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Tutti i check da fare per individuare le scadenze di pagamento non rispettate: a chi rivolgersi, cosa chiedere e come evitare che la situazione degeneri.

Non è vero che tutti i creditori bussano alla porta dei loro debitori prima della scadenza. Alcuni – e non per stupidità o per distrazione – aspettano parecchio tempo per farsi pagare. Ci sono anni a disposizione per chiedere il saldo del dovuto, prima che maturi la prescrizione, e nel frattempo alla somma base si aggiungono gli interessi legali o quelli moratori e le eventuali penali pattuite nel contratto.

Insomma, il creditore – specialmente se è un soggetto forte, come una banca, una società finanziaria, o anche il Fisco – non è ansioso, e può permettersi di attendere a lungo, mentre nel frattempo la situazione del debitore si aggrava e la somma dovuta aumenta, a causa l’applicazione di numerose voci accessorie di recupero del credito. E allora

come posso controllare se ho debiti scaduti?

Ogni debitore “saggio” deve porsi questa domanda, perché, come abbiamo appena detto, non sempre il tempo gioca a suo favore, e in ogni caso le vecchie pendenze possono ostacolare le nuove richieste di credito. Solo i veri nullatenenti (non quelli finti) possono permettersi il lusso di vivere bene anche con parecchi debiti scaduti sul groppone. Tutti gli altri devono farsi bene i conti delle somme che devono versare alle banche, alle società finanziarie, al Fisco, ai fornitori e ai creditori di ogni genere.

Si tratta di una normale ed accorta pianificazione finanziaria. Vediamo, dunque, come tenere sotto controllo la propria situazione debitoria evitando l’insorgere di situazioni incresciose.

Debiti scaduti: quali rischi?

I debiti non pagati entro le scadenze pattuite comportano il rischio di un recupero coattivo

delle somme dovute. Nella maggior parte dei casi il creditore che non è stato pagato entro i termini previsti può intraprendere l’esecuzione forzata con una procedura molto più celere rispetto alla causa ordinaria, perché il suo credito è già accertato in partenza.

Il creditore, ad esempio, se il suo credito è fondato su prova scritta, potrebbe munirsi, con una semplice richiesta al giudice, di un decreto ingiuntivo, cioè un ordine di pagamento entro una brevissima scadenza, che, se non ottemperato, esporrebbe il debitore al pignoramento dei propri beni, mobili e immobili (compresi i conti correnti, gli stipendi e le pensioni, sia pure entro ristretti limiti), in modo da soddisfare il creditore con le somme acquisite o con il ricavato della vendita dei beni immobili messi all’asta giudiziaria.

Di solito il creditore fa precedere queste iniziative da solleciti di pagamento, lettere di diffida legale e comunicazioni di messa in mora (in modo da conteggiare anche gli interessi dovuti per il ritardo), che hanno anche l’effetto di interrompere il decorso dei termini di prescrizione.

Se il debito è di natura finanziaria, come ad esempio un mutuo o un prestito personale, c’è poi il rischio di essere segnalato in Crif come “cattivo pagatore” e la conseguente impossibilità di ottenere nuovi finanziamenti.

Controllo debiti in scadenza o scaduti: come fare

Il miglior modo per prevenire le incresciose situazioni debitorie che abbiamo accennato è quello di richiedere periodicamente alla propria banca, società finanziaria ed altri soggetti con cui si intrattengono rapporti (ad esempio, i fornitori di merci o di utenze) un rapporto analitico ed aggiornato sui debiti maturati e attualmente pendenti, con l’indicazione delle scadenze (prossime o già oltrepassate).

Ricorda che la tua banca è tenuta a fornirti, alla cadenza concordata (di solito, trimestrale o anche mensile) l’estratto conto sul quale vengono registrate tutte le spese addebitate sul conto corrente di riferimento. In questo modo potrai verificare se il saldo è passivo e come ripianare il debito. Oggi, con i sistemi di home banking

, è possibile consultarlo, anche in forma di report grafico, direttamente dal proprio smartphone, pc o tablet.

Analogamente, se hai una carta di credito controlla costantemente il saldo e le operazioni compiute, soprattutto con riferimento alle date di addebito sul conto corrente collegato. Attenzione alle carte revolving, che offrono un fido e quindi consentono di fare spese per ammontare superiore alla giacenza di conto corrente, ma prevedono interessi salati.

