Ecco le pratiche più diffuse per abbassare la Dsu e l’Isee, come ridurre la giacenza media del conto corrente in banca e non apparire intestatari di immobili.
Fin quando l’Isee era costituto da dati autocertificati dai contribuenti, per questi ultimi è stato un gioco da ragazzi abbassare l’indicatore del reddito familiare, in modo da fruire di servizi socio-assistenziali e di altre agevolazioni altrimenti non dovute. Oggi, però, con l’Isee precompilato (o meglio con la dichiarazione sostitutiva unica precompilata, cosiddetta Dsu) è tutto più difficile. Spiazzati dalle nuove regole, gli italiani hanno iniziato a chiedersi come nascondere i soldi Isee, ossia come fare per abbassare l’Isee e risultare più poveri di quanto effettivamente si è.
Secondo le ultime statistiche della Guardia di Finanza, su un campione di 10 contribuenti, sono ben 6 a percepire indennità e bonus in modo illegittimo. Il che significa che il “gioco delle tre carte” è molto più diffuso di quanto sembri.
Numerosi sono gli stratagemmi usati dagli italiani e svelati dai vari nuclei delle Fiamme Gialle. A ciò si aggiunge che i controlli non sono così frequenti come potrebbero sembrare e, anzi, a farla franca sono ancora in tanti. Proprio per risolvere “a monte” il problema è stato ideato l’Isee precompilato che dovrebbe scoraggiare le principali frodi.
Eppure, secondo i motori di ricerca presenti sul web, sono ancora tantissimi gli utenti che cercano su internet come nascondere soldi Isee. E, guarda caso, altrettanti sono i forum ove si possono trovare suggerimenti pratici. Suggerimenti che, il più delle volte, sconfinano nel penale. È, quindi, bene evitare comportamenti di questo tipo.
Qui di seguito, indicheremo alcune delle pratiche adottate dai contribuenti per
abbassare l’Isee.
Isee precompilato: come funziona?
Prima di entrare nel vivo del discorso e spiegare come nascondere soldi Isee, ecco alcuni chiarimenti forniti dall’Inps sulla nuova normativa. Ne avevamo già parlato nell’articolo: con l’Isee non puoi nascondere i soldi.
Con il debutto della Dsu precompilata, il cittadino deve continuare ad autodichiarare una serie di informazioni. Inoltre, questa modalità sarà disponibile solo per chi utilizzerà il sito internet dell’Inps. In alternativa, resta la possibilità di presentare la dichiarazione non precompilata sia all’Inps, sia all’ente che fornisce la prestazione sociale agevolata per cui è necessario l’Isee, oppure tramite un Caf.
La versione precompilata dell’Isee prevede tre famiglie di dati: quelli precompilati dal sistema, quelli comunque autodichiarati, quelli precaricati.
Nei primi rientrano i redditi e alcune tipologie di spese dichiarate all’Agenzia delle Entrate, i fabbricati posseduti in Italia, l’eventuale canone di affitto della casa di abitazione, i trattamenti erogati dall’Inps, alcune voci che compongono il patrimonio mobiliare detenuto in Italia.
Vanno autodichiarati i patrimoni immobiliare e mobiliare posseduti all’estero e alcune attività domestiche quali le partecipazioni in società per azioni non quotate o società non azionarie, nonché i terreni e l’eventuale debito residuo per mutui.
Il sistema chiede all’Agenzia delle Entrate di effettuare un riscontro sulle informazioni inserite. Se l’esito è positivo, allora la Dsu si arricchisce dei dati precompilati, in caso negativo si possono effettuare altri due tentativi modificando le informazioni. Se tutti i riscontri sono negativi, la procedura si ferma.
Come nascondere i soldi Isee grazie alla banca
Da nemica di molti italiani, la banca si può trasformare in un valido alleato per nascondere i soldi all’Isee
. Come? Nello stesso modo in cui ti aiuta ad evitare il pignoramento del conto corrente ossia richiedendo l’emissione di assegni circolari.
