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Schlein contro tutte le misure del Governo Meloni ma in fatto di contributi previdenziali intanto il PD ne approfitta per dilazionare fino al 2027 contributi non versati

– articolo di Massimo Catalucci

Oramai è una costante, da quando il PD ha perso le elezioni politiche nel 2022, o forse sarebbe il caso di dire da quando “ha perso il potere”, ogni pretesto è buono per attaccare il Governo Meloni, ergendosi, a paladino della democrazia e della moralità, ma poi, sistematicamente, si ritrova a  contraddirsi, infrangendo proprio quei principi e valori inerenti il la democrazia e la condotta di un comportamento in linea con la coscienza umana in un quadro sociale dove si dovrebbe discernere ciò  che è bene da ciò che è male.

E invece di un equilibrio tra il pensare e il fare, che dovrebbe fa rima con coerenza e congruenza, ci ritroviamo con una sinistra, capitanata dal PD, in un assembramento di ideologie sinistroide ma divergenti tra loro (assembramento da loro indicato come campo allargato), nei quali sono all’ordine del giorno i deliri quotidiani di un’opposizione che rincorre squadristi, regimi di estrema destra, nazisti, fascisti, evasori fiscali in un Governo, quello della Meloni, che in realtà sta solo mettendo in atto i programmi con i quali si è presentato agli elettori per costruire un’Italia migliore per il bene della Nazione e dei cittadini.

L’opposizione, una volta con Conte, un’altra con Schlein e chi altri per loro, prova ad imbastire attacchi al Governo Meloni fondati sul nulla o ancora peggio, su argomenti di cui dovrebbero prima documentarsi bene, per capire quali sono, realmente, le loro stesse posizioni in merito e poi, commentarli ed eventualmente, criticarli, proponendo (qualora le avessero), misure che secondo loro risulterebbero più consone alla causa italiana. Invece, regolarmente, non solo criticano le manovre del Governo Meloni, come ad esempio sui condoni ma al contempo ne approfittano: “il PD nel 2023 ha ottenuto l’accoglimento della sua domanda presentata per l’adesione alla definizione agevolata, prevista della Legge n. 197/2022, per cui in cinque anni si impegnerà a versare i debiti verso gli Istituti di Previdenza, naturalmente, con importi ridotti.

Ma questo non basta, visto che l’incoerenza è di casa, ora, attaccano il Governo Meloni anche sulla sanatoria edilizia, che confondono con il condono edilizio, ad indicare il caos che regna nel “campo allargato”, ovvero, nella “Armata Brancaleone”.

Intanto, facciamo una distinzione, per condono si intende una legge speciale dello Stato (in circa 40 anni in Italia sono stati tre i condoni: legge n. 47 dell’85, legge n. 724 del 1994 e D.L. 269/2003 poi convertito in legge n. 326 del 2003.), mentre per sanatoria si intende un procedimento amministrativo che, generalmente, è previsto dalla normativa urbanistica.

Quindi, questa sanatoria, come dichiarato dallo stesso Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini – “mira a regolarizzare le piccole difformità o le irregolarità strutturali che interessano, secondo uno studio del Consiglio nazionale degli ingegneri, quasi l’80% del patrimonio immobiliare italiano.

Ciò farebbe cadere l’accusa proveniente dalla “Armata Brancaleone” e rivolta al Governo Meloni, riguardo la presunta manovra a favore di evasori e degli abusi edilizi, perché andrebbe a tutelare, principalmente, coloro che per esigenze personali e costretti dalle circostanze, hanno ricavato uno o più vani abitabili in più, senza aumentare la cubatura già esistente del loro immobile.

Forse, ci sarebbe da chiedersi dove erano i pidiessini, quando i costruttori avevano la possibilità di edificare case con diverse stanze ma con un’agibilità ridotta rispetto alla loro reale superfice, sfruttando l’idea del sottotetto o del seminterrato come solaio intercapedine o cantina, così come per i bagni che, senza bidet e doccia, venivano fatti passare, catastalmente, per lavatoi, per non parlare di quei locali definiti tecnici, con altezze fino a 220 cm., anch’essi poi, usati successivamente, come stanze abitative dalla famiglie bisognose di una camera in più.

Tutte aeree queste che, per esigenze familiari, molte famiglie hanno accettato nello stato catastale in cui si trovavano al momento dell’acquisto (o forse sarebbe il caso di dire sono state costrette ad accettare) per ovvie esigenze di spazi abitativi a loro necessari. 

Ma poi, dopo il passaggio della verifica degli ispettori per la chiusura dei lavori del cantiere, i lavatoi diventavano bagni a tutti gli effetti (con docce, vasche, bidet), così come i sottotetti e i seminterrati da cui si ricavavano camere da letto, cucine e/o sale hobby, “di fatto”, vivibili per la famiglia, a cui potremmo aggiungere la chiusura dei pergolati per ricavarne ulteriori stanze.

Insomma, quell’80% del patrimonio immobiliare italiano di cui parla il Consiglio nazionale degli ingegneri, molto probabilmente riguarda in gran misura le situazioni catastali attualmente irregolari che, se sanate, non andrebbero ad aumentare la cubatura degli immobili, bensì, sanerebbero una situazione che incardina ad oggi molti immobili con la prerogativa che, se il problema non viene risolto, questo continuerà a gravare su chi li possiede attualmente e non certamente su chi li ha costruiti o a chi ha permesso di costruirli con le modalità catastali su indicate (sottotetti, lavatoi, locali tecnici, ecc.).

Sappiamo, altresì, che molte famiglie, causa anche la crisi economica dettata dalla pandemia da Covid-19 e alla conseguente guerra RUSSIA-UCRAINA, si sono trovate in difficoltà finanziarie e laddove hanno avuto necessità di vendere la propria casa, molti non l’hanno potuto fare e nei casi migliori, altri l’hanno svenduta, così come molti altri se la sono vista sottrarre dalle banche e mandarla all’asta.

Questo, perché nel frattempo, avendola resa abitabile per le loro esigenze familiari, quindi non conforme a quanto catastalmente dichiarato, o trovavano chi aveva l’intero importo già disponibile per l’acquisto, oppure, laddove il potenziale acquirente avesse avuto l’esigenza di accendere un mutuo, ciò non sarebbe stato possibile per le irregolarità che il perito della banca avrebbe rilevato sull’immobile.

Ecco che rispetto al grido di scandalo della “Armata Brancaleone”, una sanatoria in tal senso, avrebbe diverse risvolti positivi, perché andrebbe ad agevolare proprio quelle fasce medio basse che loro dicono di tutelare ma che poi, sistematicamente, dimenticano: in primo luogo per molte famiglie italiane sarebbe un modo per regolare ciò che che in termini di superficie (estensione in mq. dell’immobile) presenta delle difformità catastali; aumenterebbe, di conseguenza, il loro patrimonio perché l’immobile avrebbe un valore maggiore (quantomeno proporzionale al  prezzo di mercato per la superficie intera regolarmente accatastata e ressa agibile/abitabile); i comuni ne trarrebbero un’entrata economica da riutilizzare per il territorio.

  

 

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