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Non si arrestano le modifiche ai differenti bonus edilizi in circolazione: il Decreto Superbonus tocca anche il Bonus Ristrutturazioni e il Sismabonus.

Che queste misure non vadano giù al governo Meloni e cosa nota ecco pronto allora il nuovo Decreto Superbonus con numerosi emendamenti che modificano il bonus ristrutturazione 2024.

Una misura che tocca indistintamente i vari bonus edilizi e che prevede oltre allo spalma crediti per il Superbonus anche una drastica riduzione dell’aliquota di detrazione del vecchio Bonus ristrutturazione e modifiche previste anche per il Sismabonus che diventano perciò sempre meno convenienti.

Scopriamo insieme  tutte le novità del nuovo decreto Superbonus.

D.L. Superbonus, nuove regole anche per il Bonus Barriere Architettoniche e per il Sismabonus: ecco quali

Approvata la nuova stretta del governo ai vari bonus edilizi: passato infatti l’emendamento alla legge di conversione del D.L. 39/2024 che prevede una nuova stretta al superbonus e non solo.

Il decreto Superbonus prevede numerose novità a partire dall’obbligo di ripartire in 10 anni la detrazione delle spese superbonus sostenute nel 2024 qualora si decida di indicarle nella dichiarazione dei redditi con effetto peraltro retroattivo.

Altra novità riguarda il taglio al bonus ristrutturazioni che passerà al 30% dal 2028.

Ed inoltre ci sarà il blocco alla compensazioni con debiti previdenziali per le banche.

Nello specifico la ripartizione delle detrazioni in 10 quote annuali di pari importo è prevista per le spese sostenute a partire dal periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione.

Tale nuova ripartizione viene ad applicarsi non soltanto al Superbonus ma anche ad interventi edilizi che rientrano nella categoria degli interventi finalizzati all’eliminazione delle Barriere architettoniche e a quelli antisismici.

Fino all’entrata in vigore del nuovo D.l. per il Superbonus le detrazioni erano ripartite in quattro quote annuali di pari importo per la parte di spese sostenuta dal 1° gennaio 2022.

Mentre per gli interventi del Bonus barriere architettoniche la detrazione prevista del 75% era riconosciuta in cinque quote annuali.

Modificata anche la ripartizione  delle detrazione per interventi antisismici e di riduzione del rischio sismico fino ad oggi ripartita in cinque quote annuali.

Il nuovo decreto che prevede lo spalma crediti renderà obbligatorio detrarre dalle tasse le spese sostenute in dieci anni.

Ma non sono mancate polemiche sulla retroattività della misura anche se minima, perché la retroattività sarà limitata.

Tale misura avrà secondo il governo il compito di limitare l’impatto sui conti pubblici  mentre dall’altra aumentano le preoccupazioni per le imprese.

Decreto Superbonus, stop alla cessione di rate residue

Nello stesso decreto Superbonus è previsto  l’eliminazione di scegliere la cessione del credito delle rate residue non ancora fruite per i contribuenti che abbiano utilizzato i bonus edilizi sotto forma di detrazione Irpef.

La nuova misura permette di usare la sola forma della detrazione Irpef, eliminando la possibilità di “trasformare” le agevolazioni in credito d’imposta cedibile.

E’ nel comma 7 del Decreto Superbonus che si stabilisce che non è in ogni caso consentito l’esercizio dell’opzione per la cessione del credito d’imposta (articolo 121, comma 1, lettera b), del DL 34/2020) in relazione alle rate residue non ancora fruite.

Tale divieto di compensazione vale per tutti gli interventi edilizi quali:

  • Il Bonus Ristrutturazioni;
  • Il Superbonus;
  • L’ Ecobonus;
  • Il Sismabonus;
  • Bonus Barriere Architettoniche;
  • Il Bonus Facciate;
  •  installazione di impianti fotovoltaici e colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.

Anche per tale misura la retroattività è limitata al 2024.

C’è anche il divieto di compensazione con l’INPS

Altra novità il divieto di compensare i crediti derivanti dai vari bonus edilizi con i contributi dovuti all’Inps per i propri dipendenti.

Il motivo è di mettere al riparo l’Inps da possibili ammanchi dei propri conti ma dall’altra parte si rischia di rendere inutilizzabili parte dei crediti scontati dalle banche.

 

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