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A pochi giorni dalle elezioni europee il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto “Salva Casa” (qui tutti i dettagli): arriva così il via libera al colpo di spugna sulle difformità interne e mano libera ai cambi d’uso degli immobili. Un provvedimento fortemente voluto dal vicepremier leghista Matteo Salvini che, in conferenza stampa dopo il cdm, ha voluto ancora una volta ribadire che “non è un condono sull’esterno”. Rispetto alla prima versione non ci sono le norme più contestate come quella salva-grattacieli” per fermare le inchieste sull’edilizia di Milano: “Sul salva-Milano non abbiamo voluto forzare la mano, spero che ci sia un emendamento bipartisan”, ha detto il leader della Lega dopo il cdm.

Salvini: “È rivoluzione liberale” – Si tratta di “una rivoluzione liberale, passiamo dal silenzio rigetto al silenzio assenso“, ha detto Salvini: “La maggior parte delle case degli italiani ha dei problemi decennali” che riguardano la “suddivisione dei locali interni, diversa rispetto alla piantina originale, e che non comporta alcun carico diverso e che a dl pubblicato, spero da lunedì, conto che faccia andare tantissima gente in comune a pagare quello che deve”, ha aggiunto il ministro delle Infrastrutture. I comuni, grazie al decreto legge, ”liberano i propri uffici tecnici da alcuni milioni di pratiche, stimante in 4 milioni di pratiche per difformità di 3 centimetri della finestra rispetto alla luce originaria. Il comune incassa, il cittadino paga e rientrare in pieno possesso del suo bene. Può vendere, comprare, rogitare e mutuare”, ha concluso Salvini.

Le novità – “Il decreto – si legge in una nota del Mit – interviene solo nelle casistiche di minore gravità, incidendo sulle cosiddette lievi difformità. In particolare: su quelle formali derivanti da incertezze interpretative della disciplina vigente rispetto alla dimostrazione dello stato legittimo dell’immobile. L’obiettivo è ‘liberare’ gli appartamenti ostaggio di una normativa rigida e frammentata che ne ostacola la commerciabilità e talora preclude l’accesso a mutui, sovvenzioni e contributi”, continua la nota. Il decreto, tra le altre cose, allarga il perimetro delle attività consentite in “edilizia libera”, cioè che non hanno bisogno di permessi. Amplia anche le tolleranze costruttive, cioè la differenza tra quanto effettivamente realizzato rispetto all’autorizzazione: oggi sono al 2% per tutti, col decreto restano tali per una superficie superiore a 500 metri quadri, salgono al 3% tra i 300 e 500 metri quadri, diventano del 4% per una superficie tra i 100 e 300 metri quadri e del 5% sotto i 100 metri quadri. Stop anche alla “doppia conformità” per gli interventi non inseriti nei titoli depositati in Comune.

I chiarimenti di Leo sul redditometro – Durante il cdm il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, è stato costretto ad esporre la sua relazione sul redditometro. Il suo decreto ministeriale, che faceva risorgere il redditometro, stava rischiando di fare esplodere la maggioranza. Tanto che poco dopo è arrivato l’intervento diretto della presidente del Consiglio Meloni per “sospendere” il provvedimento “in attesa di ulteriori approfondimenti”. Così Leo ha firmato giovedì l’atto di indirizzo per bloccare l’entrata in vigore del decreto e oggi è arrivato il “chiarimento” in cdm, come conferma Salvini spiegando che “l’intera maggioranza si è impegnata a rileggerlo scrivendo a più mani il provvedimento, non il redditometro. È un triste ricordo del passato, ci siamo impegnati a rivederci ragionarci insieme con la cautela che un tema cosi delicato merita”.

Il decreto sport – Il cdm ha approvato anche il decreto sportivo che vara la “famigerata commissione indipendente per il controllo economico-finanziario” dei club sportivi professionistici di calcio e basket, ha detto il ministro Andrea Abodi, aprendo la conferenza stampa a Palazzo Chigi. Abodi ha poi spiegato che “l’art. 1 si occupa delle elezioni dei presidenti federali che hanno già espletato il terzo mandato“. Il secondo articolo riguarda, invece, “il lavoro sportivo con ulteriori semplificazioni che riguardano, in particolare i volontari, e che comunque mettono in condizione soprattutto le realtà più fragili di avere maggiore agilità di manovra dal punto di vista gestionale rispetto allo spirito della norma”. Il quarto “sana una situazione rimasta sospesa dal punto di vista formale dal 2004 e riguarda l’accordo in sede internazionale Unesco del nostro governo, come tutti gli altri governi, sui controlli antidoping e si combina con la realizzazione del nuovo laboratorio antidoping italiano che sarà uno dei 29 laboratori antidoping nel mondo che sta portando avanti Sport e Salute con Indimit. Il penultimo articolo riguarda un provvedimento tecnico richiesto dal Mef sulle società di revisione delle società sportive quotate in borsa e quindi le due società di calcio quotate in borsa. L’ultimo articolo l’abbiamo aggiunto ed è relativo all’affidamento dei poteri commissariali all’amministratore delegato di Simico per alcune opere attribuite a Simico e relative quindi a Olimpiadi e Paralimpidi di Milano-Cortina 2026“, ha aggiunto Abodi. Il ministro dello sport ha comunque precisato – rispondendo ai dubbi di Coni e Figc sull’Authority di controllo finanziario sui club – che “non c’è alcun pericolo per l’autonomia sport. La commissione farà valutazioni oggettive, le federazioni prenderanno decisioni”.

 

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