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La vita delle Partite IVA, si sa, non è semplice, ma ecco la buona notizia: nel testo della legge di bilancio 2024 è stata inserita la proroga dell’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (ISCRO), introdotta dall’articolo 1, comma 386, della legge 30 dicembre 2020, n. 178. Vediamo.

Prima di tutto, devi sapere che l’ISCRO è un’indennità prevista in favore dei lavoratori autonomi che risultano iscritti alla Gestione separata INPS, ed erogata appunto da tale ente. L’indennità è pari al 25%, su base semestrale, della media dei redditi da lavoro autonomo dichiarati dal soggetto nei due anni precedenti all’anno precedente alla presentazione della domanda, e spetta a decorrere dal primo giorno successivo alla data di presentazione della domanda. Si tratta di un contributo mensile, erogato per sei mensilità, di importo non inferiore ad euro 250 e non superiore ad 800 euro mensili.

Ma vediamo insieme quali sono i requisiti per fare domanda e, in particolare, cosa cambia per il 2024. In primo luogo, il richiedente dovrà essere titolare di partita IVA attiva da almeno tre anni (precedentemente occorrevano 4 anni), alla data di presentazione della domanda, per l’attività che ha dato titolo all’iscrizione alla gestione previdenziale in corso.
Inoltre, dovrà aver dichiarato, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito non superiore ad euro 12.000. Tale limite di reddito è stato aumentato, in quanto per la domanda da presentare nell’anno 2023 era pari ad euro 8.972,04.
Il richiedente dovrà poi aver prodotto un reddito da lavoro autonomo, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, inferiore al 70 % della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei due anni precedenti all’anno precedente alla presentazione della domanda. Anche tale requisito è mutato, in quanto chi faceva domanda nel 2023 doveva dimostrare, invece, di aver subito una perdita del 50%.

Ma non è tutto! Infatti, chi fa domanda per l’ISCRO dovrà altresì possedere i seguenti requisiti:

– non essere titolare di trattamento pensionistico diretto e non essere assicurato presso altre forme previdenziali obbligatorie;

– non essere beneficiario di Assegno di inclusione di cui al decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85;

– essere in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria.

Nel caso vengano meno i predetti requisiti, si incorrerà nella decadenza dal beneficio, con restituzione delle mensilità corrisposte in seguito all’insorgere della decadenza.
Infine, si evidenzia che l’erogazione del bonus è condizionata alla partecipazione a percorsi di aggiornamento professionale. Naturalmente, nel caso di cessazione della partita IVA nel periodo di beneficio dell’indennità, cesserà altresì l’erogazione della stessa, e le eventuali mensilità erogate dopo la cessazione dell’attività verranno recuperate dall’INPS.

Ma come si fa a presentare domanda?
A tal fine è necessario accedere all’apposita area sul sito dell’INPS tramite SPID, CIE o CNS e presentare domanda in via telematica dal 1° Maggio al 31 ottobre di ciascun anno di fruizione. Nella domanda, il lavoratore dovrà autocertificare i redditi prodotti per gli anni di interesse, e l’INPS provvederà poi a comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati dei soggetti richiedenti, ai fini della verifica dei requisiti.

 Franco Marella

 

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