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  • Il  sovraffollamento carcerario è una delle problematiche che affligge il sistema penitenziario italiano.
  • Non di rado, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia, in quanto riserva ai suoi detenuti un trattamento inumano e degradante.
  • Negli ultimi mesi, si è acceso il dibattito politico, che ha visto l’intervento sia della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sia della segretario di partito, Elly Schlein.

Il sovraffolamento carcerario  è una delle piaghe del sistema penitenziario in Italia, giacché sono molti i casi che hanno comportato anche una condanna da parte degli organi sovranazionali.

Si consideri, poi, che il problema in questione è foriero di non poche conseguenze, tra cui l’aumento del tasso di suicidi nelle carceri. Solo nei primi giorni del 2024, infatti, le morti sono state circa 25, di cui 10 suicidi accertati.

Per tale ragione si è riacceso il dibattito politico sulla questione del sovraffollamento carcerario. La segretaria di Partito, Elly Schlein, ha richiesto un intervento significativo, ma soprattutto tempestivo, da parte del Governo. Tuttavia, la posizione della Presidente del Consiglio sembra in parte divergente dall’opinione espressa dall’opposizione.

Nel seguente articolo, prima di tutto esamineremo il fenomeno, per poi sondare quali sono le posizioni espresse dalle parti politiche e sociali coinvolte. 

Sovraffollamento carcerario: quadro complessivo

La situazione del sovraffollamento carcerario è una problematica al centro del dibattito internazionale da diversi anni. In particolare, l’Italia è stata più volte richiamata dagli organi sovranazionale, talvolta, anche condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per violazione dei diritti fondamentali, a causa del trattamento riservato ai detenuti.

L’aumento esponenziale della popolazione carceraria è proprio il fattore determinante che ha determinato i maggiori disagi.

I dati per l’inizio del 2024 non sono, poi, confortanti, giacché si è assistito ad un considerevole aumento rispetto agli anni precedenti.

L’aumento della popolazione è di 1196 presenza, quindi, una media di 400 al mese. Anche il relativo indice di sovraffollamento carcerario è cresciuto. Alla data del 14 gennaio, è del 127,54%, con 60.328 persone detenute

Se si considera che i posti disponibili sono 47.300, sono 13.000 le persone in più ospitate nelle carceri italiane. Invero, in alcune case circondariali, le punte di sovraffollamento sono sensibilmente più elevate, si pensi che nella Casa circondariale di 

  • San Vittore a Milano l’indice cresce a 232,10%;
  • Canton Mombello a Brescia  è del 204,95%;
  • Lodi è del 204,44%;
  • Foggia è del 195,36%.

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Il problema dei suicidi in carcere

Una delle problematiche connesse al sovraffollamento carcerario è quella del tasso elevato di decessi. Lo stato dei detenuti non consente di garantire la salute mentale e fisica dei detenuti. Ciò ha comportato un considerevole aumento dei decessi nelle carceri.

Negli ultimi 10 anni, i morti sono stati più di 1.800 a causa di: suicidi accertati, circa un terzo del totale; insufficiente o ritardata assistenza sanitaria; overdose; omicidi; cause non chiare.

Lo stesso tasso di suicidi in carcere è considerevolmente aumentato. Nel corso di 30 anni, dal 1980 al 2012, è stato di circa 20 volte quello registrato nella popolazione libera. 

I suicidi, come dimostrato, avvengono prevalentemente nelle carceri più affollate e nei periodi iniziali della pena, ossia quando il detenuto si prospetta un lungo periodo di detenzione, oppure nei periodi finali, quando il detenuto è ormai totalmente dipendente dall’istituzione carceraria, privato nel tempo di relazioni con la famiglia.

Il tasso di suicidi nelle carceri italiane è tra i più elevati nell’ambito dei paesi occidentali. Ad esempio, il tasso è di dieci volte superiore a quello accertato negli Stati uniti.

Tale criticità è dimostrata anche dall’elevato numero di suicidi tra il personale della polizia penitenziaria.