In pratica, il correntista che intende abbassare la giacenza media del conto corrente chiede allo sportello del proprio istituto di credito l’emissione di uno o più assegni circolari intestati a una persona di fiducia. A tal fine, autorizza il prelievo del denaro dal proprio deposito. La banca attinge così il denaro dal conto del cliente che, in conseguenza di ciò, risulterà più “povero” rispetto a prima. Le somme vengono depositate in una sorta di riserva separata, uscendo fuori dalla disponibilità del correntista a cui, però, viene consegnato il titolo di credito. Tale titolo, chiaramente, non viene incassato da nessuno, ma custodito gelosamente dallo stesso richiedente.
Ci sono tre anni di tempo per incassare l’assegno o per chiederne la revoca con riaccredito dell’importo sul conto iniziale. Nel frattempo, però, la giacenza media è stata abbassata e l’Isee è risultato inferiore rispetto all’
effettiva ricchezza del contribuente.
Come nascondere i soldi Isee cointestando il conto corrente
Un’altra pratica seguita da molti italiani per nascondere i soldi Isee è cointestare il conto corrente. Si tratta formalmente di una donazione del 50% del deposito.
In questo caso, si presta attenzione a due aspetti:
- il beneficiario non deve appartenere allo stesso nucleo familiare del titolare del conto; diversamente i due redditi si sommano ai fini dello stesso Isee e nulla cambierebbe;
- le parti sottoscrivono una controdichiarazione (che tengono nascosta per sé), in cui il beneficiario della donazione del 50% del deposito dichiara che la cointestazione del conto è una mera simulazione e, quindi, si impegna a non rivendicare alcunché su tali soldi.
Lo stesso discorso viene fatto anche con i titoli di Stato, le obbligazioni e i libretti di risparmio.
Inserire nel proprio stato di famiglia un nullatenente
Tanto più il nucleo familiare è composto da soggetti percettori di reddito, tanto più l’Isee risulterà elevato. Ecco perché alcune persone ricorrono ad un espediente inverso: inseriscono nel nucleo familiare un
nullatenente, ossia una persona disoccupata, che non ha alcun reddito o patrimonio (mobiliare o immobiliare). È il caso, ad esempio, della coppia di fatto, ma non è possibile se ci sono situazioni di parentela (ad esempio, il padre che convive con figlio e nuora non può essere considerato nucleo a parte).
Dunque, chi convive con persone con cui non ha legami familiari o affettivi (ad esempio, semplici coinquilini), per abbassare la soglia Isee può chiedere due stati di famiglia separati: in questo modo, i redditi del coinquilino non entreranno nello stato di famiglia e non potranno alzare l’indicatore.
Al contrario, può risultare conveniente includere il coinquilino nel nucleo qualora sia privo di redditi o quasi.
Come abbassare l’Isee cedendo l’usufrutto sulla casa
Tutti gli immobili di proprietà devono essere dichiarati ai fini della compilazione della Dsu. Tuttavia, la nuda proprietà della casa non va inserita nell’Isee. Ciò significa che una persona proprietaria di un immobile potrà recarsi dal notaio e cedere l’usufrutto a un familiare, ad esempio un figlio o un nipote, risultando così intestatario della nuda proprietà. In questo modo, la casa “non fa più reddito” e il contribuente risulterà più povero di prima.
L’unica accortezza, in questi casi, è di evitare di cedere l’usufrutto a una persona appartenente allo stesso nucleo familiare. Difatti, poiché l’usufruttario deve dichiarare nel proprio Isee l’immobile che ha in usufrutto, non cambierà nulla nel momento che quest’ultimo rientra nello stesso nucleo familiare.
Se accredito i soldi in un conto PayPal posso abbassare l’Isee
Ci sono molte persone che svuotano il conto corrente per accreditare i soldi sul conto corrente estero, come PayPal o N26. In realtà, ai fini Isee bisogna indicare anche i conti stranieri, come quelli appena citati.
Tuttavia, le indagini in questo caso sono più complicate: difatti, gli istituti di credito esteri non devono comunicare alcuna informazione all’Anagrafe dei conti correnti e tali dati possono ben sfuggire all’Agenzia delle Entrate.
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