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Il tribunale: «Chiabotto riduceva a 9 mila 240 euro annui la liquidità disponibile da destinare al programma di liquidazione, ferma restando la spesa di mantenimento personale fissata in 50 mila euro l’anno»

Cristina Chiabotto, 33 anni, soubrette di Borgaro Torinese, ex miss Italia, è finita nei guai per debiti con il Fisco. È stata lei stessa a chiedere ed ottenere dal Tribunale di Ivrea la nomina di un professionista che apra la procedura liquidatoria dei suoi beni. E lo ha fatto, racconta oggi Giuseppe Maggio su La Stampa chiedendo di accedere alla legge 3/2012 “salva suicidi”, creata per scongiurare le posizioni di crisi debitorie di piccoli imprenditori e liberi professionisti. La legge, di fatto, permette il semplice “fallimento” della persona fisica con la cancellazione di tutti i debiti a fronte di un pagamento soltanto parziale. E quanto vuole pagare Cristina Chiabotto?

La situazione debitoria dell’ex miss Italia arriva in seguito ad alcuni accertamenti della Guardia di Finanza in anni passati. E in quella circostanza le erano stati pignorate somme per oltre 160 mila euro. La conferma del crak che si è abbattuto sull’impero della Chiabotto arriva dallo stesso Tribunale. La cifra quantificata ed esposta nella procedura aperta è di 2 milioni e mezzo di euro nei confronti dei creditori.

Per oltre 2,1 milioni riguarda cartelle notificate dall’Agenzia delle Entrate Riscossione, per 252 mila euro si tratta di un debito con l’Agenzia delle Entrate; per 93 mila euro a causa di un mutuo acceso con la Banca Sella; c’è anche un piccolo debito con un condominio torinese per spese non pagate.

Come sanerà il debito? Sempre nella relazione, viene effettuato l’elenco dei beni mobili e immobili con i quali la Chiabotto dovrebbe far fronte al pagamento. In particolare vengono citati i negozi di cui Cristina Chiabotto è proprietaria, a Torino e Borgaro Torinese, insieme alla sorella Serena (che ha dato il proprio assenso alla vendita), che hanno invece un valore dichiarato di soli 241 mila euro.

cristina chiabotto 1

Infine il giudice scrive che la «Chiabotto riduceva a 9 mila 240 euro annui la liquidità disponibile da destinare al programma di liquidazione, ferma restando la spesa di mantenimento personale fissata in 50 mila euro l’anno». Contattata al telefono da La Stampa, Chiabotto ha riagganciato senza rispondere.

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