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Visibilia Editore, società della ministra del Turismo, nell’estate 2020 ha fatto il pieno di liquidità anche grazie alle garanzie bancarie dell’imprenditore amico. Un prestito bancario per evitare il collasso finanziario erogato con la garanzia, per 2,6 milioni, fornita dalla società che gestisce il Twiga

Una ministra con un fallimento e debiti con lo Stato «deve dimettersi», diceva uno degli indagati del caso Visibilia, intercettato. Per questo Daniela Santanchè andava salvata in tutti i modi.

Siamo sul finire di ottobre 2022, dopo che la procura di Milano aveva chiesto e notificato la richiesta di liquidazione di una delle aziende Visibilia. «Vuol dire fallimento», è la sintesi di Dimitri Kunz, compagno della ministra, intercettato dalla Guardia di finanza.

Ma a muoversi per lei c’è anche l’imprenditore-amico Flavio Briatore: le intercettazioni inedite contenute nelle migliaia di pagine depositate nell’inchiesta giudiziaria su Santanchè, lette da Domani, svelano anche il suo ruolo nel salvataggio di Visibilia.

Si scopre per esempio che Visibilia editore nell’estate 2020 ha fatto il pieno di liquidità, più che mai necessaria visti i bilanci pericolanti, anche grazie alle garanzie bancarie fornite dall’amico Briatore.

In concreto, Visibilia editore ha varato un aumento di capitale che è stato sottoscritto dai soci Visibilia concessionaria e Visibilia Editore holding, impiegando, si legge nei documenti d’indagine, «una provvista proveniente, tra l’altro, da Immobiliare Dani». Quest’ultima, che è una società controllata da Santanchè, aveva a sua volta ricevuto un prestito di 2 milioni di euro da Banca Progetto, un piccolo istituto di credito.

Il paracadute

È a questo punto che si apre il paracadute fornito da Briatore. Infatti, il prestito di Banca Progetto, di vitale importanza per evitare il collasso finanziario, è stato erogato con la garanzia, per 2,6 milioni, fornita dalla società che gestisce il Twiga, lo stabilimento balneare di mister Billionaire.

La Centrale Rischi di Bankitalia segnala che a fine marzo 2023 quel prestito, con garante Twiga srl, non era ancora stato restituito.

Quindi, Visibilia editore holding ha finanziato la partecipata Visibilia editore grazie anche a questi fondi provenienti da Immobiliare Dani e garantiti dalla società di Briatore.

Dalle carte d’indagine si scopre che per sostenere Visibilia editore sono stati utilizzati anche prestiti garantiti dallo Stato. Nella seconda metà del 2020, infatti, Visibilia concessionaria ha sottoscritto parte dell’aumento di capitale di Visibilia editore attingendo a un finanziamento di 740mila euro concesso della Banca Popolare di Sondrio e assistito da garanzia pubblica «per la copertura – si legge nelle carte – delle perdite conseguenti alla pandemia».

Tutto fa brodo pur di evitare il crac. Del resto, anche nell’autunno del 2022, Santanchè, da poco nominata ministra, ha bisogno di denaro per far fronte ai debiti con il fisco del sistema Visibilia. È ancora Briatore a salvare la situazione.

La plusvalenza

Il 4 novembre del 2022 Dimitri Kunz (compagno di Santanché) al telefono con Massimo Garnero, fratello della ministra, spiega che «Flavio (cioè Briatore, ndr) dà uno e mezzo (milioni, ndr) e io do la metà, 750 mila» in cambio della quota del 22 per cento del Twiga controllata dalla Immobiliare Dani. L’affare è andato poi in porto.

Quel che ancora non si sapeva è che Immobiliare Dani ha realizzato una plusvalenza di 2,2 milioni dalla vendita delle quote di Twiga.

Questo provento straordinario ha consentito a Immobiliare Dani di far quadrare i conti del 2022, altrimenti in grave perdita. Insomma, Daniela «cade in piedi», sintetizza suo fratello Massimo nella telefonata con Kunz. Difficile dargli torto.

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