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In Italia le donne sono vittime anche di violenza economica, non solo fisica e verbale. Il 40% di loro non dispone di un proprio conto corrente. Il 37,8% di quelle che si rivolgono a un centro antiviolenza, lo fa anche per casi di violenza legati ai soldi.

Già a partire dal 2002, Banca d’Italia e il Consiglio Nazionale del Notariato, supportate da circa 250 associazioni locali per la parità di genere, hanno promosso un progetto di educazione finanziaria. “Purtroppo le scarse conoscenze economico finanziarie – spiega l’avvocato Letterio Stracuzzi, presidente di Protezione sociale italiana – le espongono a altro tipo di violenza, esercitata dai loro mariti, compagni o ex mariti. Parliamo della violenza economica. Capita molto spesso che le donne che hanno proprietà immobiliari o un rapporto di lavoro fisso, siano coinvolte nel prestare garanzie personali per le attività imprenditoriali del marito. Poi, quando l’impresa del marito cessa o fallisce, quest’ultimo si rende irreperibile e le donne si ritrovano a pagarne le conseguenze”.

C’è la storia di Angela, una madre strozzata da una situazione di indebitamento a causa delle garanzie prestate in favore dell’impresa del marito, fallita successivamente nel 2016: “Garanzie -precisa l’avvocato Stracuzzi – stipulate per l’ottenimento di mutui di liquidità e finanziamenti. A seguito del fallimento, però, travolti da una infinità di problemi, i coniugi decidono di divorziare nel 2019. L’ex marito a quel punto si trasferisce all’estero e sparisce, lasciando la donna e le due figlie senza alcun tipo di sostegno con le banche e le finanziarie alle loro calcagna. Per salvarsi da questa situazione debitoria, Angela si è rivolta a noi beneficiando della legge 3/2012, la cosiddetta legge anti-suicidi, oggi Codice della Crisi. Protezione sociale italiana ha così proposto di risolvere la situazione di indebitamento -pari a 938.000 euro- offrendo ai creditori la somma di 48.000 mila euro in 6 anni. L’istituto della legge 3/2012 che l’Organismo ha deciso di applicare in favore di Angela, è stato quello del Piano del Consumatore. E’ importante precisare che l’applicazione dell’istituto non richiede che la proposta del debitore ottenga il consenso dei creditori”.

Poi la storia di Maria, finita in una storia di indebitamento avvenuta a seguito del fallimento dell’impresa dell’ex marito. “Maria -spiega l’avvocato Stracuzzi- si è rivolta a Protezione sociale italiana e al suo Organismo di Composizione della Crisi di Milano, competente per territorio, per ricevere i benefici previsti dalla legge 3/2012. Abbiamo proposto di risolvere la situazione di indebitamento, pari a 194.600 euro, offrendo ai creditori la somma mensile di 200 euro per 36 mesi. L’istituto della legge 3 che l’Occ. ha deciso di applicare in favore di Maria è quello della Liquidazione controllata. Anche in questo caso l’applicazione dell’istituto non richiede che la proposta del debitore avvenga con il consenso dei creditori”. Con sentenza del 15.12.2022, il Tribunale di Milano -giudice Rosa Grippo- nel procedimento NRG 358/2022 ha accolto la proposta di Liquidazione controllata.  “Anche in questo caso -sottolinea Stracuzzi- la famiglia di Maria ha ritrovato un pizzico di serenità”.

“Dal 2012 ad oggi -conclude Stracuzzi- sono oltre 3.000 i suicidi per motivi economici. Una cifra preoccupante che poteva essere decisamente più alta, forse anche del doppio, se non avessimo avuto la possibilità di ricorrere alla Legge3. In poco più di 5 anni siamo riusciti a stralciare oltre 130 milioni di euro di debiti. Soldi che, attraverso sentenze dei Tribunali, abbiamo tolto dalle spalle di molte famiglie e imprese che versano in crescente difficoltà”. (Fonte: ANSA).

 

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