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I soldi per il superbonus 110% potevano essere spesi meglio. Nel rapporto ENEA sulle detrazioni fiscali del 2023, rilasciato nei giorni scorsi, troviamo infatti gran parte dei dati relativi agli interventi di ristrutturazione divisi per tipologia e per spesa.

Dei 61 miliardi di euro spesi nel 2022 per il superbonus 110% le fette più grandi sono state prese per l’applicazione di un cappotto sulla superficie esterna della casa, quasi 16 miliardi, e per la sostituzione degli infissi, 12.5 miliardi, due interventi questi fondamentali per migliorare la classe energetica di un edificio ottimizzando la coibentazione e riducendo le dispersioni.

Se guardiamo però alla parte dedicata agli impianti ci accorgiamo che solo 3.3 miliardi di euro sono state spese per le pompe di calore full-electric mentre quasi 7 miliardi sono stati pesi per cambiare la vecchia caldaia a gas con altre caldaie che vanno ancora a gas. Per la precisione 2 miliardi sono serviti per 161.000 interventi di sostituzione di una vecchia caldaia con una caldaia a condensazione e 4.6 miliardi per 181.000 installazioni di pompe di calore ibride, ovvero sistemi dove la pompa di calore lavora in combinazione con una caldaia a condensazione che viene usata quando il clima è troppo rigido.

I sistemi ibridi sono stati spesso al centro del mirino perché se collegati ai classici termosifoni hanno gli svantaggi del gas e non hanno i vantaggi delle pompe di calore, tuttavia in ambito superbonus sono andati a ruba perché erano un modo “facile” per far fare il salto di due classi ad abitazioni unifamiliari senza la necessità di altri interventi.

Nel corso del 2022 moltissime utility di energia, con la loro proposta superbonus, hanno fatto pacchetti caldaia ibrida, fotovoltaico e batteria proponendoli come upgrade energetico “gratuito” alle abitazioni unifamiliari che non avevano intenzione di fare alcun lavoro. I risultati, per certi aspetti, sono stati catastrofici, con lavori fatti male e con bollette doppie: oltre alla bolletta del gas, molti si sono trovati anche bollette dell’energia elettrica elevate dovute al fatto che d’inverno il fotovoltaico non solo non riesce a reggere la pompa di calore ma non riesce neppure a ricaricare la batteria. Ricordiamo che, nell’ambito del 110%, gli impianti non fruiscono dello scambio sul posto.

Sempre in ambito superbonus 110% sono stati spesi 680 milioni di euro per 82.872 impianti di home automation, ovvero sistemi “smart home” che avrebbero dovuto in qualche modo migliorare l’efficienza dell’edificio. Tra questi rientrano i termostati smart e le valvole termostatiche smart.

Interessante la parte sugli impianti fotovoltaici: sono stati incentivati con il 110% 341.101 impianti fotovoltaici per una spesa di 5 miliardi e per un totale di 2 milioni di kWp di potenza. Se guardiamo al costo per kWp, la cifra è alta: 2322 euro a kWp, quando il prezzo medio dovrebbe essere attorno ai 1600 euro / 1700 euro a kWp. Ovviamente, essendo tutto gratis, nessuno ha contrattato troppo sui preventivi.

Insieme ai sistemi fotovoltaici sono stati installati anche 8 milioni di kWh di accumulo, 329.188 sistemi per una spesa di 4.5 miliardi. In poche parole sono stati spesi più soldi per l’accumulo, che difficilmente verranno ripagati in termini di risparmio, rispetto a quelli spesi per le pompe di calore full-electric.



 

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