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Sul Comune di Pomezia pesa una quantità enorme di istanze di condono edilizio ferme da decenni. Faldoni su faldoni di pratiche che aspettano di essere lavorate e tanti, tanti soldi che il Comune potrebbe utilizzare – ad esempio per realizzare opere di urbanizzazione nei quartieri che ne sono sforniti – e che non saranno disponibili finché l’Ente non avrà concluso questa maxi-operazione burocratica.

Si tratta di un’attività che, nel 2018, negli ultimi giorni dell’amministrazione M5S guidata dall’ex sindaco Fabio Fucci, è stata giudicata troppo gravosa per essere affidata solo ai dipendenti comunali e soprattutto impossibile da concludere in tempi ragionevoli. Oltre 3000 pratiche giacenti, su un totale di 4.551, risalivano infatti addirittura al condono del 1985 e le altre a quelli del 1994 e del 2003. Così si decise di chiedere l’aiuto dei privati e di esternalizzare il servizio; con questa modalità era stato stimato un tempo complessivo di circa due anni per chiudere tutto, anche se la contropartita era quella di dover pagare la ditta con una parte dei soldi incassati dalle pratiche concluse.

Nell’estate del 2018, tuttavia, l’amministrazione è cambiata: sempre a trazione Movimento 5 Stelle ma con sindaco, assessori e consiglieri comunali diversi. La gara d’appalto per esternalizzare i condoni è stata accantonata perché si è deciso di rimettere tutto in mano ai dipendenti comunali. A distanza di quasi tre anni abbiamo chiesto all’amministrazione Zuccalà quali risultati è riuscita a portare a casa.

Sindaco, la precedente amministrazione aveva stabilito di esternalizzare la gestione delle istanze di condono edilizio in supporto agli uffici comunali, il cui organico era ritenuto insufficiente per la lavorazione delle pratiche in tempi ragionevoli. Era stata anche approntata la relativa gara d’appalto. La sua amministrazione non ha dato seguito a quelle indicazioni. Cosa ha fatto cambiare idea al Movimento 5 Stelle?

«L’indirizzo dato dalla precedente amministrazione prevedeva l’esternalizzazione del servizio di istruttoria delle pratiche di condono edilizio con un compenso per la società privata fino al 40% degli oneri concessori. Una tale attività avrebbe drasticamente ridotto gli introiti degli oneri per il Comune, a vantaggio del privato, riducendo sensibilmente le già esigue somme che servono per la realizzazione delle opere di urbanizzazione dei nuclei abusivi. Queste condizioni sono state ritenute decisamente svantaggiose per i cittadini e per la città di Pomezia che avrebbe visto ridurre la possibilità di avere ulteriori servizi ed opere».

Dato che l’esternalizzazione è stata accantonata, le attività degli uffici comunali sono state riorganizzate per poter affrontare la mole di lavoro richiesta?

«Per gestire al meglio l’arretrato delle pratiche di condono edilizio è partita due anni fa una revisione della struttura organizzativa ed è stato avviato un progetto interno che consente ai dipendenti comunali di istruire le stesse in orario extra lavorativo. In questo modo le pratiche edilizie rimangono nelle mani dei dipendenti pubblici con i quali i cittadini e i tecnici del territorio possono continuare a interfacciarsi. I dipendenti comunali, in questo modo, sono valorizzati e incentivati nel loro lavoro e il costo a carico dell’ente risulta inferiore all’8% degli oneri incassati, con un evidente vantaggio per i cittadini che vedono maggiori risorse per servizi e opere».

Nel 2018 sono state identificate 4.551 istanze di condono non lavorate o solo parzialmente, la maggior parte delle quali risalenti addirittura al 1985. Per quante è stato concluso l’iter?

«In relazione al numero di richieste di condono concluse va fatta una precisazione: un gran numero di pratiche, negli anni precedenti, è già stato istruito e la relativa lettera di integrazione è stata inviata ai cittadini. Molto spesso la documentazione integrativa non viene prodotta perché probabilmente non c’è un interesse immediato alla conclusione dell’iter che comporta un esborso economico. Le pratiche che si riescono a concludere nel breve periodo sono quindi quelle per cui gli utenti sollecitano l’emissione del titolo che è richiesto, in genere, per il trasferimento di proprietà; in questi casi la documentazione viene integrata e la pratica conclusa. In altri termini la lavorazione massiva delle pratiche può non portare il risultato sperato in quanto se non c’è l’interesse del cittadino la pratiche rimangono inevitabilmente giacenti più a lungo. Ad oggi possiamo dire che l’ufficio sta smaltendo l’arretrato, riducendo progressivamente i solleciti dei cittadini».

È possibile quantificare gli introiti da condono effettivamente incassati dal Comune di Pomezia dal 2018 ad oggi?

«Specifichiamo che il progetto di recupero delle pratiche non è partito dal 2018 ma da pochi mesi. Abbiamo stimato, da un primo monitoraggio, di poter implementare le entrate derivanti dai condoni di circa 60.000 € mensili, ma questo potremo verificarlo solo al termine del primo anno di progetto».

A quale finalità vengono destinati gli introiti da condono edilizio?

«Gli introiti degli oneri, per legge, non hanno vincolo di spesa sebbene l’intenzione dell’amministrazione sia di investire le risorse incassate nelle opere di urbanizzazione dei nuclei abusivi».

 

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