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Legge di Bilancio 2023

Nel corso dell’ultima legge di Bilancio il Governo Meloni ha introdotto finalmente delle normative fiscali dedicate al settore delle criptovalute. Ciò permetterà di mettersi in regola pagando delle sanzioni minime, per chi non ha mai dichiarato i propri investimenti in crypto.

Chi detiene dei capitali in criptovalute potrebbe approfittare di questo momento di transizione, prima dell’entrata in vigore della nuova tassazione sulle criptovalute, pianificando un futuro incasso.

Bisognerà svolgere una revisione periziata dei propri asset in crypto e pagare un’imposta del 14% (rateizzabile pagando il 4,67% all’anno per tre anni). Ovviamente facendo una rendicontazione descrittiva delle operazioni e della rivalutazione dei propri asset.

I quattro passaggi fondamentali da considerare:

  • Chiunque non abbia dichiarato le sue crypto dovrà pagare una sanzione dello 0,5% sul valore all’1 gennaio dell’anno contabile relativo.
  • Chi ha fatto dei prelievi prima del 31 dicembre 2021, oltre alla sanzione, pagherà il 3,5% delle somme prelevate.
  • Quelli che si ritrovano con dei valori inferiori o non possono fornire delle prove a riguardo, potranno fare una rivalutazione all’1 gennaio 2023. Dovranno però versare il 14% del capitale periziato (anche in 3 rate annuali).
  • Le plusvalenze che sono state prelevate dall’1 gennaio 2022 saranno tassate al 26% del loro valore (o del valore della rivalutazione).

La sanatoria sulle criptovalute

Si parte con una sanatoria

Con il pagamento di un’imposta si potranno “sanare” tutti i prelievi fatti prima dell’1 gennaio 2021. Chi ha omesso i propri capitali in criptovalute nelle precedenti dichiarazioni, potrà regolarizzare la propria posizione pagando un’imposta sostitutiva del 3,5% del valore delle crypto al momento del prelievo.

Inoltre, si dovrà pagare una sanzione dello 0,5% per omessa dichiarazione, che dovrà essere corrisposta anche da chi non ha mai fatto un prelievo. La norma prevede anche una rivalutazione del valore delle criptovalute detenute al 1 gennaio 2023.

Inoltre si pagheranno le tasse solo sulle plusvalenze, ossia sulla differenza tra somma ricavata e costo d’acquisto, che dovrà ovviamente essere ben documentato. Inoltre, le minusvalenza superiori ai €2.000 potranno essere portate in deduzione sulle plusvalenze dei periodi successivi.

Gestire la tassazione criptovalute in modo semplice

L’argomento tassazione criptovalute è ancora piuttosto sconosciuto, anche ai professionisti del settore, dato che manca una normativa specifica. Ciò genera confusione e problemi, e un privato cittadino che ha generato dei guadagni dai propri investimenti in criptovalute deve andare a cercare un commercialista che sia competente in questo settore specifico.

Per ovviare a questo problema, o perché si preferisce pagare le tasse da sé, ci si può affidare a un software nato per semplificare la vita ai trader e che è anche usato dai commercialisti. Si tratta di Koinly, da molti considerato il miglior software per calcolare le tasse sulle criptovalute.

Koinly non è un software italiano ma è compatibile con i regimi fiscali di oltre 100 Paesi, tra cui l’Italia.

Con Koinly, puoi facilmente monitorare le tue criptovalute, e calcolare le tasse, su tutti i portafogli, su varie blockchain e piattaforme exchange. Permette, gratuitamente, di calcolare il ROI (ritorno sull’investimento) effettivo, avere una panoramica del reddito complessivo e un’anteprima del bilancio profitti/perdite con le plusvalenze generate.

Oltre a questo, è in grado di generare documenti fiscali quando richiesto. Il calcolatore fiscale di Koinly è un grande aiuto con le dichiarazioni dei redditi, e lo fa in conformità con le normative fiscali del Paese di appartenenza. Il software incorpora un sistema di contabilità a partita doppia: ogni modifica ai saldi patrimoniali è supportata da una voce, semplificando la compilazione.

Supporto DeFi

Uno strumento di verifica automatica controlla monitori i vari portafogli tramite API, per garantire che tutti i dati importati siano corretti. Senza che sia l’utente a dover manualmente inserire ogni volta le transazioni.

Koinly può anche importare automaticamente tutte le transazioni exchange decentralizzati come Uniswap, Sushiswap, Cream, Value, Balancer, PancakeSwap e molte altre piattaforme DeFi, quando un utente crea un nuovo portafoglio ETH, BSC o Polygon.

Con le autorità fiscali che sempre più perseguono gli investitori in criptovalute in tutto il mondo, è fondamentale capire cos’è la DeFi e quali sono le implicazioni fiscali degli investimenti in finanza decentralizzata. I protocolli DeFi sono programmi autonomi (smart contract) creati per eseguire specifiche funzioni.

Si tratta di varie applicazioni finanziarie costruite utilizzando la tecnologia blockchain e le criptovalute, che stanno andando a risolvere i problemi della finanza tradizionale, offrendo opportunità e guadagni molto maggiori delle banche classiche.

Che tipo di tassa si applica a certi tipi di investimento può essere difficile da capire, quindi un software di calcolo delle tasse specifico per le criptovalute come Koinly è ormai indispensabile. Oltre a supportare più di 17.000 criptovalute, 50 diverse blockchain e 350 exchange, Koinly, può anche aiutare con le tasse su Cardano (ADA) e il suo staking su portafogli come Yoroi e Daedalus.

Per sapere di più sul servizio di Koinly, vai al sito ufficiale e inizia a calcolare la tassazione criptovalute in modo semplice e sicuro.

Bisogna pagare le tasse sulle criptovalute?

Adesso che la normativa sulle criptovalute ha preso forma, almeno dal punto di vista fiscale, non ci sono più scuse per non pagare le tasse sui profitti generati dal trading di criptovalute.

Ricordiamo inoltre che in materia di antiriciclaggio, l’Italia è stato il primo tra gli stati membri ad adottare la IV direttiva antiriciclaggio e ad introdurre nel nostro ordinamento la definizione di “valute virtuali” e “prestatori di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale” attraverso il decreto legislativo d.lgs 90/2017.

Un decisivo passo in avanti che lascia intravedere futuri cambiamenti dal punto di vista normativo e fiscale per quanto riguarda la tassazione sulla detenzione e sugli investimenti in criptovalute.

Pertanto in conclusione:

  • L’Agenzia delle Entrate italiana ha riconosciuto le “valute virtuali” dei beni su cui pagare le tasse.
  • Le imposte si pagano solo sulle eventuali plusvalenze.
  • Le plusvalenze vengono rilevate nel momento della conversione delle crypto in euro, o altra valuta FIAT.

In ultima analisi, il nostro consiglio è quello di rivolgervi ad un commercialista che conosca bene la materia e che possa consigliarvi la strada giusta da percorrere nel pagamento delle imposte sulle criptovalute.

O, più semplicemente utilizzare un software programmato con l’aiuto di veri esperti del settore e che riesce a calcolare in automatico le tasse da pagare, come Koinly, che è aggiornato sulle direttive della Agenzia delle Entrate..



 

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