BARI – Si allarga l’indagine della Procura di Bari sul coinvolgimento dei vertici Bnl-Paribas nel crac di Ferrovie del Sud Est, arrivando a ipotizzare responsabilità anche nei confronti dell’ex amministratore delegato della Banca, Fabio Gallia. Oggi la Guardia di Finanza ha notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari a 21 persone. Oltre a Gallia sono indagati l’ex commissario governativo, legale rappresentante e amministratore unico di Ferrovie del Sud Est Luigi Fiorillo e altri 19 tra ex e attuali dirigenti e funzionari dell’istituto di credito.
Gli indagati rispondono, a vario titolo, dei reati di bancarotta fraudolenta impropria per effetto di operazioni dolose ai danni di Fse e bancarotta fraudolenta preferenziale in favore di Bnl-Paribas, per fatti che sarebbero stati compiuti dal 2009 al 2017. Sul crac da 230 milioni di euro di Fse è già in corso un processo per bancarotta a carico di 16 persone, tra le quali lo stesso Fiorillo, funzionari e consulenti della società e imprenditori.
La società Ferrovie del Sud Est e Servizi Automobilistici srl, commissariata dopo la gestione Fiorillo, è stata poi sottoposta a procedura di concordato preventivo in continuità e acquistata da Ferrovie dello Stato. Nell’inchiesta della Guardia di Finanza sui vertici di Bnl, coordinata dal procuratore aggiunto di Bari Roberto Rossi con i sostituti Bruna Manganelli, Luciana Silvestris e Francesco Bretone, si ipotizza che le condotte dei funzionari dell’istituto di credito abbiano aggravato la situazione debitoria di Fse attraverso la concessione di finanziamenti a fronte di una serie di garanzie praticamente illimitate, il mantenimento di linee di credito in favore della società oramai in fase di dissesto e l’assenza di qualunque tipo di controllo sulla destinazione delle somme erogate.
I funzionari, cioè, avrebbero continuato ad erogare credito che l’ex amministratore Fiorillo avrebbe usato per sostenere ingenti e sproporzionate spese indebitando ulteriormente la società, contribuendo così a causare un grave impoverimento finanziario di Fse. A partire dal 2012, poi, avrebbero rimodulato i rapporti bancari a proprio favore, determinando il rientro della propria posizione di creditori in danno della massa degli altri creditori. Le condotte contestate risalgono agli anni 2009-2016, ma i reati di bancarotta ipotizzati sono datati 16 gennaio 2017, data di ammissione al concordato.
A garanzia delle linee di credito concesse da Bnl, la società Ferrovie Sud Est si sarebbe impegnata a cedere alla banca «l’intero importo dei corrispettivi maturati e maturandi» dal contratto di servizio con la Regione Puglia e dai «progetti di finanziamenti erogati dalla Regione o dal Ministero dei Trasporti», oltre all’importo “che sarebbe derivato in caso di vittoria di un contenzioso con la Regione», per un totale, fino al 2016, di 93 milioni di euro. È uno dei particolari che emergono dall’avviso di conclusione delle indagini per reati di bancarotta notificato oggi a 21 persone nell’ambito di uno dei filoni d’inchiesta della Procura di Bari sul crac delle ferrovie Sud Est.
L’indagine nel marzo 2018 portò all’interdizione di Giuseppe Maria Pignataro, responsabile Mercato Pubblica Amministrazione Direzione Centrale di Bnl-Paribas di Roma, all’epoca indagato in concorso con Fiorillo e altri due funzionari della filiale di Bari, Fabio Ferretti e Vito Colaprico. I successivi accertamenti disposti dalla magistratura barese, con consulenze tecniche affidate ai commercialisti Massimiliano Cassano e Leo De Luca, hanno consentito di individuare le presunte responsabilità nei confronti degli altri vertici della banca, compreso l’allora ad Fabio Gallia, che ha firmato tutte le delibere, dal 2012 al 2015, di rimodulazione delle linee di credito a favore dell’istituto di credito.
Pignataro, gestore di fatto dei rapporti con Fse, è ritenuto il vero «promotore e artefice della concessione dei finanziamenti e delle linee di credito in favore della società pubblica». Gli altri funzionari sono indagati per aver proposto i contratti o dato pareri favorevoli agli stessi.
Oltre ai già citati Fiorillo, Gallia, Pignataro e ai due funzionari di Bari, sono indagati Roberto Notari, addetto Portafogli Credit Corporate e PA della Direzione Crediti, Stefania Lombardi, addetta alla Valutazione Rischi della Direzione Rischi, Marcello Romano, Senior Crediti della Direzione Rischi, Massimo Bonciani, Presidente Comitato Rischi della Direzione Centrale, Mario Spaziante, Responsabile Valutazione Rischi della Direzione Rischi, poi Presidente del Comitato Rischi, Veronica Elmi, addetta Finanziamenti Grandi Clienti, Antonio Gustavo Galano, responsabile della Valutazione Rischi e Crediti della Direzione Rischi, Alessandro Tavella, addetto Nord Est centro della Divisione Corporate banking, Silvestro Demurtas, responsabile Finanziamenti Corporate della Divisione Corporate Banking, Maurizio Caruso, responsabile Portafoglio Crediti Corporate e PA della Divisione Corporate Banking, Mauro Simonato, Senior Delegation Holder della Divisione Corporate Banking, Fabio Miceli, Responsabile Territoriale Pubblica Amministrazione, Pasquale Cecere, Analista territoriale crediti della Credit Corporate Office Sud, Ugo Mazzioti, Responsabile territoriale crediti della Credit Corporate Office Sud, Rodolfo Biagetti, addetto finanziamenti Corporate della Divisione Corporate banking, Luca Bruno Scampini, responsabile settore centrale valutazione crediti della Direzione Rischi.
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