Per mutui, finanziamenti e prestiti personali di qualsiasi genere puoi sempre chiedere, se non lo hai conservato, il piano di ammortamento (con l’indicazione delle rate, dell’importo e delle rispettive scadenze) e del prospetto dei pagamenti aggiornato a data attuale, in modo da individuare al più presto eventuali morosità.

Ricorda che ogni tipo di finanziamento prevede severe conseguenze in caso di rate non pagate entro i termini: ad esempio, in un mutuo ipotecario, se si arriva a 7 rate non rimborsate la banca può pignorare i beni immobili ipotecati a garanzia, mentre per molti tipi di finanziamento bastano

due rate non pagate (anche non consecutive) o due mesi di ritardo per far scattare le procedure di recupero.

In caso di rapporti commerciali o professionali, tieni una contabilità ordinata per individuare le scadenze (i programmi di fatturazione elettronica aiutano in questo compito) e, se non basta, contatta periodicamente i tuoi creditori nelle forme prestabilite (anche con telefonate ed e-mail) per sapere se hai dei debiti scaduti: è molto facile, ad esempio, dimenticare il pagamento di qualche fornitura periodica.

Se hai bollette di utenze domiciliate sul conto corrente (per fornitura di energia elettrica, acqua, gas, telefonia e servizi internet, abbonamenti, ecc.) ricordati di mantenere sempre la provvista economica sufficiente per fronteggiare i pagamenti periodici, e, se cambi istituto di credito, di spostare la domiciliazione presso il nuovo istituto, altrimenti le fatture rimarrebbero insolute.

Come individuare i debiti fiscali

Per individuare i tuoi debiti fiscali di qualsiasi tipo (omessi versamenti di Irpef, Iva, altre imposte erariali o tributi locali) puoi consultare il sito online dell’Agenzia delle Entrate, e dell’Agenzia Entrate Riscossione, verificando nel tuo

cassetto fiscale la tua situazione debitoria.

Nell’apposito prospetto riepilogativo, chiamato estratto di ruolo, compaiono tutti gli importi dovuti ed iscritti a ruolo (cartelle di pagamento, avvisi di accertamento esecutivi, intimazioni, ecc.) non ancora saldati, con l’indicazione delle somme dovute. Si possono agevolmente individuare i debiti scaduti, perché il prospetto distingue in partenza i debiti da saldare rispetto a quelli già saldati alla data di effettuazione dell’interrogazione (o in corso di rimborso programmato, mediante una delle varie forme previste: rateizzazione, rottamazione, definizione della lite, o saldo e stralcio).

Per i tributi locali, invece, devi rivolgerti direttamente agli Enti creditori (Regione per il bollo auto, Comune per Imu, Tari e altre tasse) o ai loro Concessionari convenzionati, che spesso sono società private, diverse da Agenzia Entrate Riscossione. In tutti i casi, anche questi soggetti sono tenuti a fornirti in ogni momento, su tua semplice richiesta, il prospetto aggiornato della situazione debitoria.

Debiti scaduti: cosa fare?

Se scopri di avere debiti scaduti, e non sei in grado di saldarli prontamente, anziché attendere le richieste puoi prendere tu stesso l’iniziativa e contattare i tuoi creditori per cercare di negoziare un congruo e ragionevole piano di rientro in base alle tue possibilità, e/o di ottenere un’estensione dei termini di pagamento: ad esempio, 90 giorni dalla scadenza dell’obbligazione, anziché i 30 inizialmente concordati, o una rata periodica più leggera rispetto a quella preventivata, a fronte di un allungamento del periodo complessivo di rimborso (ad esempio, 48 rate mensili anziché 36).

Per mutui e finanziamenti esistono numerose possibilità per rinegoziare le somme dovute, concordando modalità e termini con l’istituto erogante, o per effettuare la surroga (detta anche “portabilità” del mutuo) presso un altro istituto di credito disponibile ad accogliere la richiesta di passaggio.

Le imposte e tasse non pagate, come anche le altre somme richieste con le cartelle esattoriali (sanzioni amministrative, multe per infrazioni stradali, contributi previdenziali, ecc.), possono essere rateizzate fino a 72 mesi automaticamente per importi fino a 100.000 euro, e, comprovando la situazione di difficoltà economica, fino a 120 mesi e per importi superiori a 100.000 euro. Il pagamento della prima rata sospende le procedure cautelari, come i fermi amministrativi dei veicoli, e le procedure esecutive, come i pignoramenti. Per conoscere in dettaglio tutte le vie d’uscita, leggi “Come chiudere i debiti con l’Agenzia Entrate“.

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