Anno numero morti suicidi
2000 165 61
2001 177 69
2002 160 52
2003 157 56
2004 156 52
2005 172 57
2006 134 50
2007 123 45
2008 142 46
2009 177 72
2010 185 66
2011 186 66
2012 154 60
2013 153 49
2014 132 44
2015 122 43
2016 140 32
2017 135 42
2018 120 35
Totale 2844 996

Invece, per quanto riguarda gli anni successivi:

  • per l’anno 2019 si attestano 53 suicidi;
  • per l’anno 2020 si attestano 61 suicidi;
  • per l’anno 2021 si attestano 57 suicidi;
  • per l’anno 2022 si attestano 84 suicidi;
  • per l’anno 2023 si attestano 69 suicidi.

Mentre nei primi 20 giorni del 2024, sono morti 25 detenuti di cui dieci sono suicidi accertati.

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Le sanzioni della CEDU:

Come affermato nei precedenti paragrafi, l’Italia è stata più volte condannata dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo, a causa del trattamento inumano e degradante riservato ai detenuti nelle carceri italiane.

Come ha sostenuto la CEDU, l’Italia “ha evitato di fornire una misura precisa e definitiva dello spazio personale che deve essere attribuito a ciascun detenuto”, rendendo non chiaro, quindi, qual è lo stato effettivo delle case circondariali.

L’orientamento prevalente della Corte è quello per cui si presumono violati i diritti dell’uomo, ove i detenuti non abbiano a disposizione una superficie media nella cella inferiore a 3 m².

La giurisprudenza italiana, in parte, si è adeguata, sebbene non sia stato possibile anche recepire il criterio dei 3 m², dato lo stato attuale delle case circondariali in italia. 

Invero, la normativa prevede 7 m² riducibili alla metà come situazione temporanea (definita capienza tollerabile), ormai diventata un obiettivo da raggiungere anziché una situazione eccezionale.

Tali criteri, tuttavia, non sono mai rispettati in concreto.

La Corte europea, inoltre, ha stabilito che, ove siano violati i diritti del cittadino detenuto, è necessario procedere a risarcire lo stesso.
Il risarcimento deve essere domandato dall’interessato al Magistrato di sorveglianza, consiste in uno sconto di pena di un giorno ogni dieci giorni di carcerazione subita in condizioni inumane. Tale rimedio opera se, però, il periodo di eccessiva afflizione ha superato i quindici giorni. 

Per i detenuti scarcerati o detenuti per periodi inferiori a 15 giorni, è stato stabilito un risarcimento di 8 euro al giorno, presentando domanda al Tribunale civile del capoluogo di distretto in Corte d’appello.

Le stesse modalità di risarcimento sono previste per chi abbia subito un periodo di ingiusta detenzione. La domanda deve essere presentata entro 6 mesi dalla scarcerazione, a pena di decadenza dal diritto. 

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La posizione del garante nazionale

Il Garante nazionale ha sottolineato, proprio di recente, le criticità di una densità della popolazione detenuta così elevata. Il problema del sovraffollamento carcerario, infatti, comporta notevoli conseguenze sullo stato psichico e fisico dei detenuti.

Inoltre, ha evidenziato il Garante che la problematica:

 “è aggravata dalla modalità con cui viene attuata la nuova disciplina della detenzione della media sicurezza, per la quale se le persone non sono impegnate in attività restano chiuse nelle camere di pernottamento: la carenza di attività, riscontrabile in modo diffuso nel nostro sistema penitenziario, determina, pertanto, la permanenza nel chiuso delle celle, in spazi che in due Istituti sono anche certificati come inferiori al limite dei 3 mq per persona per cui la Corte europea dei diritti dell’uomo ha indicato la forte presunzione di trattamento inumano, in violazione dell’articolo 3 della Convenzione, articolo che non ammette deroghe, neppure in situazioni eccezionali”.

Come evidenziato dal Garante nazionale alle autorità nazionali, lo stato di sovraffollamento non può attendere i tempi di realizzazione di opere edilizie, quindi, la costruzione di nuovi edifici preposti alla presente attività.

