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C’è un rimborso in arrivo per chi ha un mutuo a tasso variabile? Chi ha pagato le rate in un certo arco temporale ha davvero diritto a un indennizzo sulla quota di interessi versata? Il Corriere della Sera, in un articolo a firma di Gino Pagliuca, scrive che chi ha pagato le rate di un mutuo variabile tra il 29 settembre 2005 e il 30 maggio 2008 ora vanta il diritto a un rimborso sulla quota interessi versata nel periodo. “Di qui a sostenere che il rimborso verrà effettivamente erogato corre però una certa differenza”, si legge sul quotidiano diretto da Luciano Fontana.

Di fatto, sulla materia in questione a giorni è attesa una sentenza a Trieste, dove è in discussione una causa, e in quell’occasione è prevista anche un’indicazione su come verrà calcolato il rimborso. Chi potrebbe avere questo “risarcimento”? Alt. In primis, le sentenze della Cassazione fanno giurisprudenza, ma si applicano solo per la causa giudicata. Quindi, senza un’iniziativa delle banche sui rimborsi (piuttosto improbabile), è necessario presentare un ricorso. In secondo luogo, se il ricorso non è già stato presentato, al rimborso hanno diritto solo i mutuatari che o hanno ancora in corso il finanziamento o che ne abbiano pagato l’ultima rata da meno di 10 anni.

L’Euribor “manipolato” e l’ordinanza della Cassazione

La sentenza di Trieste in arrivo tra qualche giorno servirà a fare chiarezza. Fatto sta che potrebbe essere un pronunciamento dagli esiti potenzialmente dirompenti per banche e clienti. La vicenda ruota intorno al caso dell’Euribor (l’indice di riferimento dei mutui a tasso variabile) “manipolato” tra il 2005 e il 2008. La Corte di Cassazione, infatti, con questa ordinanza del 13 dicembre 2023, ha affermato che sono nulli i tassi che le banche hanno applicato ai mutui, ai finanziamenti o ai leasing indicizzati al tasso Euribor “fissato attraverso un accordo manipolativo della concorrenza da un certo numero di istituti bancari, come accertato dalla Commissione antitrust europea”.

La vicenda arrivata al vaglio della Suprema Corte prende spunto dalla sanzione irrogata il 4 dicembre 2013 dall’Antitrust europea ad alcune banche europee, perché avrebbero costituito – secondo le accuse – un’intesa per la determinazione dell’Euribor in violazione della concorrenza.

Federconsumatori spiega: “La novità espressa dai giudici della Cassazione è che la nullità dei tassi potrebbe essere accertata a prescindere dal coinvolgimento o meno degli istituti bancari, nell’intesa tendente a “manipolare” il tasso Euribor, in quanto il divieto di cui all’articolo 2 della legge numero 287/1990 (ovvero la norma che disciplina le intese restrittive della libertà di concorrenza), deve ritenersi valido per qualunque contratto o negozio a valle che costituisca applicazione delle intese illecite concluse a monte”.

In sintesi, per punti e senza troppi tecnicismi, dunque:

  • Nel 2013 la Commissione antitrust europea ha accertato una manipolazione dell’indice Euribor avvenuta tra il 29 settembre 2005 e il 30 maggio 2008. Alcune fra le principali banche europee si sarebbero messe d’accordo per alterare i tassi di interesse;
  • anche altre banche, estranee all’accordo, avrebbero utilizzato quel parametro di riferimento manipolato. Quanto avvenuto violerebbe, fra l’altro, le norme per la tutela della concorrenza e del mercato;
  • l’ordinanza della Cassazione del 2023 considera nulli i tassi d’interesse se il parametro è stato manipolato. E questo può avere possibili riflessi sui finanziamenti legati all’indice tra il 2005 e il 2008. Nel prendere la loro decisione, i giudici della Cassazione hanno ribaltato una sentenza di appello secondo la quale le banche che non avevano partecipato al presunto “cartello” non avevano alcuna responsabilità nei confronti dei clienti.

Una pronuncia importante, secondo Federconsumatori, “grazie alla quale potrebbe aprirsi un nuovo fronte per la tutela di tutti i cittadini che, previa valutazione della loro situazione, potrebbero essere interessati e che potrebbero chiedere alle banche la rideterminazione degli interessi effettivamente dovuti”. Oggi le associazioni in difesa dei consumatori sono concordi nel parlare di un precedente storico nel diritto bancario.

Dopo l’ordinanza della Cassazione a fine 2023, la sentenza in arrivo da Trieste dovrebbe indicare come calcolare questo rimborso. La strada ipotizzata dal Corsera potrebbe essere quella indicata dall’articolo 117, comma 7, del testo unico bancario, che prescrive: “Nelle ipotesi di nullità si applicano il tasso nominale minimo e quello massimo, rispettivamente per le operazioni attive e per quelle passive, dei buoni ordinari del tesoro annuali o di altri titoli similari eventualmente indicati dal ministro dell’economia e delle finanze, emessi nei 12 mesi precedenti la conclusione del contratto o, se più favorevoli per il cliente, emessi nei 12 mesi precedenti lo svolgimento dell’operazione”.

L’importo in questione, in ogni caso, dipende dal tasso di ammortamento del mutuo, dallo spread sull’Euribor e sul capitale residuo del mutuo. Cifre che, nel caso dei mutui, potrebbero ammontare anche a diverse migliaia di euro.

Fonte Today.it

 

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