Si comincia con uno stop. Le oltre 200 pratiche non concluse dalle Zone economiche speciali in piedi fino a giovedì scorso finiscono nel limbo «di una breve sospensione dei termini», dicono dal ministero per gli Affari europei, il Sud e il Pnrr. A stabilirlo, rimarcano gli uffici guidati da Raffaele Fitto, è l’annunciato decreto legge “Pnrr”. E stando a fonti vicine al dossier, i termini per chiudere le conferenze dei servizi e le procedure in corso – un centinaio sarebbero solo quelle relative alla “vecchia” Zes adriatica, che comprende buona parte della Puglia – riprenderanno a correre dopo il 31 marzo. È il primo atto che segna il debutto della nuova Zes del Mezzogiorno, con il suo Sportello unico digitale operativo dal 1° marzo.
Da poco più di 24 ore, dunque, gli otto commissari straordinari che hanno guidato le altrettante Zes regionali o interregionali non hanno più voce in capitolo: per le domande delle imprese che sono – o che vogliano insediarsi – in uno dei 2mila 550 comuni di Puglia, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sicilia e Sardegna, il portale di riferimento (strutturazes.gov.it) è quello che fa capo alla Struttura di missione insediata dal ministro Fitto, che è guidata da Antonio Caponetto e fa capo alla Cabina di regia di Palazzo Chigi.
È lì che dovranno essere rivolte le domande per le autorizzazioni uniche. Quelle per i nuovi investimenti che potranno contare sul taglio della burocrazia e sulle agevolazioni fiscali previste della legge, a cominciare dal credito di imposta. Nelle prime ore di attività dello Sportello unico digitale – spiegano dagli uffici romani – sono arrivate 18 domande: una richiesta di autorizzazione unica e 17 nuove comunicazioni preventive «finalizzate a un esame preliminare delle iniziative che le imprese intendono presentare». Ovvero comunicazioni con le quali le aziende lanciano un ponte verso la Struttura di missione Zes per un primo contatto. Nessuna domanda sarebbe made in Puglia (una arriva dall’Abruzzo, cinque dalla Campania, 11 dal Molise e un’altra dalla Sicilia, invece).
Oltre 200, si diceva, sono le pratiche non concluse dai vecchi uffici Zes per le quali scatta la sospensione dei termini voluta dal governo. Una misura prevista «per consentire una verifica istruttoria di tali pratiche», rimarcano gli uffici del ministero per il Sud. E fra le imprese interessate dalla sospensione dei termini c’è chi lamenta l’impasse. Il ragionamento si può sintetizzare così: «Perché chi ha presentato la domanda agli uffici delle vecchie Zes e aveva una pratica pendente ora deve scontare un ritardo rispetto a chi presenta la domanda dal 1° marzo in poi?». Insomma: perché le aziende devono subire un rallentamento per consentire alla Struttura di missione di rimettersi al passo con le pratiche in corsa?
Quel che è certo è che siamo in una fase di transizione. E che un gigante della consulenza come PwC, davanti agli industriali di Puglia e Basilicata riuniti nella sede di Confindustria Bari-Bat per la presentazione dell’album Top 300, uscito con Repubblica Bari, paventa il rischio “imbuto” legato alla presenza di un solo Sportello. «Per il notevole numero di richieste che arriveranno». Si vedrà.
Fitto intanto esulta: «Esprimo soddisfazione per un risultato importante, a dimostrazione della piena, tempestiva ed efficace operatività della nuova Struttura di missione. Finalmente – commenta il ministro salentino – tutti gli imprenditori interessati a investire in qualsiasi area del Sud potranno usufruire delle autorizzazioni uniche attraverso uno strumento semplificato e connesso con tutti comuni del Mezzogiorno. Inizia un significativo percorso per il rilancio competitivo del Sud».
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