso decreto. Oggi il testo, atteso da oltre due anni dagli operatori e ritenuto cruciale per pianificare gli investimenti, dopo una riunione ristretta dei governatori di ieri sera, approderà oggi in Conferenza unificata per il via libera definitivo”, spiega il quotidiano.

CROLLA IL SUPERBONUS

“Meno di 100 milioni di detrazioni maturate. Appena 248 nuovi cantieri aperti. E 121 milioni di nuovi investimenti in ristrutturazioni. Già ad aprile i dati sull’andamento del superbonus, pubblicati mensilmente dall’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie), avevano portato a parlare di “cura Giorgetti” andata a segno. I numeri di maggio, pubblicati ieri, confermano le impressioni del mese precedente. Non c’è stata ripresa della corsa dell’agevolazione e, anzi, il vecchio 110% si sta avviando ad affondare, insieme alla cessione del credito e allo sconto in fattura”, si legge sul Sole 24 Ore.

“(…)Il decreto Superbonus di fine marzo (Dl 39/2024, convertito a fine maggio), fortemente voluto dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sta portando risultati concreti. Proprio ieri il ministro ha replicato al leader del M5S Giuseppe Conte («i 15 miliardi di truffe sono tra privati, nessun danno per l’erario»): «Purtroppo il conto del 110 lo paga lo Stato cioè tutti i cittadini. Come noto lo Stato paga le indebite compensazioni con la cessione del credito»”, continua il giornale.

Queste misure hanno avuto successo, insieme alla scelta di dare al superbonus connotati decisamente più ordinari, presa con l’ultima legge di Bilancio: abbandonato anche il 90%, infatti, nel 2024 il superbonus è passato al 70% (e nel 2025 scenderà ancora, al 65%), riguarda solo i condomini ed è escluso totalmente per villette e abitazioni unifamiliari. Tornando all’andamento degli investimenti, va ricordato che parliamo di uno sconto fiscale che solo nel mese di marzo 2024 ha prodotto detrazioni e sconti per poco meno di 5,7 miliardi di euro. E che, comunque, dallo scorso settembre in poi non è mai andato sotto quota 4 miliardi ogni 30 giorni. Una fase da record, coincisa con la corsa a intercettare gli ultimi scampoli del 90% e della cessione del credito. Per comunicare le asseverazioni all’Enea, infatti, ci sono 90 giorni. Quindi, i lavori realizzati entro la fine del 2023 sono finiti nelle statistiche dei primi tre mesi dell’anno”, continua il giornale.

“(…)Ora, a maggio, la tendenza viene confermata e rafforzata, perché gli investimenti scendono a 121 milioni di euro, praticamente tutti condominiali, in appena 248 cantieri. Ancora più impressionante il dato delle detrazioni maturate nel corso del mese che, addirittura, scendono sotto quota 100 milioni, ad 87 milioni di euro. Segno che il carico per i conti pubblici, come era negli obiettivi dell’esecutivo, è tornato su un livello sostenibile. Restano da completare circa 5,6 miliardi di euro di lavori. (…) L’altra faccia della stretta del Governo sulle cessioni è, infatti, la gigantesca quantità di ostacoli nati per chi aveva opere in corso. Soprattutto chi ha avviato i lavori a inizio 2024, per effetto della stretta sulle Cilas dormienti, sta sperimentando in molti casi difficoltà a far avanzare e completare i cantieri”, scrive il quotidiano.
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