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Dipendenti più tutelati nei casi d’insolvenza del datore di lavoro. Contrariamente al passato, infatti, l’Inps eroga adesso anche l’eventuale indennità risarcitoria da illegittimo licenziamento (art. 18) e quella di ferie non godute maturate negli ultimi tre mesi. Inoltre, per tali rimborsi, che l’Inps effettua attraverso l’apposito «fondo di garanzia per il trattamento di fine rapporto e dei crediti di lavoro», non c’è più il divieto di cumulo con l’eventuale cigs fruita dal lavoratore. Lo precisa, tra l’altro, lo stesso Inps nella circolare 70/2023, in cui aggiorna le regole del fondo dopo l’entrata in vigore, dal 15 luglio 2022, del dlgs 14/2019, recante il «codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza».

Fondo garanzia Tfr. Previsto dall’art. 2 della legge 297/1982, garantisce ai lavoratori (o suoi eredi) il pagamento del Tfr e delle tre ultime mensilità di retribuzione, sostituendosi al datore di lavoro, nonché relativi interessi e rivalutazione. Il fondo interviene in tutti i casi di cessazione del rapporto di lavoro dipendente a patto che sia stato accertato lo stato d’insolvenza del datore di lavoro a seguito di una procedura concorsuale. Il fondo è alimentato da un contributo a carico dei datori di lavoro dello 0,2% che sale allo 0,4% per i dirigenti di aziende industriali.

I soggetti tutelati. Come accennato, l’intervento del fondo è riservato a favore dei lavoratori dipendenti, compresi apprendisti e dirigenti. Dal 1° luglio 2022, precisa l’Inps, dopo il passaggio dell’Inpgi all’Inps, il fondo eroga le prestazioni anche a giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti titolari di rapporto dipendente. Ancora possono chiedere l’intervento al fondo anche i lavoratori dello spettacolo; dopo la riforma del lavoro nello sport, anche i lavoratori dipendenti di tale settore (sportivi professionisti e non), a condizione che maturano il Tfr ai sensi dell’art. 2120 (e non 2123) del codice civile.

Tutela più ampia. L’Inps ricorda che non tutti i crediti di lavoro rientrano nella tutela del fondo di garanzia. In particolare, il fondo interviene sui crediti maturati nell’ultimo trimestre aventi natura di retribuzione. Pertanto, sono inclusi i ratei di tredicesima e altre mensilità aggiuntive degli ultimi tre mesi del rapporto; le somme contrattualmente dovute dal datore di lavoro a titolo di malattia e maternità (non quelle dovute dall’Inps e che il datore di lavoro è tenuto solo ad anticipare). È invece esclusa l’indennità di mancato preavviso. Quanto all’indennità per ferie non godute, l’Inps spiega che la cassazione ha di recente chiarito che, in considerazione della sua natura mista, rientra tra le retribuzioni tutelate dal fondo l’indennità relativa ai giorni di ferie maturati nel trimestre tutelato. Inoltre, sempre di recente, aggiunge l’Inps, si è affermato l’orientamento della cassazione per cui «in caso d’insolvenza del datore di lavoro, tra i crediti, va inclusa l’indennità associata alla tutela reintegratoria ex art. 18 st. lav., stante la sua connotazione retributiva (…)». Infine, l’Inps precisa che per effetto della giurisprudenza della corte di giustizia UE deve ritenersi decaduto il divieto di cumulo del pagamento del fondo di garanzia con la cigs percepita dai lavoratori nell’arco dei 12 mesi e con l’indennità di mobilità percepita nell’arco dei tre mesi successivi alla risoluzione del rapporto di lavoro (l’indennità di mobilità, tuttavia, è stata abrogata dalla legge 92/2012 dal 1° gennaio 2017).

 

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