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Per le cartelle esattoriali molti contribuenti sono alla finestra in attesa che sortiscano effetto le novità di cui ormai si parla da tempo. Parliamo delle novità della riscossione previste dalla riforma del Fisco che il governo sta completando. L’interesse per la possibilità di avere più tempo per pagare e per l’aumento del numero di rate massimo concedibili con la rateizzazione ordinaria è molto alto, ma lo è ancora di più quello che riguarda lo stralcio automatico di alcuni debiti. Chi ha cartelle esattoriali con l’Agenzia delle Entrate Riscossione potrebbe presto avere una netta riduzione del dovuto.

Anzi, potrebbero essere cancellate diverse cartelle esattoriali, e molti contribuenti potrebbero trovarsi di colpo con un estratto di ruolo praticamente pulito. Si parla infatti di cartelle esattoriali con rottamazione automatica, una cosa che però non è come sembra, o almeno non sarà sempre un tabula rasa dei debiti.

Cartelle esattoriali con rottamazione automatica: addio debiti, ma non per tutti, ecco i beneficiari

Distinguere tra debito fiscale, tributario e nei confronti di enti pubblici e cartelle esattoriali è fondamentale. Quando parliamo di cartelle esattoriali con rottamazione automatica, la distinzione diventa cruciale per capire dove intende parare il governo con questa novità.

Il problema della riscossione e di come funziona oggi richiama quello di Equitalia una volta. Perché anche se l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha preso il posto di Equitalia, nulla è cambiato per due aspetti: i contribuenti indebitati con il concessionario alla riscossione erano tanti e sono ancora tanti.

I vari provvedimenti di condono, sanatoria, rottamazione e saldo e stralcio hanno solo consentito a qualcuno di venire a capo dei debiti, ma nel frattempo altri contribuenti si sono indebitati. E anche chi ha sfruttato le vecchie sanatorie è tornato indebitato a causa delle gravi crisi economiche e di lavoro di oggi.

Tradotto in termini pratici, sono milioni le cartelle a carico dei contribuenti italiani.

E sono milioni di conseguenza le cartelle che l’Agenzia delle Entrate Riscossione deve gestire dal punto di vista dell’incasso. Questa è l’altra problematica della riscossione. Perché se è vero che i contribuenti indebitati hanno un problema, tra possibili pignoramenti e fermi, è altrettanto vero che anche il concessionario ne ha tanti. Gli addetti devono incassare cartelle, inviare notifiche e utilizzare risorse umane e monetarie.

E se queste cartelle non fossero più incassabili? Ecco che si parla di cartelle esattoriali con rottamazione automatica. E addio debiti per alcuni contribuenti, con riduzione della mole di lavoro dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Distinguere tra cartelle esattoriali e debito di un contribuente: le due cose non sono esattamente le stesse

Abbiamo già spiegato come stia per nascere questa novità. In pratica, l’Agenzia delle Entrate Riscossione, di fronte a cartelle esattoriali che non è riuscita a incassare nonostante tutti i tentativi, preferirà cancellare la cartella piuttosto che continuare a provarci. Se per cinque anni, con tutte le procedure di cui dispone, il concessionario non ha potuto incassare una cartella, la stessa verrà bonificata dall’estratto di ruolo di un contribuente.

Soggetti falliti, nullatenenti o deceduti senza eredi, per esempio, potrebbero vedere annullate tutte le cartelle a loro carico. L’Agenzia delle Entrate Riscossione dirà stop alla spesa per notificare ulteriori atti e all’utilizzo di risorse umane su queste cartelle su cui ritiene non ci sia più modo di intervenire. Alzerà bandiera bianca e avvierà procedure per cartelle esattoriali con rottamazione automatica. I

contribuenti non dovranno presentare domande o istanze. Il debito, però, non sarà cancellato, o almeno non subito. E torniamo alla distinzione tra debito e cartella. La cartella esattoriale è l’atto con cui l’ente a cui il debito è dovuto incarica l’Agenzia delle Entrate Riscossione di incassare.

Il debito è il tributo evaso, la tassa non pagata o la multa non saldata. Dalla tassa o dal tributo evaso, il debito aumenta con sanzioni, interessi e l’aggio di riscossione (il guadagno del concessionario per il lavoro svolto).

Che fine faranno i debiti dei contribuenti?

A causa della distinzione tra debito e cartella, la novità di cui si parla rischia di non essere un vero e proprio condono. Anche se un contribuente uscirà dal novero dei debitori del concessionario alla riscossione, resterà debitore dell’ente da cui la cartella partiva. L’Agenzia delle Entrate Riscossione annullerà solo la cartella, rimandando il debito all’ente di origine. Il contribuente, su cui per cinque anni il concessionario ha tentato di incassare la cartella, tornerà a essere debitore dell’ente a cui doveva versare un tributo o una tassa e non lo ha fatto. Sarà poi l’ente a stabilire cosa fare con questi crediti.

Potrebbe decidere di seguire ciò che l’Agenzia delle Entrate ha deciso di fare, cioè considerare insolvibile il debitore e quindi cancellare del tutto il debito. In questo caso, parlare di cartelle esattoriali con rottamazione automatica e addio debiti è corretto. Tuttavia, l’ente potrebbe anche decidere di provare ancora a recuperare il credito. Magari sa cose che il concessionario non conosce.

Ad esempio, potrebbe sapere che il contribuente, che prima era nullatenente, è diventato proprietario di beni attaccabili, ha trovato lavoro, ha aperto un’attività o ha ereditato beni in successione. L’ente, sia esso lo Stato, la Regione o il Comune, potrà scegliere di assegnare l’incasso ai suoi uffici interni, affidarsi a un concessionario diverso dall’Agenzia delle Entrate Riscossione o ridare a quest’ultima l’onere di incassare di nuovo il credito.

 

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