Lo ha precisato anche il ministro Matteo Salvini «non è assolutamente un condono edilizio, ma un provvedimento per regolarizzare piccole difformità e irregolarità che interessano, secondo uno studio del Consiglio nazionale degli ingegneri, quasi l’80% del patrimonio immobiliare». Ma il decreto legge, al vaglio del governo, con le norme di sanatoria che saranno affrontate in consiglio dei ministri questo mercoledì, riguarderebbe potenzialmente milioni di abitazioni. Pubblicizzato da settembre come “piano casa” dalla Lega, secondo quanto riporta oggi il Corriere della Sera porterà a una revisione, morbida, della «doppia conformità» richiesta dalle norme attuali. «Tolleranze costruttive» e le «parziali difformità» saranno sanabili entro scostamenti dai parametri autorizzati «di misura talmente contenuta da non poter essere considerati un illecito edilizio». Per esempio si potranno metter in regola «interventi non eccessivamente pesanti e impattanti, che non richiedono alcun titolo abilitativo, come per esempio le tende da esterno». O «il minor dimensionamento dell’edificio o la mancata realizzazione di elementi architettonici non strutturali». «Per esempio finestre o balconi, in particolare riguardanti gli edifici costruiti prima della fine degli anni Settanta, è prevista la regolarizzazione con semplice sanzione», spiegano fonti del governo sul quotidiano. Nel nuovo decreto ci sarà anche la possibilità di sanare i cambi di destinazione d’uso purché «tra categorie omogenee» ed è prevista anche una norma «salva-Milano per evitare problemi ad alcuni grattacieli». Il decreto salviniano approderà poi in Parlamento dove, sottolinea il Corriere, ci sono già sei proposte di legge in discussione sulla «rigenerazione urbana» presentate da Forza Italia (due proposte), Lega (una), Pd (due proposte), Movimento 5 Stelle (una). In particolare, il leader degli azzurri, Antonio Tajani, rivendica la primogenitura sul tema. E proprio sulla norma per la semplificazione dei cambi di destinazione d’uso sarà sfida per rivendicare la paternità di una misura molto popolare.
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