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  • Il Ministero del Lavoro conferma che i bonus autonomi, da 200 e 150 euro, arriveranno anche a chi svolge un lavoro di tipo autonomo, ma senza la Partita Iva.
  • I bonus autonomi sono stati introdotti per contrastare il caro vita, causato principalmente dall’inflazione.
  • L’estensione della platea di beneficiari dei bonus è prevista per almeno 30.000 autonomi e 50.000 professionisti che non hanno una Partita Iva.

Secondo le ultime disposizioni del Ministero del Lavoro, i bonus autonomi, ovvero i sostegni economici di 200 euro, e di 150 euro, verranno erogati a nuovi beneficiari. Si tratta di tutti coloro che lavorano in autonomia, ma a causa della specificità dell’attività svolta, non hanno una Partita Iva.

In questo modo vengono modificate le normative originarie per cui il bonus da 200 euro, potenziato poi di altri 150, doveva essere erogato solamente a coloro che avevano aperto una Partita Iva.

Ma chi sono i soggetti che potranno beneficiare di questa estensione dei bonus? E come potranno riceverli? Ecco una panoramica della recente novità.

Bonus 200 euro e 150 euro autonomi: di cosa si tratta

Il bonus autonomi è un sostegno che è stato introdotto inizialmente per sostenere tutti i professionisti con Partita Iva di fronte ai rincari dovuti all’inflazione e al caro bollette. Allo stesso modo il sostegno era stato erogato anche a dipendenti e pensionati, tuttavia i tempi si erano allungati per gli autonomi.

Inizialmente il bonus prevedeva una erogazione una tantum di 200 euro per ogni professionista con Partita Iva che rientrasse nei requisiti di accesso. Per potervi accedere infatti era necessario rimanere entro i 35.000 euro di ricavi annui.

Tuttavia in un momento successivo la misura era stata potenziata, con una ulteriore erogazione da 150 euro aggiuntivi. La misura era stata disposta dal decreto legge 17 maggio 2022 n. 50, e prevedeva l’istituzione di un Fondo, finanziato nuovamente con decreto legge 9 agosto 2022 n. 115, convertito con modificazioni dalla L. n. 142/2022.

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Bonus 200 euro e 150 euro 2023: l’ultimo decreto

Recentemente il Ministero del Lavoro ha comunicato tramite apposito decreto l’estensione del bonus da 200 euro, e di conseguenza quello da 150 euro, anche a chi non ha una Partita Iva. Riportiamo il testo della comunicazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali:

“Esteso a lavoratori autonomi e professionisti non titolari di partita IVA l’accesso all’indennità una tantum di 200 euro prevista dal cosiddetto Decreto Aiuti, incrementata di altri 150 euro per i redditi sotto i 20mila euro dal decreto Aiuti-ter (D.L. n. 144/2022, convertito nella Legge n. 175/2022).”

La modifica è stata decisa da un decreto interministeriale del 7 dicembre 2022, firmato da Marina Calderone e Giancarlo Giorgetti, per cui viene modificata la previsione di erogazione iniziale limitata esclusivamente ai lavoratori autonomi o professionisti dotati di una Partita Iva.

Con l’ultimo decreto viene quindi inclusa una platea di beneficiari maggiore, tuttavia si tratta sempre di lavoratori autonomi, pur senza Partita Iva. Vediamo chi rientra in questa fattispecie.

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Bonus autonomi: chi beneficia dell’estensione

Vediamo nel dettaglio chi sono coloro che possono beneficiare dell’estensione dei bonus per gli autonomi. Con il nuovo decreto si istituisce un ampliamento di altri 30.000 lavoratori autonomi e circa 50.000 professionisti senza Partita Iva.

Tra questi, rientrano anche circa 30.000 soggetti specializzandi in medicina e chirurgia. Si tratta di lavoratori fino ad ora esclusi dal bonus, sia per ciò che riguarda il lavoro dipendente che autonomo.

Questi soggetti potranno ricevere il bonus principalmente in due modalità:

  • se il soggetto aveva fatto già richiesta del bonus, che era stato negato, la richiesta sarà assolta in modo automatico. Questo sia nel caso di richiesta all’INPS sia ad una cassa specifica;
  • se il soggetto non aveva fatto richiesta del bonus, l’INPS si attiverà per garantire la gestione della procedura e l’erogazione delle somme spettanti.

Ricordiamo che i requisiti per l’accesso rimangono gli stessi: per il bonus da 200 euro si tratta di una soglia massima di reddito di 35.000 euro, mentre per il bonus da 150 euro questa soglia si restringe scendendo a 20.000 euro di redditi, sempre calcolati su base annua.

I contributi verranno quindi erogati ai nuovi beneficiari direttamente nella busta paga, se in possesso dei requisiti per riceverli.

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Come accedere ai bonus

I lavoratori autonomi senza Partita Iva, regolarmente iscritti ad una gestione previdenziale INPS, possono procedere a chiedere l’accesso ai bonus entro il 30 aprile 2023. La scadenza è stata recentemente comunicata proprio dall’ente previdenziale, con alcune precisazioni sugli importi.

Rimane il limite do 35.000 euro di ricavi annui per l’accesso, e per chi ha un reddito inferiore a 20.000 euro, il bonus supera la soglia di 200 euro arrivando a 350. Per presentare la domanda è necessario procedere telematicamente, accedendo alla propria area riservata sul sito INPS tramite SPID, CIE o CNS.

Bisogna poi seguire i seguenti passaggi per ottenere il sostegno:

  • andare su “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche”;
  • seguire: “Sostegni, sussidi ed indennità“;
  • andare su: “Esplora Sostegni, Sussidi e Indennità“;
  • selezionare la categoria di appartenenza, alla voce: “Indennità una tantum – Autonomi Senza Partita Iva”.

Per chi vuole richiedere il sostegno è possibile procedere anche tramite patronati che offrono il servizio e tramite contact center messo a disposizione dall’INPS.

Bonus autonomi 2023 – Domande frequenti

Come funzionano i bonus autonomi nel 2023?

I bonus autonomi, da 200 o 150 euro, per il 2023 vengono erogati anche ai lavoratori autonomi senza Partita Iva, come gli specializzandi. Ecco cosa cambia.

Quali sono le soglie di reddito per i bonus autonomi 2023?

Le soglie di reddito per ricevere i bonus da 200 e 150 euro rimangono le stesse rispetto al 2022: ecco quali sono.

A chi verranno erogati i bonus autonomi 2023?

Si parla di una erogazione aggiuntiva ad almeno 30.000 autonomi senza Partita Iva e 50.000 professionisti, di cui una gran parte sono specializzandi in medicina e chirurgia.

 

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