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Le detrazioni fiscali legate al Superbonus 110% (dati Enea aggiornati al 31 marzo scorso), continuano a crescere, superando, nel complesso, i 122 miliardi (122.245.224.985,02).

Grazie a questa misura sono stati eseguiti lavori di efficientamento energetico e messa in sicurezza antisismica in 132.492 edifici condominiali, 244.682 edifici unifamiliari, 117.224 unità immobiliari funzionalmente indipendenti, e anche 8 castelli.

L’investimento medio nei condomini sfiora i 600mila euro, quello negli edifici unifamiliari è di 117mila.

Anche i dati di marzo, quindi – al di là di strumentalizzazioni e disinformazione – testimoniano la capacità del Superbonus di attivare considerevoli investimenti, fungendo da volano per una vasta filiera, ed impattando sensibilmente sull’intera economia, creando occupazione e riqualificando, nel contempo, un patrimonio immobiliare vecchio, energivoro e sismicamente insicuro.

«Si continua a parlare, fomentati da informazioni fuorvianti di presunti buchi nel bilancio dello Stato” – commenta il presidente di Federcepicostruzioni Antonio Lombardi – Eppure basterebbero due calcoli ed un minimo di approfondimento, per accertare che il Superbonus non sia la causa tutti i mali dell’economia italiana. L’Istat ha accertato, appena qualche giorno fa, che il rapporto deficit/PIL registra nell’ultimo anno un miglioramento del 7,2 %, in buona parte ascrivibile al Superbonus. Ancora l’Istat ha certificato che il Superbonus 110 non ha affatto arrecato danni al Bilancio dello Stato. Anzi, registra miglioramenti di tutti i parametri. E vale la pena ricordarli, giacché qualcuno continua ad ignorarli».

Il rapporto tra l’indebitamento delle Amministrazioni pubbliche e il Pil ha registrato un miglioramento rispetto al 2022, con una pressione fiscale rimasta invariata.

«Appare quindi evidente – commenta Lombardi – che, lungi dall’aver determinato buchi nel bilancio statale, come si continua ad affermare, l’impatto del Superbonus sia stato assolutamente positivo. Se a tutto ciò si assommano i contributi a fondo perduto del Pnrr (13,9 miliardi) e i maggiori importi riscossi dallo stato per Iva, Irpef e lavoratori, Ires, contributi previdenziali e assicurativi (41,5 miliardi circa); se si considera altresì che le detrazioni si spalmano in 4 anni mentre le maggiori entrate sono state pressoché immediate, ecco che parlare di buco da 122 miliardi è una palese mistificazione, una vera e propria falsità non ascrivibile ad un mero errore di calcolo. Anziché strumentalizzare e criminalizzare il Superbonus è necessario risolvere le enormi difficoltà che ancora permangono. Bisogna tutelare chi aveva avviato i lavori con il Superbonus ed è rimasto incastrato mei meccanismi di blocco delle Cilas dormienti del decreto n. 39/2024.

Va agevolata la cessione dei crediti incagliati: sono ormai 20.000 le imprese edili che hanno eseguito lavori e hanno difficoltà a cedere crediti fiscali per 28 miliardi di euro. Una situazione estremamente grave che ha determinato il blocco dei lavori in 30.000 condomini. Si rischia una catastrofe economica e sociale senza pari. Questa vera e reale! Non fantomatica come il “buco in bilancio”».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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