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Tra le tante novità dell’Isee 2024 c’è quella per cui quest’anno a chi si rivolge a Caf e patronati per il rilascio dell’attestazione potrebbe essere richiesto un corrispettivo.

Fino allo scorso anno, invece, la presentazione della Dsu ai fini Isee era sempre gratuita per chi si rivolgeva a Caf e patronati, in quanto il servizio era pienamente convenzionato con l’Inps: ciò significa che coloro che svolgevano attività di intermediazione già ricevevano un compenso dallo Stato e per questo motivo non era consentito far pagare il contribuente.

Tuttavia, con l’entrata in vigore del decreto legge n. 48 del 2023, il cosiddetto decreto Lavoro, le norme per il rilascio dell’Isee sono cambiate legittimando Caf e patronati a far pagare l’Isee, entro una tariffa limite, per tutte le Dsu successive alla prima.

Va sottolineato, quindi, che non sempre il Caf può chiedere soldi per il rilascio dell’Isee: la prima Dsu dell’anno resta gratuita, a pagamento sono quelle successive (quando necessarie).

È bene essere informati a riguardo così da non farsi cogliere impreparati quando rivolgendovi a un centro di assistenza fiscale per la richiesta dell’Isee (ricordiamo che in alternativa è disponibile il precompilato dell’Inps che è gratuito, semplice e veloce) vi verrà chiesto di pagare per il servizio di cui si è usufruito.

Quando si paga per l’Inps rilasciato da Caf e patronati

Per fare domanda per il nuovo Assegno di inclusione o anche per avere diritto all’importo dell’Assegno unico calcolato in base alla propria fascia di reddito, è essenziale rinnovare l’Isee non appena possibile, meglio se entro il 31 gennaio 2024.

Per questo motivo, i mesi di gennaio e febbraio sono d’intenso lavoro per Caf e patronati, a cui sono soliti rivolgersi quei cittadini che hanno difficoltà con la richiesta “fai da te” disponibile sul sito dell’Inps perché ritenuta troppo complicata e temono di commettere errori.

Come anticipato, fino allo scorso anno il servizio di assistenza offerto da Caf e patronati – di qualsiasi sigla sindacale si tratti – per il rilascio dell’Isee era sempre gratuito per il cittadino.

L’Inps, infatti, ha stipulato delle convenzioni per il riconoscimento di un compenso per i vari servizi offerti, tra i quali rientra il rilascio dell’Isee. È l’Istituto, quindi, a pagare il Caf per il servizio effettuato ed è per questo che non è giustificata la richiesta di pagamento al cittadino.

Lo specifica chiaramente il messaggio Inps 2439/2019, nel quale vengono indicati i termini della convenzione sottoscritta con caf e patronati in merito al rilascio dell’Isee.

A tal proposito, l’articolo 19 – nel quale vengono indicati i compensi erogati dall’Inps per ogni pratica lavorata dai centri – specifica che “i Caf si impegnano a non chiedere corrispettivi all’utenza per lo svolgimento di questo servizio”. Pertanto, non si paga per avere la dichiarazione Isee, in quanto l’intermediazione è un servizio compreso nel compenso erogato dall’Istituto.

Tuttavia, da ottobre 2023 le suddette regole valgono solamente per la prima Dsu dell’anno, mentre per le successive – come pure per altre tipologie di servizio – Caf e patronati sono autorizzati a fissare una tariffa che non può comunque superare i 25 euro.

Ricapitolando, la prima volta che si richiede l’Isee 2024 al Caf non si paga nulla: diverso il caso in cui sia necessario effettuare integrazioni o modifiche (come la correzione dell’Isee difforme), come pure quando bisogna presentare una seconda Dsu ad esempio per aggiungere – o togliere – un componente.

Quali servizi per il rilascio dell’Isee 2024 sono gratuiti al Caf

È bene sottolineare che nel rilascio dell’Isee sono compresi una serie di servizi.

Nel dettaglio, nell’attività di intermediazione che resta gratuita per la prima Dsu dell’anno sono comprese l’assistenza nella compilazione della Dichiarazione, la ricezione della stessa e la verifica della sua completezza.

È sempre l’intermediario che si occupa della trasmissione della Dsu all’Inps, come pure del rilascio dell’attestazione riportante l’Isee.

Ogni passaggio relativo al rilascio, come pure al rinnovo, dell’Isee, quindi, sarà “offerto” dall’Inps, il quale in un secondo momento pagherà Caf e patronati per l’assistenza fornita all’utente.

Isee sbagliato, rischio sanzioni da 5mila euro e reclusione: cosa fare in caso di errori

 

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