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La situazione economica che ha caratterizzato gli ultimi anni ha portato a una particolare attenzione sul tema della crisi aziendale e sugli strumenti che le imprese hanno a disposizione per prevenire gli eventi di difficoltà. A supporto del mondo imprenditoriale il legislatore italiano è intervenuto per ristrutturare il Codice dell’Insolvenza, in particolare introducendo lo strumento della composizione negoziata della crisi, con il Decreto legislativo n. 83 del 2022.

La composizione negoziata della crisi, introdotta il 15 novembre 2021 all’interno del nuovo Codice della Crisi d’Impresa, è la novità più importante prevista a sostegno delle imprese in difficoltà. La misura consiste in una procedura volontaria ed extragiudiziale a cui è possibile accedere tramite una piattaforma telematica. In questo modo viene garantita riservatezza all’imprenditore che viene affiancato da un esperto in grado di intavolare le trattative con i creditori, necessarie per il risanamento dell’attività.

La composizione negoziata si contraddistingue per le seguenti caratteristiche:

  • Volontarietà
  • Riservatezza
  • Adesione tramite piattaforma telematica
  • Affiancamento di un esperto indipendente
  • Attivazione di trattative necessarie per il risanamento d’impresa

Può aderire alla composizione negoziata l’imprenditore commerciale e agricolo che si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario che ne rendono probabile la crisi o l’insolvenza.                         

 La procedura prevede di chiedere al Segretario Generale della Camera di commercio, nel cui ambito territoriale si trova la sede legale dell’impresa, la nomina di un esperto indipendente e la valutazione del possibile risanamento dell’impresa. L’esperto agevola le trattative tra l’imprenditore, i creditori ed eventuali altri soggetti interessati, al fine di individuare una soluzione per il superamento delle condizioni di squilibrio, anche mediante il trasferimento dell’azienda o di rami di essa.

GLI ESITI OTTENUTI A UN ANNO DALL’ENTRATA IN VIGORE DELLA COMPOSIZIONE NEGOZIATA

La composizione negoziata della crisi d’impresa ha mostrato finora pochi risultati positivi ma alcuni trend interessanti permettono di sviluppare dei ragionamenti sulla sua applicazione e possibili evoluzioni.

Il nuovo codice, che implementa la Direttiva UE 2019/1023 sulla gestione delle crisi e ristrutturazioni aziendali, ha l’obiettivo di gestire le crisi aziendali al di fuori del sistema giudiziario, che spesso è caratterizzato da tempi procedurali lunghi.

Tuttavia, i risultati positivi finora sono stati limitati, con soli 39 casi favorevoli su un totale di 767 istanze presentate.

Oggi gli esperti nella gestione delle crisi aziendali, che affiancano le imprese con l’obiettivo di agevolare le trattative con i creditori e giungere a una soluzione della situazione in tempi più rapidi rispetto al sistema giudiziario, ammontano complessivamente a 3.675 professionisti distribuiti tra le varie regioni italiane.

Il nuovo Codice della Crisi accentua il ruolo degli organi di controllo aziendale, come il collegio sindacale, potenziando la comunicazione con le banche e l’adozione di strumenti di pianificazione e controllo dei flussi di cassa. Questo permette di individuare prontamente i segnali di difficoltà e intervenire di conseguenza, anche per le aziende sane.

Inoltre, si è ampliata la platea delle aziende che possono accedere alla composizione negoziata, includendo anche quelle con un fatturato di almeno 4 milioni di euro negli ultimi 2 esercizi. Pertanto, si potrebbero registrare un aumento delle richieste di composizione negoziata, soprattutto per le imprese di minori dimensioni.

 

La Composizione negoziata della crisi di impresa può portare a tre diversi scenari:

  • le trattative hanno esito positivo e viene raggiunta un’intesa per un piano di rientro;
  • le trattative hanno esito negativo; non è stato possibile trovare una soluzione alla crisi per cui si arriva a un accordo di ristrutturazione;
  • se l’imprenditore non ha i mezzi per portare a termine un processo di ristrutturazione si può attivare un concordato liquidatorio.

