Nel 2022 sono state 145 le persone e/o famiglie che hanno chiesto aiuto alla Fondazione Buon Samaritano per non finire in mano agli strozzini; e tra loro c’è chi ha trovato nell’ente il garante per ottenere prestiti bancari. Il bilancio di un anno di attività svolta dai volontari del fondo di solidarietà antiusura di Foggia fondato nel ’95, parla di 67 richieste di prestito ordinario; 76 richieste di microcredito; e 2 cosiddetti “ascolti di beneficenza”. L’anno scorso a fronte di 145 ascolti, tramite il Buon samaritano sono state evase 77 pratiche ed erogati prestiti per circa 688mila euro, tra quelli previsti dalla legge 108 del ’96 (10 pratiche per 589mila euro); i microcrediti garantiti dal bando della Regione Puglia (65 pratiche per 97mila e 500 euro); la beneficenza con fondi propri (2 pratiche per 1200 euro). Nel 2021 a fronte di 139 ascolti (87 richieste di prestito ordinario; 48 di microcredito; 4 ascolti di beneficenza) furono evase 59 pratiche ed erogati 693mila euro.
Fondata nel ’95 su iniziativa della Diocesi di Foggia-Bovino, la fondazione antiusura nel ’97 ottenne il riconoscimento giuridico. In 27 anni di vita ha registrato oltre 4mila ascolti, evaso 425 pratiche facendosi garante di prestiti per 15 milioni e 370mila euro. Sono circa 25 i volontari che operano nella sede di via Campanile 11, inaugurata nell’ottobre 2019 quando gli uffici del Buon samaritano si trasferirono da via Cantù nei locali alle spalle della Cattedrale vicini alla Caritas e messi a disposizione dalla diocesi. L’obiettivo è prevenire, evitare che chi è in difficoltà economiche finisca nelle mani degli usurai; in questi casi la fondazione sostiene concretamente famiglie e persone, facendo da garante per i prestiti e favorendo l’accesso al credito bancario. Inoltre il Buon samaritano sin dai suoi primi anni di vita si costituisce sistematicamente parte civile (e negli anni Novanta e nei primi anni del nuovo secolo era l’unico ente a farlo, non va dimenticato) nei processi a imputati di usura, sia quando si tratta di “piccoli” strozzini sia quando alla sbarra finiscono malavitosi e boss della “Società”. Chi finisce in mano ai cravattari e poi chiede aiuto al Buon samaritano trova quindi una porta aperta: viene invitato a denunciare alle forze dell’ordine chi lo stritola economicamente; e se l’invito viene accolto, la vittima non viene lasciata sola ma assistita dagli avvocati della fondazione durante le indagini e quando si arriva al processo. Nell’ottobre 2019 nel tracciare un bilancio sul fronte dell’aiuto offerto in sede giudiziaria, il Buon samaritano ricordò d’essersi costituito parte civile in 23 processi nel corso degli anni, 20 dei quali conclusi con condanne degli imputati anche a risarcire il danno alla stessa fondazione oltre che alle parti offese del reato.
“L’usura umilia e uccide; è un male antico, è simile a un serpente che strangola” le parole pronunciate dall’arcivescovo mons. Vincenzo Pelvi lo scorso dicembre nel corso dell’assemblea ordinaria annuale della fondazione. “Qui da noi al Buon Samaritano” aggiunse il capo della Chiesa foggiana “arrivano persone devastate che intraprendono con l’usura un disfacimento personale, sperimentando in poco tempo il fallimento di una esistenza spesso laboriosa. Il buio dentro il tunnel attraversato dalle vittime di usura è fitto e angosciante, ma ci può essere una luce che dà coraggio: la fondazione può essere un seme di speranza”.
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