Nel PNRR, invero, già è stata prevista la possibilità di inserire 8 nuovi padiglioni, i quali, però, non sono sufficienti per il garante. Essi, infatti, potranno ospitare appena 640 persone, una goccia rispetto al mare dei detenuti in eccedenza, che come abbiamo evidenziato sono circa 13.000.

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Le misure alternative

Il Garante nazionale ha, allora, raccomandato di ricorrere a delle misure alternative alla realizzazione delle carceri. In particolare, il Garante ha sostenuto l’esigenza di intervenire con misure straordinarie, anche temporanee. 

Ha, dunque, affermato che la soluzione, allo stato, preferibile è quella di ricorrere ad istituti che consentano l’esecuzione della pena extra-muraria, cioè fuori dalle carceri, come le misure alternative alla detenzione. 

Altrettanto, si è detto, che sarebbe opportuno adottare istituti come Amnistia ed Indulto

C’è, tuttavia, da sottolineare che eventuali misure provvisorie non costituiscono una soluzione definitiva o comunque permanente del fenomeno

Infine, un’ultima proposta paventata, maggiormente forse valida sotto più punti di vista, è stata quella di recuperare strutture già esistenti e abbandonate. Ciò, non solo consentirebbe di tamponare la problematica del sovraffollamento carcerario, ma anche di riqualificare immobili inutilizzati. Come ha evidenziato il Garante: 

Tali misure potrebbero ricondurre il sistema al rispetto della dignità della vita delle persone detenute e della finalità risocializzante della pena, anche nella prospettiva di prevenire quel disagio che è molto spesso dietro gli atti di suicidio in carcere.

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Scontro Schlein-Meloni

Come è ben immaginabile, la problematica è entrata nel dibattito politico, producendo non poco scontento.

L’opposizione, guidata dalla segretario del Partito democratico Elly Schlein, ha sostenuto l’esigenza di intervenire con misure quali amnistia ed indulto.
Non è della stessa opinione la Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, la quale sul punto ha affermato che: 

“Se la segretaria Elly Schlein ritiene che il problema del sovraffollamento carcerario si risolva, come ha fatto la sinistra in passato, togliendo i reati io non sono d’accordo: penso che si risolva aumentando la capienza nelle carceri, assumendo e sostenendo la polizia penitenziaria come il governo ha fatto, perché è l’unica risposta seria che può dare uno Stato (…) Se non c’è abbastanza spazio, la scelta di togliere i reati per fare in modo che persone colpevoli non seguano il corso dei procedimenti giudiziari non mi vede d’accordo, ma del resto non sono di sinistra, come si sa”.

La segretario di partito ha però ribattuto a tali affermazioni tacciando la Presidente del Consiglio di populismo criminale, accusando il Governo di essere: “feroce con i deboli e tenero con i forti”.

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Sovraffollamento carcerario – Domande frequenti

A quanto ammonta la popolazione carceraria in Italia?

La popolazione carceraria in Italia ammonta a circa 60 mila detenuti, circa 13 mila in più rispetto ai posti disponibili nelle strutture carcerarie.

Che sanzione ha previsto la CEDU per il sovraffollamento carcerario?

Il sovraffollamento carcerario in Italia è sanzionato, sovente, dalla CEDU. La Corte europea ha previsto l’onere di risarcire i detenuti, che siano soggetti ad un trattamento inumano e degradante.

Qual è la posizione della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul sovraffollamento?

Sul sovraffollamento carcerario, la Presidente del Consiglio ha sostenuto che l’unica soluzione praticabile sia quella di realizzare nuove strutture.

Qual è la posizione della segretaria di partito, Elly Schlein, sul sovraffollamento?

La segretaria di partito, Elly Schlein, ha ritenuto che sia necessario ricorrere a misure alternative alla detenzione o all’amnistia o indulto per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario.

Cosa ha sostenuto il Garante nazionale sul Sovraffollamento carcerario?

Il Garante nazionale ha sostenuto che per risolvere il sovraffollamento carcerario non è possibile attendere i tempi di realizzazione di nuove strutture. È necessario ricorrere ad una strategia che combini più misure: misure alternative alla detenzione e riqualificazione di immobili già esistente.

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