L’applicazione del nuovo codice offre vantaggi sia per gli imprenditori che per gli investitori.

Per gli imprenditori è un cambiamento fondamentale a livello psicologico, in quanto evitano di entrare in una procedura concorsuale e intraprendono un percorso più riservato. Per gli investitori, invece, si sposta l’entry point dell’investimento verso l’imprenditore anziché verso le banche, che hanno vincoli operativi a causa del contesto regolamentare della BCE.

In questo contesto si è registrato che la maggior parte delle imprese, quando inviano istanza di composizione negoziata, richiedono le misure protettive per poter beneficiare dell’automatic stay, ossia del divieto per i creditori di esperire azioni esecutive e/o cautelari. Tuttavia, permangono problemi che potrebbero generare complicazioni e ridurre le possibilità di un esito favorevole per la composizione negoziata. Ad esempio, i prestiti con garanzie della SACE e del Fondo Garanzia PMI gestito da MCC potrebbero comportare un vantaggio privilegiato per queste entità in caso di escussione, a scapito degli altri creditori. Inoltre, la composizione negoziata non permette la transazione dei crediti fiscali e previdenziali, il che può creare difficoltà per le imprese che si sono finanziate rinviando i versamenti.

Secondo l’Osservatorio di Unioncamere, con dati aggiornati al 15 maggio 2023, nell’ultimo semestre il numero di istanze chiuse è triplicato, con un incremento dei casi positivi in forte crescita.

Graf. 1 e 2 – Andamento degli esiti favorevoli e sfavoreli

Fonte: “LA COMPOSIZIONE NEGOZIATA PER LA CRISI D’IMPRESA” – Terza edizione dell’Osservatorio semestrale (Unioncamere)

Ultimo aggiornamento: 15 maggio 2023

 

 

 

 

 

Fonte: “LA COMPOSIZIONE NEGOZIATA PER LA CRISI D’IMPRESA” – Terza edizione dell’Osservatorio semestrale (Unioncamere)

Ultimo aggiornamento: 15 maggio 2023

 L’utilizzo che viene fatto della composizione negoziata da parte delle imprese sembra essere sempre più consapevole. In particolare, si registra un trend crescente del numero di istanze gestite rispetto a quelle archiviate, lasciando intendere che le imprese ricorrano allo strumento in una fase di crisi non ancora troppo avanzato che lascia un buon margine di manovra all’esperto e, quindi, anche adeguato spazio per avviare un dialogo costruttivo con i creditori.

Nel corso dei trimestri il numero di istanze non inviate (sospese in fase di sola compilazione) si è significativamente ridotto, mentre il numero di istanze inviate ha subito un lento ma costante aumento.

Tab. 1 – Evoluzione dello stato delle istanze

Fonte: “LA COMPOSIZIONE NEGOZIATA PER LA CRISI D’IMPRESA” – Terza edizione dell’Osservatorio semestrale (Unioncamere)

Ultimo aggiornamento: 15 maggio 2023

COSA CI SI ASPETTA IN QUESTO 2023?

 L’impegno del legislatore a scongiurare la cessazione dell’attività imprenditoriale in crisi è evidente e il PNRR ne è stato motore e spinta. La composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa ha infatti come obiettivo quello di superare la situazione di squilibrio dell’impresa prima che si arrivi all’insolvenza. Un passo importante in un momento storico che vede il tessuto imprenditoriale messo a dura prova.

Il 2023 sarà il vero test per valutare l’efficacia del nuovo Codice della Crisi d’Impresa e della composizione negoziata. Si evidenzia l’esigenza di confrontare gli esiti della composizione negoziata con le altre procedure concorsuali e stragiudiziali, sia per comprendere meglio l’utilizzo che ne viene fatto, sia per verificare se effettivamente la composizione negoziata stia realizzando gli obiettivi di prevenzione e salvataggio proattivo, rapido ed efficiente delle imprese in crisi prefissati dal legislatore europeo, di cui tale strumento si fa portavoce.



 

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