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“È improprio definire la casa lo specchio dell’anima ma certamente le quattro mura che racchiudono parte della nostra privacy parlano di noi attraverso gli oggetti che vi accumuliamo nel tempo“, affermava Maria Venturini. La casa, d’altronde, è il nostro punto di riferimento. È il luogo dove ritorniamo ogni sera, dopo aver trascorso un’intensa giornata alle prese con i vari impegni di lavoro e personali.

Nella propria abitazione si creano i ricordi e si conservano gli oggetti a noi cari e quelli di utilizzo quotidiano.

Data l’importanza della casa, pertanto, è normale che ognuno di noi desideri renderla la più bella e accogliente possibile. Oltre alla buona volontà, però, per ottenere tale risultato è necessario mettere mano al portafoglio.

Denaro di cui non sempre si dispone, tanto da dover decidere spesso di rimandare qualche acquisto. In tale ambito fortunatamente giunge in aiuto il governo che mette a disposizione dei cittadini il bonus mobili. Ma quest’ultimo può davvero essere usufruito da tutti? Ecco come funziona.

Bonus mobili ed elettrodomestici 2023: in cosa consiste

Anche nel corso del 2023 è possibile richiedere il bonus mobili ed elettrodomestici. Tale agevolazione, però, presenta alcuni cambiamenti rispetto agli anni scorsi. Come si legge sul sito dell’Agenzia delle Entrate, si tratta di una:

“detrazione Irpef per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. La detrazione va calcolata su un importo massimo di 8.000 euro per l’anno 2023 e di 5.000 euro per il 2024, comprensivo delle eventuali spese di trasporto e montaggio, e deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo. Per il 2021 il tetto di spesa su cui calcolare la detrazione era pari a 16.000 euro mentre per il 2022 era pari a 10.000 euro”.

Partita Iva forfettaria e bonus mobili: come funziona e cosa fare per non perdere l’agevolazione

Per beneficiare della detrazione, a cui si ha diritto grazie al bonus mobili ed elettrodomestici, è necessario indicare le spese sostenute in sede di dichiarazione dei redditi.

Ovvero bisogna presentare il Modello 730 o il Modello Redditi Persone Fisiche. Il tutto fermo restando il fatto che tale agevolazione spetta direttamente e unicamente al soggetto che sostiene le spese per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio.

Il bonus mobili, a differenza del Superbonus 110%, non può essere oggetto di cessione del credito né di sconto in fattura. Come funziona, quindi, per i titolari di partita Iva forfettaria che, dato il regime fiscale scelto, non possono scaricare nessuna spesa? Ebbene, in linea generale è possibile affermare che i contribuenti forfettari non possono beneficiare di tale detrazione. Vi sono comunque delle eccezioni, ovvero dei casi in cui è possibile evitare di perdere tale agevolazione.

Ad esempio, è possibile far risultare beneficiario del bonus mobili il coniuge, a patto che sia un lavoratore dipendente o titolare di partita Iva con tassazione ordinaria. Il titolare di partita Iva forfettario, inoltre, può evitare di perdere il bonus mobili se percepisce altro reddito soggetto ad Irpef come, ad esempio, grazie a un contratto di locazione. In quest’ultimo caso, però, è necessario non optare per la cedolare secca. È possibile, inoltre, usufruire del bonus mobili se, oltre all’attività con partita Iva, il soggetto interessato percepisce un reddito da lavoro dipendente.

 

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